Cosa diavolo è uno Sterek?

2K 77 16
                                    

Note iniziali dell'autrice: Capitolo 2! Nel quale i nostri Sterek imparano a conoscersi un pochino meglio. Vi rimando alle note finali per quali Sterek vengono da quali fic.

Grazie per aver letto e per i vostri affezionati commenti! XOXO

Piccola nota introduttiva della Traduttrice : Le frasi interamente in corsivo sono pensieri personali di Stiles.

^^^^^^^

"Fatemi capire bene,*" disse il Derek reale, con lo sguardo sul pavimento e strofinandosi la mandibola con il palmo.
Venne interrotto da una serie di risatine sbuffate. Uno Stiles - quello con i tatuaggi ed i capelli viola - ondeggiò le sopracciglia nella sua direzione. "Pessima scelta di parole, amico," rise, facendo un ampio gesto ad indicare l'abbondanza di uomini non etero* nella stanza.
Stiles sbuffò e Derek tese le spalle e sospirò. C'era stata una caotica cacofonia di voci fino a quel momento, surreale, cofusionaria ed opprimente. Era stupito della pazienza che Derek stava mostrando - pazienza che mai avrebbe mostrato prima della sua evoluzione. La frustrazione che stava mostrando adesso era il primo segno che tutto quello potesse stare iniziando ad avere la meglio su di lui. "Laciatemi assicurare che io stia capendo tutto correttamente," riprese Derek a denti stretti, pronunciando ogni parola con attenzione appoggiato al muro vicino al camino. Aveva lasciato perdere la doccia ed indossato un paio di pantaloni, ma era ancora a torso nudo, con strisce di sangue secco che correvano attorno al suo collo e torace. Stiles non voleva fissarlo, nonostante tutti gli altri Stiles lo stessero facendo senza neanche preoccuparsi di nascondere il proprio apprezzamento, cosa che lo mandava in bestia.
Voi avete un vostro personale Derek per quando volete, fortunati bastardi.
"Ognuno di voi - ogni coppia di voi," continuò Derek, "viene da una diversa realtà parallela. Sette differenti realtà alternative?"
"Ehi," uno degli Stiles, quello che sembrava un nerd e portava gli occhiali, intervenne da dove era sprofondato nel divano vicino al Derek con la felpa ed il berretto da baseball. "Perché dovrebbero essere le nostre le realtà alternative?" chiese, con il tipico tono di chi sta per iniziare una filippica, sinistramente familiare, che iniziava ad alzarsi. "A me questa particolare realtà a me sembra particolarmente alternativa. Perché dovrebbe essere la vostra realtà quella normale mentre tutte le altre sono deviate?"
Ugh, questo tipo è terribile.
Derek gli si mise davanti, le braccia incrociate e le narici dilatate nell'atteggiamento che soleva usare quando totalmente esasperato dalla parlantina di Stiles. "Perché siete nellamia casa, nella mia realtà."
Lo Stiles raddrizzò le spalle e si limitò ad alzare il mento verso il Derek reale, un luccichio di sfida negli occhi. "E di chi è la colpa? Sono abbastanza certo che sia il vostro mondo quello con la magia ed i Trickster, Uomo Lupo." Suonava come se stesse discutendo ma sorrideva e c'era un'evidente gioia nella sua voce; amava farlo, tentare di ottenere una reazione da Derek. Stava probabilmente testando se reagiva in maniera diversa rispetto al suo Derek. Era ciò che Stiles stesso avrebbe fatto, dopo tutto.
Derek sospirò ed incrociò le braccia, tornando ad appoggiarsi al muro. "Riguardo a quello," Stiles li interruppe dal suo posto, seduto su un'ottomana vicino a lui. "Ognuno di voi ha ricevuto la visita di un uomo di nessuno di cui voi può ricordare nulla tranne che vi ha detto di essere un Trickster e che vi avrebbe mandato in un'altra realtà per incontrare altre versioni di voi stessi?"
"Già," disse uno degli altri Stiles. "Folle, vero?"
"Che altro ha detto?" chiese Derek.
"Solo che se volevamo, potevamo portare un paio di cose con noi, e che saremmo stati qui per una settimana." A parlare era stato uno Stiles diverso stavolta. Avevano bisogno di trovare un modo per distinguerli.
"Una settimana nella vostra realtà," aggiunse un Derek. "ma sarà come se non fosse mai passato del tempo in tutte le nostre. E che non ricorderemo di essere stati qui una volta tornati indietro."
"Una settimana," gemette lo Stiles reale, guardando verso Derek.
"Ringrazia il cielo che almeno torneranno indietro." Replicò quietamente l'altro.
"Fottuto bastardo di un Trickster," borbottò Stiles. "Vi ha detto che motivo aveva? Si suppone che dobbiate fare qualcosa mentre siete qui?"
"No," rispose uno dei derek tatuati, scavando nella propria tasca e tirando fuori un sottile astuccio metallico nero. "Solo che dobbiamo passare del tempo insieme."
"E," aggiunse lo Stiles con il tatuaggio della triskele sul collo, seduto dall'altro lato della stanza sul davanzale della finestra - "che una volta che ce ne saremo andati sparirà anche lui, Ha detto, e sto citando, 'ditegli che questo è il mio ultimo regalo.'"
"Regalo? Quel bastardo pensa di starmi facendo un regal -" Stiles si bloccò improvvisamente, distratto dallo scatto di un accendino alla sua destra. "Amico, ti stai accendendo una canna adesso?" chiese al Derek umano tatuato.
Suddetto Derek sollevò lo sguardo da dove si stava effettivamente accendendo una canna, le sopracciglia sollevate come a dire: sì, e tu credi di potermi fermare?
Stiles si rivolse verso il Derek reale, che fece spallucce.
Lo Stiles vicino a quello che fumava la canna gliela rubò e prese un potente tiro prima di passarla allo Stiles reale. "Hai l'aria di uno a cui possa servire, amico." Gracchiò esalando un denso pennacchio di fumo dall'odore dolciastro e pungente.
Lui guardò nuovamente il Derek reale, che stava con lo sguardo basso rivolto verso le proprie mani, concentrato come se la risposta a quell'assurda situazione fosse lì. "Credo tu abbia ragione," Stiles disse alla fine, prendendo la canna, e offrendola a Derek dopo aver fatto un tiro. "Anche tu, ragazzone?"
Derek gliela prese dalla mani e tirò forte prima di passarla ad un altro Stiles.
"Bene, almeno l'ettichetta degli stoner è la stessa in tutti gli universi," scherzò lo Stiles barbuto quips, prendendola da Derek e facendogli l'occhiolino.
"Ehi," si lamentò Stiles, le guance roventi. Abbassò lo sguardo sulle propie mani, sperando che nessuno lo notasse.
Tu hai il tuo Derek, lascia stare il mio.
È mio.
"Non tutti voi Derek siete licantropi, giusto?" chiese schiarendosi la gola, agitandosi imbarazzato, non volendo incontrare lo sguardo di nessuno.
"Non posso credere che i licantropi esistano davvero." disse piano uno dei Derek, quello leggermente più vecchio che era alla porta quando Stiles l'aveva aperta poco prima.
"Le realtà alternative vanno bene, ma credere ai licantropi è troppo difficile, eh?" Intervenne il suo Stiles dai capelli viola, stuzzicandolo giocosamente tra le costole.
"Questi due sono lupi," affermò il Derek reale, ignorando il flirt, allargando le narici per annusare di nuovo l'aria. Indicò il Derek sul davanzale, quello con il braccio destro tatuato, e quello più giovane che assomigliava al Derek di quando Scott era stato morso. "E...anche tu," aggiunse lentamente, come se non potesse realmente crederci, sollevando il dito dalla propria versione più giovane al silenzioso, inquietante Stiles che si stava rilassando in una delle poltrone, con il giovane Derek ai suoi piedi, il quale aveva un braccio avvolto possessivamente intorno al suo polpaccio. Nonostante fosse praticamente disteso nella poltrona, apparendo casuale, irradiava ancora una prontezza ed una forza che Stiles era certo di non aver mai sentito, nemmeno quando il Noglitsune l'aveva posseduto. "Colpevole." Disse lo Stiles con un sorriso minaccioso, le zanne in mostra. Sollevò anche le mani, estraendo e ritirando gli artigli un paio di volte, esibendo un controllo perfetto.
"Porco cazzo, sono un licantropo," sospirò Stiles, intontito, sconcertato, iniziando a sentire l'effetto della canna perché, dannazione, l'erba della realtà alternativa era roba buona. "È così strano."
Derek si lasciò cadere sul pavimento, sedendosi a gambe incrociate vicino all'ottomana, le spalle incurvate. "Non è possibile."

