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La mia sveglia suona incessantemente con la canzone dei One repubblic Life in color. Amo quella canzone, l'ho messa come suoneria della sveglia per cercare di iniziare la giornata con il piede giusto. Mi alzo dal letto e percorro le scale fino ad arrivare in cucina. Prendo quattro biscotti integrali e li mangio al volo. E risalgo in camera mia per cambiarmi. Metto un jeans, un maglione nero caldissimo e le dottor Martens. Vado in bagno per sistemarmi e inizio a osservarmi di fronte allo specchio. I capelli voluminosi, ricci e castani sono arruffati, gli occhi verdi sono contornati da delle occhiaie che mi arrivano a terra e le labbra piene e le gote sono molte rosse. Mi trucco per sistemare l'obrobrio che sono di prima mattina. Metto solo un po di crema colorata e il mascara. Sistemo velocemente lo zaino, metto il giubotto e vado verso la fermata dell'autobus. Vado verso il mio gruppo di amiche, mi rallegrano la giornata con un solo sorriso. Loro si chiamano Alice, Martina, Giulia, Matilde e Laura.

"Buongiorno"

"Ciao Mary" mi dice Alice.

"Lo sai che Luca ti sta fissando,vero?"

"Sì, ma ormai non ci faccio più caso, ci ho fatto l'abitudine, anche perché sono due anni che mi dice di amarmi"

"Sì lo so, che poi tu gli hai dato una possibilità per essere amici, ma lui ne ha approfittato. Si lo so"

"Giusto, me ne dimentico sempre"

"Ehii Giuu" grido nel sui orecchio.

"Ma sei scema?! Provaci un'altra volta e ti ritrovi le orecchie intasate di terra. Adolescente in preda agli ormoni avvisata, mezza salvata" Giulia e la sua finezza.

"Bounjour fines"

"Evita. Davvero. Non so nemmeno come facciamo ad essere amiche visto che siamo praticamente gli opposti"

"Gli opposti si attraggono, amica"

"In amore, non fra due amiche, bella"

"E chi te lo dice che io provo solo amicizia nei tuoi confonti?"

Mi guarda, malissimo, è schifata. Non riesco a resistere e scoppio a ridere. Ora mi rivolge uni sguardo omicida, se potesse mi avrebbe già uccisa.

"Ehi l'autobus è arrivato, saliamo"

"Ok"

