1. Fai silenzio

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Il respiro era affaticato.
Sentivo il cuore che stava per scoppiarmi nel petto, accellerando i battiti ogni minuti.
Intorno a me non riuscivo a vedere niente, il nulla, una distesa infinita di buio.
L

a fascetta che mi copriva gli occhi era stretta quanto per farmi diventare completamente orba.
I polsi, aah quei maledetti polsi, li sentivo bruciare, insieme alle caviglie.

I lacci intorno a entrambi erano strettissimi, facendomi rimanere immobile su quel materasso morbido, stando a pancia in giù.
P

rovavo ad agitarmi, ma riuscivo solo a tenere le corde nelle mani e tirarle con più forza che potevo, convinta che sarei riuscita a liberarmi.

Un'aria calda mi avvolgeva, mentre lentamente sudavo per colpa dell'agitazione. L'unica cosa che si sentiva rieccheggiare nella stanza era il suono di una frusta e un mio gemito a ogni singola frustata.
Il cuoio della frusta sembrava una lingua di fuoco, che a ogni colpo diventava sempre più bollente.

Sentii il materasso curvarsi ai miei piedi, sotto il peso del ragazzo che si mise in ginocchio sul letto.
Percepii il suono di un pezzo di plastica strapparsi, qualcosa di piccolo.

Alasdair..》gemetti flebilmente il suo nome, a fatica, in un soffio.

Il mio respiro era corto.
Ogni respiro, diventava un piccolo ansito dal momento in cui lo sentii slegarmi i polsi e piegarmi le braccia dietro alla schiena, stringendomi questa volta lui entrambi gli arti.

Fai silenzio. Ricordati cosa ti ho detto, ricordati tutte le regole. L'unico momento in cui avrai il permesso di usare la tua voce-》 si interruppe, poggiando le sue mani ai lati del mio bacino, sul materasso. Si piegò su di me, sentendo parte del suo peso premere sul mio corpo. 《Sarà quando dovrai urlare di piacere e implorarmi di continuare. Avrai il permesso di usare la tua voce solo quando la bestia che c'è in me, si scatenerà su di te.》

Disse l'ultima frase in un sussurro, vicino al mio orecchio. La sua voce rimbombava nella mia testa, creando un eco sottile, che si riversava in tutto il mio corpo eccitato.
P

assò una mano tra i miei capelli, tirandomi la testa all'indietro. Mi baciò ogni centimetro del mio collo, mordendo la pelle, lasciandomi dei piccoli segni. L'altra mano la poggió sul mio bacino, stringedomi un fianco. Mi graffiava la schiena, lasciandomi senza fiato.

《Mi hai capito?》chiese infine, prima di darmi una sculacciata pesante, che mi fece mancare il fiato.
P

otevo quasi sentire l'impronta della sua mano rimanere sulla mia pelle.

《S-si!》gemetti rocamente, quasi in un urlo, dopo aver ripreso il fiato. Cercai di far calmare l'adrenalina, anche se quasi inutilmente.
Quel piccolo bastardo riusciva a rovinarmi l'esistenza ogni sabato sera, quando rimanevamo a casa da soli.

《Aleksiya.. scordi qualcosa.》 E mi diede un'altra sculacciata pesante, ancora più di prima, facendomi bruciare la pelle.

《Si, signore》aggiunsi dopo qualche istante. Mi morsi il labbro cercando di trattenere un urlo. Un urlo quasi disperato.

《Shh.. non è niente, piccola mia. È solo un piccolo schiaffo. Non ti lamentare. E che il gioco abbia inizio》

Let The Game Begin Where stories live. Discover now