~*~

"Quindi," disse Stiles mentre un'altra canna faceva il giro del gruppo , sforzandosi di non guardare Derek. Nessuno dei Derek. "Voi state insieme. Ci sono almeno sette realtà paralle le a questa e in tutte quante voi state... insieme."
"Si direbbe di sì." Gli rispose il Derek seminudo. Avevano trovato dei pantaloni per lui e per il suo Stiles, quello figo, ma i due non si erano preoccupati di chiedere anche delle maglie. Questo Derek portava i capelli a spazzola, tagliati in un modo simile a quello di Stiles qualche anno prima. Non era una differenza particolarmente significativa come quella dei Derek ricoperti di tatuaggi, ma per qualche motivo a Stiles sembrava che lo fosse. Aveva parecchie fantasie, in fondo, che involvevano le sue dita immerse in quei stupendi, luminosi capelli, in cui li tirava per avvisare Derek di essere al culmine, in cui veniva sulla sua faccia per poi spargere il suo seme su di essi per lasciargli addosso il proprio odore.
"E voi due" chiese sempre il Derek coi capelli a spazzola, svegliandolo dal suo sogno ad occhi aperti.
"Noi due?" farfugliò Stiles, muovendosi goffamente per nascondere la propria erezione, ovviamente invano. E, davvero, tanto che importava ormai?
"Da quanto tempo state insieme? Hai fatto tu la prima mossa o è stato lui?" Gli occhi di quel Derek erano come muschio scintillante, ma Stiles non riusciva a smettere di guardare la sua mano, appoggiata sulla parte alta della coscia del suo Stiles, con il pollice che si muoveva in lenti cerchi.
"Cosa? No!" Stiles si affrettò a dire, spostando lo sguardo su Derek che sembrava molto concentrato a fulminare la sua versione più giovane. "Noi non, uh, non stiamo insieme. Siamo solo amici, compagni di branco. Ci salviamo l'un l'altro la vita quando non ci minacciamo di ucciderci a vicenda. Compagni di ricerca. Nient'altro."
"Huh," commentò il Derek, poco convinto. "Come dici tu, Stiles." Aggiunse pronunciando il suo nome con destabilizzante affetto ed amore.
"Sono serio," continuò lui, il cuore che iniziava ad accelerare. "Voi potete anche venire tutti da mondi in cui Stiles e Derek sono una coppia, ma in questa realtà - "
"Sterek," lo interruppe lo Stiles con gli occhiali.
"Scusami?" chiese Stiles. "Hai detto Sterek?"
Derek, che ovviamente aveva ascoltato per tutto il tempo, girò la testa verso lo Stiles nerd. "Che diavolo è uno Sterek?"
"È come ci chiamano," spiegò lo Stiles, dando dei colpetti sulla spalla del suo Derek ed avvicinandosi per baciargli una guancia.
O mio Dio, questo mi perseguiterà per un bel po'.
Il nerd Stiles guardò il Derek reale, sorridendo compiaciuto. "Nella nostra realtà, il qui presente Der-orsetto**è il primo - ed ancora unico - giocatore di baseball professionista dichiaratamente gay." Gli accarezzò la spalla, sorridendo orgoglioso. "È un po' una celebrità, un difensore dei diritti dei gay, se volete" Il suo Derek sollevò gli occhi ed arrossì, e Stiles pensò di poter morire, perché adesso sapeva come appariva Derek quando era imbarazzato, ed era adorabile.
Ci fu un mormorio di congratulazioni e soggezione all'interno della stanza, ma Stiles stava guardando il suo Derek, tentando di sondare la sua reazione nell'apprendere di essere un'icona gay in un'altra realtà. "Tu giochi da professionista?" Derek chiese al suo doppione, chiaramente impressionato. "In che posizione?"
"Lanciatore," rispose il Derek del baseball, sollevato, chiaramente grato di non dover parlare del proprio status di celebrità.
"Ma non preoccuparti" il suo Stiles cinguettò, "prende anche." Fece l'occhiolino e nella stanza esplosero le risate di sette Sterek.
Adesso era il Derek reale, il suo Derek, ad essere arrossito, rifiutandosi risolutamente di incontrare lo sguardo di Stiles.
"Ma quindi cos'è lo Sterek?" chiese il Derek con la chitarra quando le risate si acquitearono. Stava strimpellando casualmente, giusto qualche nota qui e là, steso sul pavimento con i piedi in grembo allo Stiles con la barba.
"Ci sono stati alcuni special in tv ed un paio di articoli in proposito - beh, principalmente riguardo a quanto fantastico sia Derek, ma anche su come noi due siamo sbalorditivamente gay. Abbiamo guadagnato un po' di fama come coppia. E abbiamo, uh, un piccolo fandom, che ci chiama Sterek. Sapete, Stiles e Derek, il nostro nome come coppia."
"Guarda un po', amico." Disse Stiles, dando un pugno leggero sulla spalla di Derek, cavallerescamente tentando di ignorare quanto strano fosse tutto quello per entrambi. "Abbiamo coniato un neologismo."
Derek tuttavia non sembrava ammirato, a dirla tutta appariva esausto, come se fosse completamente sopraffatto. "Questo è fottutamente assurdo." Borbottò, con la testa sprofondata nelle mani.

~*~

La conversazione si divise e si spostò per un po' mentre loro parlavano di sé stessi, con l'obbiettivo di conoscersi l'un l'altro. Era uno sconcertante eco di di cadenze e risate familiari, ma non ci volle molto perché Stiles ci si infilasse, adattandosi alla stranezza. Era una cosa in cui era diventato bravo da quando il suo migliore amico era diventato un licantropo.
E da quando lui si era innamorato di un'altro.
Aveva scritto a Scott e Lydia, dicendogli il minimo indispensabile e chiedendogli di tornare alla casa per confermare che tutto ciò stesse realmente accadendo, e di portare vestiti e lenzuola perché quei tizi dovevano pur dormire da qualche parte.
Stiles sollevò di scatto la testa quando sentì il giovane Derek-lupo fare una domanda a quello reale con voce dura e sospettosa ed un cipiglio familiare ma strano - era passato un sacco di tempo da quando l'aveva visto l'ultima volta.
"Chi è il tuo Alpha?"
Stiles guardò il Derek reale, che interruppe la conversazione con il Derek con gli occhiali per rivolgere uno dei suoi migliori sguardi duri al sé stesso più giovane. "Scott McCall." Gli rispose torreggiandolo, provocatorio ed orgoglioso.
Siles roteò gli occhi, ma sorrise comunque. Davvero.
Signori, sono lieto di presentarvi il Presidente del Fan Club di Scott McCall, Derek Hale.
Il giovane Derek lo derise, alzandosi dal pavimento per avvicinarsi al Derek reale. "McCall?"
"È un Vero Alpha," aggiunse Derek, compiaciuto e sorridente, incrociando le braccia.
"Ci deve essere un vero vuoto di potere da queste parti perché una cosa del genere possa essere accaduta." Gli ribattè il giovane lupo, avvicinandosi ulteriormente.
Stiles saltò in piedi per intervenire. Aveva visto Derek scattare per difendere il buon nome di Scott con provocazioni molto meno pesanti. "Ehi, piantala." Ordinò al giovane Derek, spingendogli il bicipite.
Questi gli afferrò il polso, senza stringere, ma con abbastanza fermezza da allontanare la sua mano da sé, gli occhi brillanti di blu per un istante. Sembrò così tanto il vecchio Derek che Stiles percepì un senso di déjà vu, unito da una paura da lungo dimenticata.
Derek sembrò non apprezzare la mano del suo doppione addosso a Stiles perché ringhiò, le zanne in mostra e gli occhi luminosi del proprio blu, e afferrò il giovane Derek togliendogli la mano dal polso di Stiles.
Spinse via Stiles con il gomito - trattandolo paradossalmente peggio di come aveva fatto il giovane Derek - per avvicinarsi all'altro lupo, le cui zanne si erano mostrate mentre ringhiava in risposta.
Stiles barcollò all'indietro fino a che il retro delle sue ginocchia non colpì l'ottomana, su cui cadde pesantemente. Nello stesso momento in cui ci fu un movimento confuso ed un ruggito, tanto forte da far tremare i muri, riempì la stanza ed lo Stiles lupo si piazzò tra i due Derek, gli occhi rossi, ruggendo in faccia a quello reale.
Stiles rivolse lo sguardo alla ridicola scena che aveva davanti, stordito ma incantato: il ridicolo specificatamente piazzato tra il Derek che conosceva in passato e quello che conosceva adesso; vedeva il proprio viso contorto in un ruggito, gli occhi infuocati color cremisi. "Porco cazzo." farfugliò, sentendo i propri, di occhi, spalancarsi.
Anche il vero Derek era sorpreso, ma non si tirò indietro. Ringhiò di nuovo, tuttavia non sembrava più convinto quanto prima, come fosse più contrariato che arrabbiato.
"Sta indietro." Minacciò il lupo Stiles, un fottuto Alpha, stringendo nelle proprie mani la maglietta di Derek.
"Andiamo ragazzi." Provò a dire Stiles, ma venne interrotto da un altro flash di occhi rossi e da un altro muro di muscoli a forma di Derek che si piazzò davanti a lui. Era il Derek licantropo con i tatuaggi, anche lui un Alpha, apparentemente. Stiles iniziò a pensare che avrebbero dovuto fare un censimento prima di farli entrare.
"Piantatela entrambi." Disse il Derek alpha, separando Derek ed lo Stiles lupo con facilità, emanando più calma, forza e tranquillità con il suo potere di quanto Derek avesse mai fatto quando ancora era un Alpha. Derek e l' alpha Stiles sostennero lo sguardo per un secondo prima di allontanarsi, tornando ai loro posti.
La stanza rimase silenziosa per un momento, l'atmosfera tesa: sette Sterek, uno Stiles ed un Derek che si guardavano tra di loro, cercando di comprendersi.
"Amico," disse finalmente Stiles, sorridendo al suo Derek "Sono io l'Alpha***."

~*~

Scott e Lydia fecero la loro comparsa non molto dopo la Sfida del Lupi, entrambi apparendo un po' sconcertati e decisamente troppo divertiti per i gusti di Stiles, prendendo in mano tutta l'assurda situazione. Lydia fu abbastanza cortese e percettiva da non dargli ulteriormente addosso per la faccenda del Trickster; gli indirizzò solamente uno sguardo saputo dopo averlo sorpreso a guardare con occhi un po' troppo malinconici due degli Sterek coccolarsi sul divano.
Stiles e Derek li lasciarono a fare da babysitter così da poter parlare in privato nella cucina. "Amico, che cazzo." Disse Stiles, crollando su una delle sedie del tavolo.
Derek gli si sedette di fronte, le braccia incrociate. "È colpa tua."
"Sì, lo so. Grazie tante." Stiles non si azzardò neanche a provare a difendersi. Incidente o no, aveva evocato lui il Trickster, evidentemente fallendo pure nell'esiliarlo alla fine. " Devo dare atto di una cosa a quello stronzo," sospirò. "Questo è un sistema decisamente complesso per farcela pagare." Lanciò l'esca, tentando di sondare come Derek stesse reagendo a tutta la situazione. L'emozione più evidente mostrata fino adesso era stata quando aveva protetto Stiles dal giovane Derek, e adesso sembrava più che altro stanco.
"Complicato è un modo di porlo" gli rispose Derek.
"Fottutamente strano è un altro."
"Assolutamente."
"Immagino sia questo il punto. Intendo, il gioco del Trickster? Farcela pagare, metterci a disagio forzandoci ad interagire con tutte queste varianti di..." Stiles stava per dire noi, innamorati ma le parole gli rimasero in gola.
"Sterek?" suggerì Derek, sillabando lentamente saying the word slowly, come se ancora non ci credesse.
"Già." Stiles annuì, passandosi una mano sul retro del collo.
"Io non sono a disagio" disse Derek quietamente dopo un minuto di silenzio, lo sguardo basso sulle proprie braccia. "È strano sì, e travolgente, e credo che la prossima settimana ci farà diventare pazzi, ma non sono... a disagio... guardandoli."
Stiles si rilassò, il sollievo che allentava un po' la tensione delle sue spalle. "Beh, perfetto. Nemmeno io." Si chiese se Derek avesse udito la sua bugia, e se avesse idea di cosa gli Sterek gli provocavano dentro. "È solo strano. Una serie di me ed una serie di te sarebbe già sufficientemente bizzarra, il complessivo... Sterek della cosa è... uh..." Cazzo, stava sproloquiando e rendendosi ridicolo, e adesso Derek lo guardava confuso. Fece una pausa e prese un paio di respiri tremanti. "Quanti universi alternativi credi che esistano? Credi che ci siano nostri doppioni in ciascuno di essi? Credi che.. siamo Sterek in tutti?"
Derek fece spallucce. "Può darsi che non ci sia nessun altro universo, ed il Trickster abbia solo evocato questi tizi dal nulla."
"Huh." Stiles non aveva pensato a quella possibilità. Era una delle cose che aveva imparato ad apprezzare di Derek: come vedesse le cose in modi che Stiles non considerava, da diverse prospettive che lui non riusciva a riconoscere. Era il motivo per cui in passato avevano sempre discusso, ma che con il passare del tempo li aveva portati a diventare studiosi migliori, permettendogli di conoscersi meglio. "Pensi che abbia un tale potere?" chiese, intrigato. "Sembrano così reali."
"Richiederebbe più o meno energia rispetto ad un viaggio interdimensionale?"
Stiles iniziò a saltellare sulla propria sedia, alzandosi per piegare una gamba stto di sé, e si sporse in avanti sul tavolo per l'eccitazione. "Questa è una domanda interessante. Dove potremmo iniziare le ricerche? Credo potremmo partire - "
"Stiles."
"Sì?"
"Si sta facendo tardi, abbiamo già avuto delle giornate sfiancanti e stiamo per avere una settimana altrettanto sfiancante. Possiamo limitarci a capire cosa fare con questi tipi stanotte così da poter avere un po' di riposo?"
"Oh, giusto. Scusa amico. Ok, stavo pensando: Ci serve un modo per riconoscerli e parlare con loro, giusto? Quindi perché non farli venire qui uno ad uno -"
"Vorrai dire due a due." gli ricordò Derek, e Stiles pensò di averlo visto sorridere, ma era stata una cosa troppo veloce e timida perché ne potesse essere certo.
"Farli venire qui due Sterek alla volta e fare loro qualche domanda, conoscerli meglio. Capire come chiamarli, perché la cosa inizierà a diventare parecchio confusa se non lo facciamo. Possiamo assegnare una stanza a ciascuno di loro e, magari, domani ci sveglieremo scoprendo che tutto questo è stato solo uno strano sogno molto vivido."
"Non posso credere che dovranno stare qui." Derek gemette, le mani nuovamente a coprirgli la faccia.
"Amico, dove vorresti che andassero? Non possiamo mica mandarli ad un Holiday Inn Non dovrebbero nemmeno lasciare la tua proprietà - vuoi davvero che sette dei tuoi doppioni girino per la città facento chissà quali casini? Perché io di certo non voglio."
"Lo so," disse Derek, apparendo esausto. "È solo che... Io ho preso questa casa per il branco, per... non perquesto."
"Tecnicamente, loro sono branco. Sono noi, amico. Diversi, sì, ma apparentemente come... noi stessi saremmo... non so. Se io fossi stato morso, se tu fossi umano, se noi fossimo..." Stiles non era sicuro se diregay o bisex od omosessuali o semplicemente insieme, così decise per muovere vagamente la mano tra di loro.
Derek si mosse sulla sedia, sgranchendosi le spalle, ma tenendo gli occhi su di lui, osservandolo attentamente.
Stiles sostenne il suo sguardo per un secondo prima di prendere un respiro profondo. "Io sono bisex" buttò fuori, il battito a mille, incapace di trattenersi. "Non so perché te lo sto dicendo. L'ho detto solo a Lydia. Ma, ecco, mi sembra rilevante adesso?" Strofinò più forte il proprio collo, sentendosi praticamente andare a fuoco da tanto stava arrossendo.
"Ok." Disse Derek, senza spostare lo sguardo, una piccola traccia di sorriso, che Stiles era sicuro di stare immaginando, a piegargli l'angolo della bocca.
"Ok." Ripetè Stiles, con il cuore in corsa. Era semplicemente venuto fuori e, cazzo, era stato spaventoso ma si era sentito bene a dirlo ad alta voce, il che era folle considerando che l'aveva detto a Derek, fra tutti.
"Cominciamo subito gli intterogatori." Disse Derek, alzandosi dalla sedia. "Vorrei andare a dormire prima possibile."
Stiles si alzò a sua volta. "Piacerebbe anche a me andare a casa e dormire." Si stiracchiò, iniziando a sentirsi stanco tanto quanto lo sembrava Derek.
"Oh è esilarante che tu pensi di potertene andare." Gli sorrise l'altro, battendogli una mano sulla spalla mentre lo spingeva fuori dalla cucina. "Se io dovrò stare qui e sorbirmi tutti loro, lo dovrai fare anche tu."
Fu ridicolo, davvero, quanto Stiles si sentì felice.

~*~

"Ok." Annunciò Stiles, brandendo un pezzo di carta. "Se vogliamo avere qualche possibilità di arrivare alla fine della prossima settimana senza impazzire, avremo bisogno di un modo per differenziarci. Quindi, basandoci su quello che ci avete detto e sul vostro aspetto, ho assegnato a tutti noi dei nomi identificativi, ok?"
Lui e Derek avevano finalmente finito di parlare con ognuna delle coppie di Sterek individualmente, ottenendo abbastanza informazioni su di loro da poterli riconoscere e dargli un nome. Nel mentre, ciascunn duo gli aveva raccontato di come si erano incontrati e messi insieme, con Stiles sempre più frustrato e geloso ad ogni dolce incontro di cui sentiva parlare.
Erano tutti tornati nel salotto adesso, Scott e Lydia ancora in mezzo a tutti gli Sterek. Scott sembrava assolutamente innamorato di tutti gli Stiles e viceversa; si chiese se ci fosse una realtà in cui lui e Scott non fossero migliori amici. Probabilmente no, pensò con un sorriso, il pensiero lo rassicurava.
Stiles puntò il dito sullo Stiles con gli occhiali ed il gilet e sul Derek giocatore di baseball. "Tu sei Nerd Stiles, e tu JockDerek****."
"Davvero creativo, genio." Disse Nerd Stiles. "E Jock? Siamo in un pessimo film da liceali degli anni ottanta?"
"O mio Dio, sta zitto." Gli rispose Derek, stringendosi la radice del naso.
"Andiamo avanti." Stiles indicò uno dei Derek tatuati - quello umano attualmente impegnato a rollarsi un'altra canna. Sul serio amico? "Tu sei StonerDerek, e tu Stoner Stiles****."
"La tua creatività è senza limiti." Lo prese in giro Stoner Stiles, battendo il pugno con Nerd Stiles quando questi sbuffò una risata..
"Devono essere ovvi, è questo il senso." Ringhiò Derek. "Fatemi il favore di stare zitti e lasciarlo finire."
Stiles si schiarì la gola. Non pensava avrebbe mai visto il giorno il cui Derek avrebbe zittito qualcun altro così che lui potesse parlare. Certo, erano altri Stiles quelli a cui stava dicendo di zittirsi, quindi probabilmente non era una grande vittoria.
Si rivolse all'altro Derek tatuato, il licantropo.. "Tu sei Alpha Derek, e tu Fox Stiles." Stava ancora cercando di scendere a patti con il fatto che, nella loro realtà, lui ed il suo Derek erano compagni per la vita che si erano sognati a vicenda come volpe e lupo sin dall'infanzia.
I successivi erano il Derek con la chitarra e lo Stiles con la barba. Che comunque, cosa? "Hipster Derek e Hipster Stiles."
"Noi non siamo hipster!" protestò Hipster Stiles. "Lui è un talentuoso cantautore."
"Sì, dillo alla tua barba e ai jeans aderenti." Stiles scattò, rivolgendogli le spalle.
Non si girò a vedere chi gli aveva tirato un accendino in testa. Proseguendo la sua missione, si rivolse allo Stiles tatuato con i capelli con le punte viola. "Punk Stiles, ovvio." disse, sperando di prevenire ulteriori insulti alla propria intelligenza, e rivolgendosi al Derek di Punk Stiles, quello più grande con tracce di grigio nella barba. "E tu sei Writer Derek."
"Mi sembra giusto." Gli replicò Writer Derek con un piccolo sorriso, e Stiles ebbe l'impulso di abbracciarlo.
Si girò verso lo Stiles lupo, che ancora lo destabilizzava leggermente. "Alpha Stiles, ovviamente. E, um, Omega Derek?" Era preoccupato di insultarlo - ma entrambi avevano utilizzato liberamente il termine mentre parlavano, e adesso stavano sorridendo, scambiandosi sguardi come se condividessero un segreto e tenendo le mani intrecciate.
"E finalmente," Stiles annunciò, spostandosi di fronte alla coppia senza maglietta, quella con lo Stiles stranamente figo ed il Derek con i capelli corti. "Ultimi, ma non per importanza," disse con un pesante sospiro. "Porn Stiles e Porn Derek."
La stanza esplose in un coro di fischi e risate, con Derek che roteava gli occhi mentre Stiles arrossiva selvaggiamente; non poteva credere che là fuori ci fosse una realtà in cui lui e Derek erano delle fottute porno star, e parecchio popolari se quello che avevano detto era vero.
Porn Derek gli rivolse una decisamente troppo familiare occhiataccia esasperata. "Ti ho detto che sono un veterinario." Disse, tentando di suonare indignato.
"Che lavora nel porno.," Stiles gli ribattè velocemente.
"Punto a suo favore, baby." Sottolineò Porn Stiles, dandogli una gomitata nelle costole. Porn Derek roteò gli occhi e lo baciò, prima di sussurrargli qualcosa nell'orecchio che gli fece chiudere gli occhi e spalancare la bocca in un impeto di evidente desiderio.
Stiles distolse lo sguardo, tentando di scacciare il dolore che sentiva nel torace, provando a controllare sé stesso, sperando che Derek non si accorgesse dell'effetto che il loro amorevole flirtare aveva su di lui. Alpha Derek lo notò, però, e fissò lo sguardo su Stiles con un curioso inarcamento del suo stupido Derekoso sopracciglio.
"E voi due?" chiese Omega Derek, sembrando ancora un po' omicida e scontento. "Voi sarete solo Stiles e Derek? Non i sembra granché corretto."
"vi ricordo la parte in cui questa è la nostra realtà," Derek spiegò lentamente attraverso le mascelle serrate.
"Derek ha ragione," lo interruppe Stiles. "Dato che questa è la nostra realtà, noi saremo Stiles" - si battè una mano sul petto con un tonfo drammatico, sollevando l'altra per dare un colpetto sulla spalla di Derek - "e Derek. Fateci l'abitudine, Sterek."
Derek roteò gli occhi, ma Stiles conosceva quel sorriso compiaciuto e soddisfatto.

~*~

Riuscirono a sistemare tutti gli Sterek nelle rispettive camere e con le coperte rimboccate, come Lydia e Scott continuavano a dire, ridendo con assai meno dignità di quella che si addiceva ad una Banshee ed un Vero Alpha adopinione di Stiles.
Writer Derek e Punk Stiles avevano gentilmente accettato di usare il materasso che Lydia e Scott avevano portato, l'unico spazio abbastanza grande per metterlo era il salotto. Stiles nei giorni precedenti aveva dormito in una delle camere al piano terra, ma la cedette ai Porn Sterek, pensando di dormire sul divano... fino a che non realizzò che ciò avrebbe significato dormire a pochi passi da Writer Derek e Punk Stiles e, uh, no. Il punto dell'intera situazione era stato di assicurarsi che ogni Sterek avesse una camera perché i bastardi sembravano non riuscire a tenere le mani fuori dai rispettivi pantaloni, e Stiles non aveva nessun interesse ad avere un posto a bordocampo durante la scopata di una coppia di loro doppioni.
Beh, nessun interesse poteva essere un po' eccessivo. Era strano, d'accordo, ma era naturale che fosse curioso, giusto?Certamente aveva considerato la possibilità di incappare in qualcosa di più degli assurdi baci appassionati e pieni d'amore di cui quei bastardi sembravano dipendenti. Certamentevoleva scoprire come sarebbero sembrati lui e Derek se avessero fatto sesso, nonostante quel pensiero non facesse che peggiorare la sua bruciante gelosia. Certamente era curioso. Solo che non era sicuro di poterlo ancora gestire.
"Ne deduco che dormirò sul pavimento della cucina." Stiles sbottò una volta realizzato dove la sua testa stesse andando e di stare fissando sfacciatamente il pacco di Writer Derek. Si mise a raccattare i cuscini del divano, evitando il suo sguardo.
"Non mi pare mica giusto." Disse Fox Stiles mentre gli passava accanto, spazzolandosi i denti.
"È il mio spazzolino quello?" chiese Stiles, fissandolo con orrore.
"Yep! Grazie, amico." Gli fece l'occhiolino ed uscì dalla stanza, chiamando a gran voce il suo Derek.
Derek potè a stento trattenere una risata mentre strappava i cuscini dalle braccia di Stiles. "Inizi a comprendere quanto fastidioso sei?"
"Questa storia ti piace fin troppo. Adesso ridammi i miei cuscini, sono esausto e, onestamente, non mi potrebbe importare meno di dove dormirò a questo punto."
"Non ti lascerò dormire sul pavimento della cucina come Cenerentola, Stiles. Puoi condividere la mia camera."
Stiles fu abbastanza sicuro di aver sentito Writer Derek ridere, ma era troppo occupato nel cercare di decifrare l'espressione di Derek, guardinga e neutrale come al solito, il suo cervello che tentava di processare il fatto che Derek si era appena offerto di dividere la camera con lui. "Um, sicuro, sì, ok. Posso dormire anche lì sul pavimento."
Fu certo che Writer Derek rise a quel punto, e anche Punk Stiles, il traditore. "Ok," Derek disse a bassa voce, aiutando Stiles a rimettere a posto i cuscini del divano.

~*~

"Non c'è bisogno che tu dorma sul pavimento," gli si rivolse Derek, chiudendo la porta della sua camera dietro di loro. "Il letto è abbastanza grande."
Stiles inghiottì con difficoltà. "Se per te è ok, sicuro. Grazie."
Derek aveva ragione; Il letto era un California King Size, ed era più che adatto perché ci potessero dormire due uomini adulti senza intenzioni sessuali di qualsivoglia genere nei reciproci confronti.
"Ti serve un pigiama?" gli chiese Derek, estraendo due paia di pantaloni morbidi da un' anta dell'armadio.
A Stiles venne in mente di aver lasciato il vecchio paio di Scott, che aveva usato per dormire nei giorni precedenti, nella stanza al pianterreno ora occupata dai Porn Sterek. "Sì, grazie amico."
Derek grugnì e glieli lanciò insieme ad una maglietta nera prima di puntare verso il bagno padronale e chiudere la porta, dopo poco si diffuse il suono della doccia.
Stiles si cambiò rapidamente ed attese il suo turno per il bagno, giocando con il suo cellulare ma senza realmente prestare attenzione a nulla, focalizzando e calmando i suoi nervi così che Derek non sarebbe soffocato nell'odore della sua ansia. O lussuria, perché cazzo, stava per dividere il letto con Derek.
Derek che uscì dal bagno con i capelli bagnati, la pelle che profumava di sapone, e sembrando delizioso ed adorabile. Stiles si affrettò a spazzolarsi i denti con lo spazzolino di riserva che Derek gli aveva lasciato. Cercò di evitare con lo sguardo la propria immagline riflessa nello specchio, non voleva vedere quanto chiazzate fossero le sue guance, o quanto scure fossero diventate le sue occhiaie, non voleva vedere quale fosse il suo aspetto quando era parimenti eccitato e terrorizzato di andare a letto con Derek.
Di dormire accanto a Derek.
Le luci erano spente quando uscì dal bagno, ma c'era abbastanza luce lunare proveniente dall'enorme lucernario da consentirgli di trovare facilmente la via per il letto. Derek era già sotto le coperte scure, rivolgendogli la schiena. "Grazie ancora," gli disse Stiles, scivolando accanto a lui, stendendosi sulla schiena. "È molto più comodo del pavimento." Il letto era abbastanza grande che Stiles avrebbe potuto estendere il braccio e quasi non arrivare a toccare la schiena di Derek. Quasi.
"Non mi sembrava molto giusto che tu fossi l'unico senza un letto." Disse Derek, la voce pensante di sonno.
"Sarebbe potuta essere la mia punizione per averci coinvolti in questo casino." Stiles si sistemò tra le lenzuola; erano soffici e profumavano di Derek, e non potè evitare di respirare profondamente, anche se non fece assolutamente nulla per calmare l'eccitazione crescente che stava provando.
Con l'imprigionamento del branco, non aveva avuto molto tempo per prendersi cura di sé stesso come abitualmente faceva, era stato un po' esitante all'idea di masturbarsi in una casa di esserei con super udito, quindi era passato un po' dal suo ultimo orgasmo e, Dio, il profumo di Derek eracosì buono.
Derek fece per ridere ed inizò a dire qualcosa ma si bloccò, le spalle tese come se stesse ascoltando qualcosa. "Ovvio." Sospirò, rassegnato.
"Cosa?"
Stiles lo sentì appena finì di chiedere, il suono progressivamente crescente, impossibile non udirlo. C'era il ritmo concorrente di diverse testiere che sbattevano sui muri, ed un coro di gemiti e risate smorzate. La stanza principale era parecchio separata da tutte le altre, ma loro potevano lo stesso sentire il rumore proveniente da ogni direzione.
Ogni coppia dei Derek e Stiles nella casa - eccetto i due che erano imbarazzantemente stesi l'uno accanto all'altro nella camenta padronale - era intenta a scoparsi a morte.
Rumorosamente.
Si allontanò da Derek, come se quello avesse potuto nascondere l'odore della sua erezione rampante. "No, questa è la mia vera punizione." mormorò, sperando di addormentarsi.

~*~

Stiles osservò Derek dormire per oltre mentre combatteva per non rigirarsi nel letto, il sonno che rimaneva elusivo nonostante la sua stanchezza. Fino a che, intorno alle due del mattino, gettò via le coperte e marciò fuori dalla stanza, irrequieto, agitato e frustrato.
Il trambusto di scopate era scemato poco prima, la casa adesso stranamente silenziosa pur essendo così piena. Apparentemente stavano dormendo tutti eccetto lui.
Stiles scese silenziosamente le scale verso la cucina per prendere un bicchiere d'acqua, vagando con lo sguardo per lo scuro cortile posteriore attraverso il vetro della porta scorrevole cercando di far quadrare, nella propria testa, tutto quello che stava succedendo. Lo shock iniziale di vedersi ripetuto in così tante variazioni era quasi passato del tutto ormai, sostutito dal crescente, caotico mix di emozioni generato dall'incontro con i suoi altri sé e con gli altri Derek.
Avrebbe dovuto renderlo felice, fremente persino, come tutto quello sembrasse suggerire che lui e Derek fossero... predestinati? Fatti l'uno per l'altro? Ma non era sicuro di credere a certe cose, nonostante le realtà alternative ed i viaggi interdimensionali. Se proprio, l'arrivo degli Sterek l'aveva riempito di ancor più malinconia, frustrazione e dubbi.
Se tutti i Derek delle altre realtà amavano il proprio Stiles, perché il suo Derek non amava lui?
E non c'erano dubbi, gli Sterek si amavano, di questo almeno Stiles era certo. Non erano solo i baci, l'affetto e le benevole prese in giro, le voci scintillanti di adorazione. Era il modo in cui si guardavano l'un l'altro; Stiles non aveva visto un simile scambio di sguardi veneranti e pieni d'amore tra due persone da quando sua madre era ancora viva. E c'era anche qualcos'altro, un'aura forse, qualcosa che sentiva quando era un bambino, un'energia che circondava le persone innamorate. L'aria ne era stata piena per tutta la notte.
Fottuti Trickster. Aveva sempre pensato che si dilettassero con malefatte e caos, probabilmente maliziosi, ma non pensava che potessero ordire simili montature, non pensava che il suo scherzo sarebbe stato mostrargli così tante possibili varianti di ciò che voleva ma non poteva avere. Gli sembrava terribilmente crudele.
Udì un mormorio di voci dalla stanza più vicina alla cucina, la sua vecchia camera ora occupata dai Porn Sterek. Curioso e privo di vergogna, poggiò il bicchiere vuoto sul mobile e scivolò lungo il corridorio, accucciandosi in basso vicino alla porta leggermente socchiusa, sbirciando dentro. Da dove si trovava, e al buio, poteva a stento riconoscere i contorni di due figure intente a coccolarsi sotto le coperte.
Udì la voce di Derek, le parole appena smorzate, come la sua bocca fosse premuta su della pelle. "Non capisco come possano conoscersi da quasi due anni e non stare insieme."
La risata sbuffata che Stiles sentì in risposta era identica alla sua, più o meno. "Solo perché tu avevi il mio uccello in bocca un'ora dopo che ci siamo incontrati." Scherzò Porn Stiles.
Stiles sentì i suoi occhi spalancarsi, dovette morderso le dita per impedirsi di gemere.
Perché non può vivere in questa realtà?
"Il me di questa realtà è un idiota per non aver fatto lo stesso con il suo Stiles." Sussurrò Derek. "Non so come faccia a non mettegli le mani addosso."
Stiles strinse gli occhi per un secondo prima di sbirciare di nuovo nella stanza.
Il mormorio basso adesso veniva da entrambi e lui riuscì a focalizzare nuovamente la voce di Porn Derek. "Parlando del tuo uccello nella mia bocca," tubò giocosamente; ricordò a Stiles il suo Derek, che sollevava le sopracciglia a suo indirizzo dall'altro lato della Jeep. Sto pensando di darti un pugno in faccia.
Fruscio di lenzuola, gemiti indistinguibili, risate, respiri rumorosi e tremanti. Era strano, così strano ma, cazzo, era anche così eccitante, e lui non potè impedirsi di accarezzarsi attraverso i pantaloni del pigiama presi in prestito da Derek, il cazzo che iniziava a fargli male. Si chiese brevemente quanto sbagliato fosse, toccarsi ascoltandoli senza che loro lo sapessero. Ma non era poi molto diverso dal masturbarsi, se ci si pensava si poteva seguire la sua speciale Logica Stiles (la quale, per definizione, implicava che gli altri Stiles l'avrebbero capita. Visto? Logica perfetta.)
I suoni dal letto divennero più rumorosi: risucchi bagnati ed umidi man mano che Porn Derek calava sul suo Stiles, le cui esclamazioni senza fiato stavano diventando più forti, più urgenti. "Cazzo, Derek, sì...proprio così...oh Dio, la tua cazzo di bocca." Ci fu un borbottio di Derek, forse un ruggito nonostante questo Derek fosse umano. "Sei così bello con il mio cazzo nella tua bocca, Der, così bello quando sei così affamato di me."
Nel corridoio buio, osservando muoversi in alto ed in basso la sagoma della testa e delle spalle di Derek, Stiles si morse a sangue il labbro. Non riuscì a contenere il suo gemito, ma non gliene poteva importare più di tanto. Cazzo, cosa avrebbe dato per sussurrare quelle amorevoli oscenità al suo Derek. Aveva ricevuto un pompino prima, ed era stato divertente e tutto, ma non ricordava di essere suonato così, piagnucolante e spezzato e bisognoso ed affezionato. Sembrava come se il suo sé stesso alternativo stesse cadendo a pezzi nella bocca di Derek e, cazzo, lui voleva sapere come ci si sentiva.
"Sto per venire," esalò Porn Stiles. "Mi vuoi in bocca?"
Stiles voleva sapere come appariva Derek quando rispondeva di sì a quella domanda. Tolse la mano dal proprio uccello, non volendo venire così, raggomitolato contro un muro del corridoio.
Voleva sentire che suoni avrebbe emesso quando il suo seme sarebbe stato succhiato fuori da Derek.
Porn Stiles gemette e tremò quando venne, contorcendosi ed inarcandosi sul letto. Dopo lunghi attimi di respiro pesante, Stiles sentì di nuovo la propria voce, ora rauca e poco familiare, risuonante più distrutta di come lui l'avesse mai sentita. "Avanti, vieni qui, baciami."
Stiles quasi soffocò. Vide la forma indistinta di Derek risalire il letto, udì il sonoro ed umido schiocco di saliva e sperma, e poi i grugniti smorzati di Stiles, il ritmico cigolio del letto, Derek a cavallo del suo torace, che gli scopava la bocca, e non passò molto prima che Derek venisse con lunghi, bassi mugolii.
Stiles saltò in piedi e filò nel bagno in fondo al corridoio, l'uccello fuori dai pantaloni ancor prima di chiudere la porta. Fece cadere la bottiglia del sapone dal mobile nella fretta di pomparne un po' sul proprio palmo, nonostante quasi non ne avesse bisogno, l'uccello bagnato di densi rivoli di liquido che lo tenevano incollato ai pantaloni di Derek mentre li faceva scivolare rudemente lungo le cosce.
Gli ci vollero pochi energici colpi prima che si arcuasse, il calore che saliva lungo la sua colonna vertebrale in pulsazioni brucianti, le ginocchia deboli, la fronte premuta contro il braccio appoggiato allo specchio e la schiena che si inarcava mentre liberava calde e dense spruzzate sul piano del mobile, alcune persino sul vetro.
Ansimante ed intontito, con piccole gocce di sudore nella curva della schiena e sulle tempie, Stiles pulì il casino fatto con un rotolo di carta igienica, evitando il proprio riflesso sporco di sperma nello specchio. Aveva visto abbastanza di sé per una notte.

