Hola gentaglia di Wattpad, precisamente del mondo di Inazuma⭐
Sono stata taggata da AngelaDimaggio in questa challenge che consiste nel creare una one-shot su Fey (ammmore mioooo❤) e un coniglio (?)... Beh stava scritto coniglio ma io ho interpretato come il suo coniglio di peluche.
La mia capacità di comprensione é pari a 0 -.-
Vabbuo spero vi piaccia, é la prima cosa che mi é passata per la testa ^^
---------------------
Dopo aver riportato il calcio alla normalità io vado a vivere con mio padre.
Oggi sono stato tutto il giorno con Simeon; per lui é uno "shock" ritrovarsi cosi da un giorno all'altro senza poteri.
Io ci ho vissuto per un po senza rendermene conto ma sono dettagli che tralasciamo.
Torno a casa verso le sette di sera.
-Fey?- sento la voce di papà dalla cucina.
-Si sono io!-
-É andato tutto bene?-
-Certo papà, non preoccuparti!-
Io devo ancora abituarmi a queste attenzioni da parte di mio padre, se non altro ho passato gran parte della mia vita senza di lui.
-Vado in camera!- dico salendo le scale con lentezza.
Sono stanchissimo e non vedo l'ora di buttarmi sul letto.
Apro la porta e blocco subito i piedi a terra dopo il primo passo.
Il cuore mi é salito in gola a quella vista: il mio coniglio di peluche seduto sul mio letto, inclinato un po di lato ma con gli occhi nerissimi fissi su di me.
Le immagini mi passano davanti agli occhi veloccisime come flashback, foto grammi del mio passato accompagnate dal suono dei miei singhiozzi che si persero in quella notte.
Mi sembra di rivivere quel momento, sento l'aria fredda penetrarmi i vestiti e arrivare alla pelle cosi da farmi vibrare tutto il corpo.
Le immagini risultano disturbanti per la mia mente adesso stanca tanto che per farle smettere son dovuto uscire dalla camera e per non sentirmi quei piccoli occhietti addosso ho dovuto chiudere la porta.
Non é stato un incontro piacevole.
Ho avuto come la sensazione che quel peluche mi stesse davvero guardando, come se fosse vivo.
A riportarmi alla realtà é la voce di mio padre che mi dice di scendere per cenare.
Scuoto la testa ripulendo la mia mente da quell'incontro e raggiungo mio padre in cucina.
-Sicuro di stare bene?- mi chiede appena mi siedo a tavola.
-Si papà, sono solo stanco, tutto qui!-
-Ah, va bene!-
Cominciamo a mangiare. Anzi lui comincia a mangiare, io ho lo stomaco chiuso.
Sento una specie di pressa dentro di me, il peso di qualcosa che mi tormenta.
A quanto pare non posso fare finta di niente.
-Papà, perché hai messo quel peluche in camera mia?-
-Quale peluche?-
-Quello che mi hai dato quando mi hai abb...- mi fermo prima di finire la frase che avrebbe fatto male sia a me che a lui - ...quando ero piccolo!-
Lui mi guarda sorpreso -Io quel peluche l'ho messo nello sgabuzzino! Tu stesso mi avevi detto che non volevi più vederlo per non ricordare il passato!-
