2. Sentimi dentro

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Fece passare una mano tra i miei capelli, tirandomeli d'un tratto.
Mandai la testa all'indietro nella speranza che poi non mi facesse più male, ma senza tante speranze.

Più mandavo la testa all'indietro e più lui mi tirava i capelli.
Ci rinunciai e lasciai la testa andare a poggiarsi sul materasso.
Sentii poggiare il suo bacino contro il mio.
Si sfregò su di me.
La sua erezione premeva sulla mia intimità, facendomi arrivare l'eccitaziome alle stelle.

Vari ansiti mi scapparono tra le labbra.
Non capivo più niente, se non il fatto che si stava divertendo a vedermi in quella situazione.

Mi teneva ancora le braccia bloccate dietro alla schiena, stringendomi per i polsi.
Dopo qualche istante mi lasciò e poggiò le mani sui miei fianchi, facendomi alzare di poco il bacino.

Sentii le sue labbra morbide e delicate poggiarsi sulla mia spalla, dandomi un piccolo bacio umido.
Il suo respiro sulla mia pelle era intenso. Molto intenso. Respirava anche lui a fatica.
Ciò mi fece scappare un leggero sorriso, con l'angolo della labbra.
Quel piccolo sorriso sparì nello stesso istante in cui mi penetrò.
Violentemente.
Velocemente.

Mi lasciai sfuggire un grido di piacere, un piacere che si stava riversando in tutto il corpo.

Iniziò a muoversi dentro di me, stringendomi i fianchi e tirandomi una sculacciata ogni tanto.

《Ti aprirò in due.. oh si che ti aprirò in due.
Lo senti?
Vuoi di più?
Avrai quel che desideri, baby girl》

Non riuscivo a parlare. La voce mi era morta in gola.
Avrei voluto gridare e gridare, finchè le corde vocali non si fossero lacerate completamente.

Oh si che lo sentivo.
Oh si che volevo di più.

Riuscivo a malapena a muovermi, a ragionare o semplicemente a respirare.

《Urla per me baby girl. Fallo per me. Fammi sentire la tua bella voce. Riempimi le orecchie con le tue grida》

Disse ad alta voce, mentre continuava la sua opera su di me.
Spingeva e spingeva e spingeva.
Dovevo esaudire il suo desiderio, per la pura soddisfazione di farlo.
Riuscii finalmente a fare qualche respiro e gemetti soltanto, per quel che potevo.

《Urla il mio nome, baby girl. URLALO. FAMMI SENTIRE》

Un attimo.
Due attimi.
Tre attimi.
Continuavo a gemere.

Trassi un profondo respiro..

《ALASDAIR, S-SENPAI》
Urlai finalmente il suo nome, aggiungendo il suo soprannome preferito.
I gemiti e le urla continuavano a uscire, coprendo la sua leggera risata sadica, soddisfatta.

Sentivo la voce diventare sempre più roca, fino a trasformare le urla in ansiti.

Dette un'ultima spinta e poi si fermò.
Si fermò e capii che era venuto.

Si alzò e mi slegò i lacci dalle caviglie.
Se ne andò, lasciandomi li sul letto, ancora ansimante.

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