Capitolo 4

35 9 2
                                    

CAPITOLO 4


HARRY'S POV

Camminava piano. Aveva preso in braccio il ragazzo senza sforzo per portarlo a casa sua ma anche se non pesava molto, a dir la verità quasi niente, non voleva rischiare di scivolare su possibili lastre di ghiaccio e fare male ad entrambi.

Perciò anche se in fretta, si muoveva cauto posando i piedi con attenzione.

Era davvero contento di non essersi mosso troppo lontano dal suo appartamento quella notte. In poco tempo giunse davanti alla porta e lì iniziarono i primi dilemmi su come aprire senza far cadere il giovane senzatetto. Sbuffi bianchi si formavano davanti al volto mentre pensava. Decise di appoggiarlo un attimo sui gradini seduto, giusto il tempo di tirare fuori il mazzo di chiavi tintinnanti e spalancare la porta, che poi lo risolleva da terra portandolo all'interno. Chiuse l'ingresso con il piede non preoccupandosi di inserire le chiavi nella toppa, e velocemente si diresse in camera sua accendendo la luce con un gomito.

Fortuna che era un tipo ordinato o gli sarebbe toccato pure dover sistemare il letto, ma invece era pulito e impeccabile. Gli si avvicinò e vi posò sopra il ragazzo lanciandogli un'occhiata per assicurarsi che fosse tutto a posto. Nulla gli pareva cambiato, ma non c'era da esultare dato che aveva appena rasentato la morte per ipotermia!

Gli tolse il suo cappotto di dosso gettandolo da parte incurante e al diavolo la sporcizia, se ne sarebbe preoccupato più tardi. Avrebbe voluto levargli anche i pantaloni zuppi e la t-shirt ma non sapeva come avrebbe potuto reagire l'altro in caso di risveglio, perciò concordò con se stesso di non togliere nient'altro.

Guardandolo lì, abbandonato sul materasso, il giovane gli pareva così fragile, come se potesse scomparire o sbriciolarsi solo toccandolo. Era magro, molto. Ora che lo guardava bene lo si poteva notare subito; il volto che un tempo doveva essere dai lineamenti delicati era incavato e ricoperto da una barbetta incolta.

Le labbra per fortuna avevano ripreso un po' di colore e con quel pensiero si riscosse.

Andò diretto all'armadio e ne tirò fuori tutte le coperte che possedeva. Le poggiò ai piedi del letto, prendendo la prima dalla pila e aprendola completamente. Coprì il ragazzo, non prima di averlo girato sul fianco in una posizione più comoda, e gli rimboccò la stoffa tutta attorno circondandolo al millimetro. Si morse un labbro sperando di stare facendo la cosa giusta, dopotutto non era un medico e magari così tanto calore all'improvviso poteva fargli male...

Poi gliene mise sopra altre due di quelle pesanti e calde. Alla fine si tirò indietro con un sospiro facendo qualche passo indietro.

Pensò che poteva bastare per il momento. 

Lo osservò dormire, gli occhi chiusi e le palpebre che tremolavano forse per un sogno che stava facendo. Il respiro lento e cadenzato gli fece capire che era vivo e si sentì bene. Non sapeva perchè lo aveva aiutato, ma di sicuro lo avrebbero fatto tutti no? Era normale, credeva, dare una mano alle persone in difficoltà, specialmente a quelle che non avevano un riparo e che erano nelle stesse condizioni del ragazzo sul suo letto e che rischiavano la vita.

Si voltò dopo aver acceso l'abat-jour sul comodino e uscì dalla camera spegnendo la lampada al soffitto. Si fermò a osservare nuovamente il bozzolo sotto alle coperte, che si alzavano piano, al ritmo del suo respiro, con un po' di apprensione. Avrebbe controllato l'indomani mattina le sue condizioni se si fosse svegliato.

Chiuse la porta senza fare rumore, e sempre in silenzio si preparò per la notte.

Si diresse poi in salotto a chiudere la porta d'ingresso a chiave e poi si coricò sul divano. Era abbastanza comodo e per una notte avrebbe anche potuto dormire lì. Si sistemò meglio i cuscini sotto alla testa e si coprì con il plaid che teneva sembre sul bracciolo chiudendo gli occhi provando a dormire. Ci riuscì dopo molto. I suoi pensieri continuavano a tornare al senzatetto che aveva trovato nel vicolo in mezzo alla neve. Lo rendeva inquieto inconsciamente...

Prese sonno infine, pensando a cosa avrebbe fatto il giorno dopo, sognando neve, moribondi in mezzo alla strada e occhi azzurri.




N.d.A.


Ehi ehi ehi!!!   Sono tornata e finalmente sono riuscita a postare il quarto capitolo! :D  Vi dico subito che sono le due di notte e di scusare quindi eventuali errori perchè sono cotta, fatemeli notare se ne trovate! Sono in ritardo madornale lo so, (*si tira frustate sulla schiena da sola*) ma avevo perso l'ispirazione ed ero andata un po' giù di morale non vedendo nessun commento e notando una scarsa affluenza di letture...Ho deciso di riprovarci, con la speranza che continuando coi capitoli più persone siano spinte a leggere.  L'unica cosa che chiedo è, davvero, commentate per farmi sapere se vi piace o meno, è molto importante per me.  Non chiedo una vetta di raggiungimento delle stelline anche perchè non mi sembra giusto obbligare qualcuno a metterla, ma se vi va fatelo che il mio morale si risolleverà di sicuro! :)

Buonanotte,       Venere <3




Under the December's snow | Larry Stylinson |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora