Capitolo 4: "Aria di Casa"

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Cominciai a correre sulle scale ,arrivata in camera mia, estrassi da sotto il letto la grande valigia di mia madre e ci infilai dentro tutto ciò che mi capitava a tiro ,magliette, maglioni, pantaloni , jeans .... Alla fine dovetti saltare con il sedere sulla valigia per chiuderla.

Non sapendo di preciso a cosa andassi incontro ,chiesi consiglio alla mia futura cognata sul da farsi ,facendogli leggere la lettera che mia madre mi scrisse .Lei dopo averla valutata attentamente ,mi aiutò a finire di preparare i bagagli ,prenotare il primo volo per Vancouver e scrivere un messaggio a mio padre, anche se a dire la verità non mi importava più di tanto dargli spiegazioni visto il comportamento che ha sempre avuto nei miei confronti , anche se in quegli ultimi due giorni mi ha lasciato un po' perplessa.

Isabella era già in macchina ad aspettarmi,Nerone sul sedile posteriore agitava la coda di felicità ,io saltai sul sedile anteriore , con il cuore in gola partimmo verso la mia magica avventura.

Arrivati all' aeroporto Isa mi aiuta con il mio bagaglio ,oltre a portare la gabbietta di Nerone verso l imbarco,mi saluta e mi augura buon viaggio con una abbraccio caloroso e con tutte le raccomandazioni che solo una persona chi ti vuole bene veramente ti fa... la abbraccio di nuovo e sento la chiamata del mio volo .

Sull' aereo un hostess ci aggiorna sulle norme e precauzioni in caso di avaria, io non volevo sentirle ,anche perché era la prima volta che prendevo un aereo e non avevo assolutamente voglia di morire, presi le cuffiette del mio mp3 ,allacciai la cintura ,chiusi gli occhi ;l unico mio pensiero era il mio piccolo Nerone.

Dopo 1 giorno intero di volo ,finalmente atterriamo a Vancuver l' aria fredda ,la neve a terra ricopriva gran parte delle strade , per fortuna mi sono portata molte cose pesanti, ritirato i miei bagagli , andai a prendere Nerone ,il quale appena mi vede mi corre incontro scodinzolante .

-Forza Nerone , andiamo a prendere il bus e andiamo a vedere questa famosa casa.

Dal finestrino dell' bus ,le strade erano tutte uguali ..piene di neve e di strani cartelli,i boschi fitti facevano paura anche di giorno e le case una diversa dall'altra.

Una signora si avvicina a me e accarezza il cane .

-Salve

-Salve .. rispondo educatamente con il mio classico accento italiano, ovviamente parlavo un perfetto Inglese e Canadese grazie a mia madre .

la signora si siede vicino a me

-Sei nuova di queste parti??

-Si sono appena arrivata sto andando a Terrence ,mia mamma è nata lì.

La signora mi guarda ancora intensamente negli occhi e mi sorride

-Terrence , sai in quella piccola cittadina ci sono molte storie e leggende, ma dimmi cara come mai sei sola ?? tua madre non è venuta con te??

Abbasso lo sguardo sulle mie mani coperte da un paio di guanti bianchi e rosa..

-mia madre è morta tanti anni fa.. sto andando a vedere la sua vecchia casa d'

' infanzia poiché ...

mostrandole le chiavi aggiungo ...

-l ho ereditata..

La signora mi allunga la mano sulla spalla e mi fa le condoglianze ,mi chiede scusa della sua invadenza, io faccio un alzata di spalle e le dico di non preoccuparsi.

Sono una FeniceWhere stories live. Discover now