TRE

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L'immortalità non ha nulla a che fare con la vita,

almeno come noi la conosciamo, perché ciò che non muore

non ha necessità di nascere.

(Anonimo)

«Credo che questo vestito ti stia molto bene», disse mia madre riferendosi all'abito giallo canarino a mezza manica.

Lo tenni davanti al corpo mentre mi guardavo allo specchio, ma non ne ero entusiasta. Più tardi ci sarebbe stata una serata di musica al parco e avevo deciso di andarci. Avevo notato il volantino la mattina prima, dopo che Connor mi aveva abbandonato al ristorante. Avevo pensato che sarebbe stata una buona occasione per lasciare Kyle e la mamma alle loro faccende vampiresche e allo stesso tempo tentare di socializzare con qualcuno. Certo, se avessero avuto bisogno di me avrei rinunciato. Avevo chiesto più volte a mia madre se fosse tutto okay e lei aveva sempre risposto di sì, spingendomi ad andare a divertirmi. Allora non c'era stato più niente a trattenermi.

Da ciò che avevo capito, il giorno prima non avevano fatto progressi, ma non si erano lasciati scoraggiare. Avevamo due mesi davanti a noi prima che i Calende tornassero a controllare la situazione. Mamma era più che decisa a cambiare stile di vita e io ne ero fiera. Non avevo parlato né a lei né a Kyle di Connor, non ero sicura del motivo ma ritenevo semplicemente che non ce ne fosse stata l'occasione. Con tutto quello che avevano da pensare, non c'era bisogno che aggiungessi anche quello, no.

«Sicura che non abbiate bisogno di me? Posso rimanere a casa se...», tentai un'altra volta.

«No, Eveline, te l'ho detto, ti porterò lì a calci se sarà necessario, ma devi andare».

Entrai nell'armadio a muro ridacchiando per il suo tono mentre cercavo qualcosa di più carino da indossare. Distrattamente vidi un vestito che non avevo mai indossato prima. Ero stata impulsiva nel comprarlo, ma ringraziai quel giorno perché era proprio ciò di cui avevo bisogno per quella sera. Volevo sentirmi fuori di testa e non... la solita me, volevo essere diversa da ciò che ero il resto dell'anno e soprattutto libera. Volevo osare e non c'entrava niente il fatto che sperassi con tutto il cuore di incontrare Connor. Sì, beh, chiariamo che era solo per avere delle risposte, non certo perché volessi avere a che fare con quel babbuino!

Tolsi il vestito dalla stampella e uscii dall'armadio. Mia madre strabuzzò gli occhi e rimase a bocca aperta: «Devi assolutamente provarlo, mettilo!», disse in preda all'eccitazione.

A un occhio esterno, saremmo potute sembrare due amiche del cuore durante una serata fra ragazze e non certamente madre e figlia. Lei dimostrava esteticamente di essere una ragazza sui vent'anni e mai qualcuno avrebbe potuto credere che il nostro grado di parentela si spingesse oltre a quello di due sorelle.

Il vestito che avevo scelto era nero e lungo fino a metà coscia. Un cinturino di tessuto dello stesso colore lo stringeva sulla vita e la parte superiore al décolleté era in leggera trasparenza. Me n'ero innamorata appena visto sul manichino della vetrina, ma lo avevo comprato credendo che non avrei mai avuto il coraggio di indossarlo. Era stato uno sfizio.

«Sai già cosa ti farà fare oggi Kyle?», le domandai chiudendo la lampo sulla schiena.

«Non ha voluto dirmelo, ma credo sarà lo stesso di ieri».

I nostri occhi s'incontrarono nel riflesso dello specchio. Rimanemmo in silenzio qualche minuto, ognuna con i propri pensieri, fino a quando presi le scarpe da sotto il letto e le indossai.

«Ehi, aspetta un secondo, cosa sono quelle?», chiese con disgusto indicando le mie comodissime Converse nere, i cui lacci si erano sporcati per tutte le volte che le avevo indossate.

Sangue - La maledizione dell'eterno [Bloody Me]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora