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C'era una volta...

Iris aveva letto quella frase centinaia di volte e non se ne stancava mai; quelle parole la catturavano a tal punto che non riusciva a staccare gli occhi dal libro. Amava le storie ricche di magia e amore.

La lancetta dell'orologio rintoccò le cinque del pomeriggio; Iris richiuse il libro dalle pagine giallastre e la copertina color avorio; passò un dito sulle parole "Fiabe e Favole" incise sopra in oro. Ripose il libro nella grande libreria che occupava un'intera parete; nonostante i suoi otto anni, Iris aveva già letto molti libri, la maggior parte dei quali trattava di magia, avventure fantastiche e creature magiche.

Andò verso la finestra aperta dalla quale entrò una leggera brezza marina seguita da un odore di acqua salmastra che le solleticò il naso. La sua stanza era situata in cima alla torre più alta del castello di Neraida, da lì poteva ammirare le onde del Mare Turchese infrangersi sulla costa a strapiombo e tutte le sfumature di blu che coloravano le acque del mare; Iris amava quel panorama.
Qualcuno bussò alla porta.

<< Avanti. >> disse la principessa.

La porta si spalancò e un uomo entrò.

<< Buon pomeriggio, Ernest. >> disse la ragazzina abbozzando un inchino.

<< Buon pomeriggio, principessa Iris. >> replicò l'uomo.
Lui era Ernest Pilgrin, il maggiordomo del castello: era un uomo alto e magro, con una fronte alta, dei capelli grigi, due occhi dello stesso colore dei capelli e un naso aquilino. Teneva in mano un vassoio d'argento sul quale erano appoggiati una piccola caraffa di ceramica laccata, un bicchiere e un piatto con dei biscotti.
Prima che Ernest richiudesse la porta alle sue spalle, Iris scorse gli altri servitori che correvano avanti e indietro con in mano fiori e vettovaglie: tutti erano indaffarati con i preparativi per il Ballo di Primavera che si teneva annualmente al castello.
Appoggiò il vassoio sul tavolo al centro della stanza e si avvicinò alla ragazza.

<< Dovreste prepararvi. Gli invitati arriveranno a breve. >> le consigliò.
La sua voce era rauca e suadente: perfetta per un attore teatrale.

Il Ballo era un grande evento, atteso con ansia da tutti i regni di Animanya. Tutte le famiglie reali del mondo erano invitate a celebrare il primo giorno di Primavera a Neraida, il regno più influente e importante per quanto riguardava politica e magia.

<< Già, dovrei. Ero così presa dalla lettura che ho perso la cognizione del tempo. >> disse la principessa guardando l'orologio.

<< Vostro padre vi aspetta nella sala da ballo tra venti minuti. >> continuò il maggiordomo.

<< E non poteva venire a dirmelo di persona?>> disse Iris fissandosi le ballerine rosa confetto.

<< Vostro padre vi vuole bene, è solo molto indaffarato. >>

Il padre di Iris, Re Leopold, non aveva mai un minuto libero da quando sua moglie, la Regina Clarissa, era morta di cancro quando Iris aveva due anni. Da allora la principessa si sentiva sola, con un padre troppo indaffarato per prestarle attenzione.
Ernest era sempre stato accanto alla principessa e le aveva insegnato molte cose; per questo lei lo aveva sempre considerato un fratello maggiore, una persona su cui ci si può sempre contare e lei si fidava molto di lui.

<< Sono sicuro che se voi gli parlaste, vi ascolterebbe volentieri. >>

<< Potrei mostrargli la mia idea per il prossimo Ballo di Primavera. >> suggerì la principessa afferrando il suo libro di fiabe.

<< Gli piacerà. E ora, scusatemi ma ho ancora molte cose da sbrigare. Divertitevi al ballo. >> disse congedandosi

<< Ma certo. A dopo. >>

Guardò per qualche secondo la copertina del libro che teneva in mano. Quello era l'ultima cosa che le diede la madre prima di morire e, immersa in quelle storie, si sentiva a casa; come se lei le fosse accanto.
Ma non c'era tempo per la nostalgia; quello sarebbe stato un giorno di festa e doveva presentarsi al meglio, in quanto principessa del regno più ricco e fiorente del mondo.

Afferrò un biscotto al limone dal vassoio sul tavolo e andò nel suo guardaroba.
Si infilò il suo vestito preferito: era bianco con decorazioni argentate a forma di piccoli fiori sulla gonna; quel vestito si intonava perfettamente alla sua carnagione chiara e faceva risaltare i grandi occhi verde smeraldo. Indossò delle scarpette coordinate al vestito, una collana e un braccialetto di smeraldi e il suo diadema preferito.
Doveva essere perfetta perché quel giorno, dopo aver atteso un anno, avrebbe rivisto Erik. Il principe Erik era il quartogenito della famiglia reale del regno di Arianys, conosciute per l'estrazione e il commercio di argento, ed era anche il ragazzino che aveva rubato il cuore di Iris. Loro erano migliori amici da sempre e si divertivano tanto insieme. Quindi doveva mostrare il lato migliore di sé; si stampò in faccia il sorriso più dolce e solare che aveva in repertorio e scese le scale saltando due gradini alla volta.

-𝕹𝖊𝖗𝖆𝖎𝖉𝖆- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora