Capitolo 24

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Ndjamena era una città caotica, puzzolente ed apparentemente abbandonata alla più pura anarchia. Rischiarono di essere rapinati una dozzina di volte, mentre camminavano compatti e spediti sulla scia di Jack, l'unica con una vaga idea di dove stessero andando.

Si erano divisi da poco: Damastair, Cassandra, Kate ed Elathan erano andati in cerca di un certo padre Marcus, responsabile della chiesa di Nôtre Dame du Fleuve, di cui Jack conosceva per altro solamente il nome.

« Trovala, Houdini, e trova Marcus », aveva detto Jack al belfagor. Il demone aveva annuito: sapeva che con i suoi poteri non avrebbe faticato a decantare nei passanti le indicazioni necessarie per trovare la chiesa e il prete.

« Ed una volta che l'avremo trovato? », aveva domandato.

« Raggiungeteci nella baraccopoli settentrionale, da Lulù ».

« Chi è... oh, d'accordo », e se n'era andato, portando con sé l'Evocatrice, il figlio e Kate.

« Chi è Lulù? », aveva domandato Frank: la nonna non l'aveva mai nominata, prima.

« Ci stiamo andando adesso », aveva ribattuto e si erano messi in marcia.

Il caldo era soffocante e dal fiume giungeva un puzzo infernale che si mescolava all'odore dei gas di scarico formando un miscuglio a dir poco nauseabondo. Jack garantì che in realtà alcuni quartieri della città non erano niente male, molto ricchi ed occidentali, ma le vie attraverso cui li guidò sembravano più usciti da qualche documentario di Amnesty International che da una rivista di viaggi.

Leònidas era costantemente all'erta: conosceva molti dei trucchi che i ragazzini usavano per sfilare i portafogli agli sconosciuti e riuscì in qualche modo a salvare i risparmi suoi e delle due donne per buona parte del tragitto. In effetti, del tutto inaspettatamente, non appena raggiunsero la baraccopoli nessuno tentò più di rapinarli: Frank ne era sconcertata.

Jack li guidò attraverso una sorta di dedalo di capanne di lamiera e teli di plastica, borbottando ogni volta che una baracca costruita da poco le bloccava la strada, costringendola ad un lungo giro e a parecchi minuti di riflessione, prima di riuscire nuovamente ad orientarsi. Di tanto in tanto un cane ringhiava loro contro, dei bambini magri e lerci cercavano di vender loro dei braccialetti di fili intrecciati ed un paio di donne si denudarono il seno al passaggio di Leònidas, ma tutto sommato attraversarono la baraccopoli senza eccessivi incidenti.

« La conosci bene, Ndjamena », osservò Frank, rivolta alla nonna.

Lei additò un vago punto alla loro sinistra. « Io stavo lì », disse.

Frank sgranò gli occhi. « Stavi lì? Quando? Dove? », esclamò.

« Avevo diciannove anni. La baraccopoli era molto più piccola, allora ».

Frank era a dir poco allibita. « Non mi avevi mai detto di aver vissuto nel Chad! ».

Jack fece spallucce. « Non ti ho mai detto un sacco di cose, se è per questo. Muoviti, sei una lumaca ».

Continuarono a camminare per un'altra ora, serpeggiando attorno a baracche, spazzatura e di tanto in tanto la figura accasciata di un ubriaco, un mendicante o un malato, ed infine arrivarono ad una costruzione che se non era precisamente solida, quando meno aveva un aspetto meno fatiscente delle altre. Tanto per cominciare era in legno: assi di legno rozzamente inchiodate le une alle altre, certo, ma comunque legno. Sembrava una specie di enorme casa sull'albero, di quelle che Frank costruiva a decine, da bambina. Aveva praticamente infestato di casette sull'albero il bosco dietro casa.

NIGHTERS - La GuardianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora