La prima volta che ho provato a vestirmi da maschio è stato un anno fa, ma mi sembra che sia passata una vita.
Forse è passata sul serio, una vita, per le cose che ho capito di me stessa e degli altri.
Prima (prima che succedesse tutto, intendo) non facevo che annoiarmi e passavo il tempo a fare quel gioco semiserio, di immaginarmi cose impossibili.
Erano cose tipo:
che succedesse qualcosa;
che mia madre la smettesse di stressarmi;
che mio fratello non venisse a bussare tutte le volte che mi chiudevo in bagno;
che riuscissi ad avere più di due amici in croce;
che riuscissi a dire tutto quello che mi passava per la testa, almeno il 90% dei pensieri;
che le falene non andassero a bruciarsi contro le lampadine inconsapevolmente;
che potessi trasformarmi in qualsiasi cosa volessi (un gabbiano, una videocamera, un sassofonista jazz e così via);
che fossi capace di dire chissenefrega ed essere apprezzata lo stesso.
E poi, a un certo punto, mi sono incagliata su questa.
E se provassi a essere un maschio?
Mi sono ritrovata per strada, con addosso i jeans di mio fratello, i capelli nascosti sotto un berretto di lana e un paio di scarpe da ginnastica ai piedi.
Così, per fare una prova.
O forse era solo quello che mi raccontavo. La verità è che avevo deciso di fare quell'esperimento, fingendo che fosse un gioco, perché cercavo di capire chi fossi e cosa volessi dalla vita.
Ma cominciamo dall'inizio.
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Bi (l'amore non ha una sola faccia)
Teen Fiction"Ciao, sono Sara Brandi, e questo è il romanzo che cerco di scrivere da anni e che grazie a un incontro speciale sono finalmente riuscita a terminare e pubblicare. Con 'incontro speciale' intendo Federica. La persona che non solo mi ha cambiato la...