Salgo dentro, e mi vado a sedere. Metto le cuffiette e faccio partire la musica. Mi rilassa tantissimo ascoltare la musica nell'autobus. Quel suo ondeggiare a destra e a sinistra mi fa ritornare quasi bambina, quando mia madre mi cullata cantandomi la ninna nanna. Ora cambia solo che sono cresciuta, mi culla un autobus e la ninna nanna me la cantano gli All Time Law. Come strana la vita sotto certi, aspetti, mi viene quasi da ridere. È bizzarro come una persona cresce e porta con sé tutto ciò che ha vissuto, senza lasciare niente, solo che alcune cose sfuggono sempre, e sono proprio quelle le cose che cambiano. Scendo alla fermata a Lecce, e mo dirigo a scuola da sola. Frequento il secondo anno di un liceo scientifico ed è molto difficile e impegnativo, non so nemmeno dove trovo la forza per studiare tutti i pomeriggi. La brezza fresca mi colpisce in faccia mentre cammino, mi rinfresca, ma allo stesso tempo mi da i brividi. Mentre cammino non penso a niente, libero la mente da tutti i pensieri e mi concentro solo sulla strada. Guardo le case, le macchine, le persone che mi passano affianco, osservo tutto ciò che ho attorno, ed è sempre così monotono. Sono due anni che faccio questa strada, e le cose sono sempre le stesse. Regna la monotonia di ogni giorno. Quando arrivo a scuola, vado alla panchina dove mi incontro con gli altri della mia classe. C'è gia qualcuno, ma non mi va di parlare con loro così mi siedo e sto zitta. Di mattina sono piùttosto irritante e non voglio che qualcuno subisca le mie perplessità sprezzanti. Quando arriva Alessio entriamo a scuola. Che l'inferno abbi inizio. Ci siamo solo noi due in classe e stiamo facendo delle foto sceme per passare il tempo. La classe ora, si é riempita, e la professoressa di latino ci dà il bentornato a scuola dalle vacanze. Non capisco cosa ci sia di buono nel tornare in un posto in cui sei costretto ad andare. Non che a me non piaccia studiare, ma diciamo che preferirei fare altro, sono in una via di mezzo. E poi siccome da grande mi piacerebbe diventare biologa, mi tocca per forza studiare. Cerco di seguire le lezioni ma oggi proprio non ce la faccio. Alla fine trasportata dalla noia, le cinque ore finiscono ed esco fuori andando di nuovo alla fermata. Questa volta però ci vado con delle amiche, che però non stanno in classe con me. Ripercorriamo la strada che ho fatto stamattina, e arrivate alla fermata saliamo tutte insieme sull'autobus. Metto anche ora le cuffiette e mi faccio cullare dalla musica. Quando esco, mi dirigo a casa. Insomma sempre la stessa routine di ogni giorno. Vado a scuola, torno, pranzo, faccio i compiti, vado a danza, torno, ceno, e se mi va vado alla stazione. Risparmio i dettagli del pranzo, che fra mia sorella che mangia scomposta e le grida di mia madre preferisco mangiare da sola. Mio padre non c'è, perché oggi è giovedì e lui viene nel fine settimana. Siamo in questa condizione da quattro anni, perché mio padre lavora in Calabria, è maresciallo del nucleo operativo di Catanzaro e proprio per questo, non gli danno mai il trasferimento per tornare qua in Puglia. Apparte questo, dopo pranzo faccio una mezz'oretta di "pausa" guardando un po la televisione oppure leggendo un libro. Oggi ho deciso di continuare a leggere Allegiant, l'ultimo libro della saga Divergent. Sono dei libri bellissimi, descrivono tutto nei minimi particolari, e  come tutte le lettrici immagino, mi immedesimo  nei personaggi e credo di provare più emozioni io che loro. Infondo la maggior parte delle cose che sono scritte nei libri sono false, ma una volta che vengono lette, nella nostra mente tutto diventa reale. Io penso che ci sia come una città immaginaria nella testa di ogni lettore. Questa città, è dove sono ambientate tutte le storie, e un mondo che arriva ai confini dell'inimmaginabile. È qualcosa di straordinario, perché è tutto frutto della nostra immaginazione. Ogniuno se la immagina secondo i propri gusti, ma tutte avranno sempre qualcosa in comune. E penso anche che appena si ha un libro in mano scatta l'immaginazione, si ha accesso a questa città. Che poi alla fine è così, almeno credo. Immagginandola si può vedere perfettamente com'è fatta: all'entrata ci saranno i soldati Intrepidi pronti a difendere la città da qualsiasi oggetto estraneo o non identificato; sulla destra c'è un quartiere piuttosto carino, con le case a schiera che hanno davanti un bel giardinetto e dietro la piscina, dove abitano Finch e Violet; poco dopo ci sono i dodici distretti e a qualche chilometro di distanza Capital City con l'arena degli Hunger Games; a nord su una collinetta si erige la maestosa scuola di Hogwarts; al centro della città vi è una grande piazza con un falò perennemente accesso da cui più o meno ogni due/tre giorni una bambina ruba qualche libro; al confine invece c'è una vecchia stazione, frequentata aogni giorno per due volte da una donna al quanto strana, già di prima mattina é ubriaca; addentrandosi nelle stradine della città si apre un altro quartiere dove ogni giorno Heisel Grace Lancaster porta un mazzo di fiori a un certo Augustus Waters; poi qua e là soprattutto nella periferia c'è qualche città di carta; sulla sinistra c'è Chigago protetta dalla sua barriera, famosa per questo progetto dei geni malati e non; e infine tutto intorno alla piazza c'è un palazzo grandissimo, con un'entrata abbellita da un volta con motivi floreali e una grande insegna con scritto 'La Biblioteca'. In questa città nulla è reale, ma tutto è lecito.

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