~*~

Note finali dell'autrice: Povero Stiles. :( State pronti per un po' di feels di famiglia/branco, tutti quanti!

~*~

Nerd Stiles/Jock Derek: Hot Nerd Alert
(Disponibile in inglese su Ao3, ancora non tradotta in italiano)

Porn Stiles/Porn Derek: You Look Familiar
(Disponibile in inglese su Ao3, ancora non tradotta in italiano)

Alpha Derek/Fox Stiles: We Got Something Magic
(Disponibile in inglese su Ao3, ancora non tradotta in italiano)

Hipster Stiles/Hipster Derek: If I Played You My Favorite Song
(Disponibile in inglese su Ao3, TRADOTTA in italiano da Adelaide Bonfamille e disponibile su efp)

Omega Derek/Alpha Stiles: Alpha Stiles
(Disponibile in inglese su Ao3, ancora non tradotta in italiano)

Stoner Stiles/Stoner Derek: Sour Kush
(Disponibile in inglese su Ao3, ancora non tradotta in italiano)

Punk Stiles/Writer Derek: Queer Your Coffee
(Disponibile in inglese su Ao3, ancora non tradotta in italiano)






Note della Traduttrice
* All'inizio del capitolo originale Derek dice "Let me get this straight", facendo ridere la maggior parte dei presenti, perché l'autrice ha sfruttato il doppio senso (intraducibile in italiano) della parola "straight" inteso sia come "diritto/corretto/giusto/ecc.ecc." che come "etero", infatti il termine Straight viene comunemente utilizzato in inglese per come sinonimo di quest'ultima parola.
Quindi, per chiarezza, è come se Derek chiedesse "lasciatemi capire questo etero" e Punk-Stiles indicasse quanti uomini non etero sono presenti.

**In inglese "Derbear", un vezzeggiativo abbastanza diffuso nei riguardi di Derek.
La traduzione è abbastanza letterale.

***Chiaro riferimento alla battuta tipica di Derek nelle stagioni 1, 2 e 3 del telefilm.

**** Stoner e Jock sono due termini che non hanno una propria traduzione.
O almeno non una che non ne travisi parecchio il senso nel passaggio da una lingua all'altra.
-"Jock" è un termine indicante un atleta o un fan di uno sport, che ha pochi altri interessi al di fuori di esso
-"Stoner" sarebbe traducibile con "tossicodipendente" inteso non in senso negativo, ossia una persona che fa uso, spesso a scopo ricreativo, di marijuana

In Any Version Of Reality  // Sterek//Where stories live. Discover now