Capitolo 2

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Avevo 14 anni.
Era una calda mattinata di primavera e il venticello leggero muoveva i miei  capelli viola al ritmo delle cuffiette.
Indossavo sempre le cuffiette prima di uscire, in qualche modo mi facevano sentire al sicuro dal giudizio della gente. Ascoltare la musica per me era importantissimo, quasi indispensabile.
Quella mattina portavo un paio di scarpe con la suola alta nere, borchiate sui lati  -erano le mie scarpe preferite- una maglietta corta color fuxsia, una felpa larga, bianca della SCOUT e un paio di jeans a vita altra molto corti.
Mi dirigevo verso il parco, dove, i miei soliti amici mi aspettavano per fare le solite cose. Eravamo tutti un po' strani, molto uniti e sicuramente possessivi verso il posto dove ci incontravamo.
Ero arrivata un po' più tardi del solito, e nonostante questo c'era il mio posto sulla panchina libero.
Mi sedetti e salutai tutti con un abbraccio.
Il vento tirava forte e non capivo come i ragazzi potessero giocare a petto nudo nel campo da calcio.
Chiacchieravamo del più e del meno, e come sempre guardavamo con attenzione i pettorali sudati dei ragazzi,  quando mi accorsi che nel campo c'era un nuovo arrivato. Strano.
Perché c'era qualcuno che non conoscevo nel nostro posto?
Forse gli alti lo conoscevano?
Ma perché non mi avevano detto niente?
"Elly, che stai guardando?"
Senza accorgermene stavo fissando il nuovo arrivato.
"Si chiama Leo, è un nuovo arrivato. Si, è figo."
"No, assolutamente no. Stavo solo pensando." risposi tutta agitata.
Mi girai di scatto e andai a bere alla fontana per schiarirmi un po' le idee, stetti lì per un bel pezzo quando sentii qualcuno tossire in malo modo e alzai la testa dall'acqua. Era lui. Ecco, il colpo di fulmine. Mi guardò fisso negli occhi e con fare arrogante si chinó per bere.
Mi allontanai per sedermi e nel frattempo pensai ai suoi bellissimi occhi. Erano verdi.
I nostri sguardi si erano incontrati ed era nato qualcosa, forse sì forse no.
In quel momento non potevo saperlo, potevo solo sapere che mi ero perdutamente innamorata di lui.
Per la prima volta in tutta la mia vita ero sicura di essermi innamorata.
Il vento aumentava continuamente e nel frattempo il cielo si stava cospargendo di nubi scure che coprivano il bellissimo sole primaverile. Guardai con più attenzione Leo e notai che i suoi occhi erano di un diverso colore, ora erano leggermente più scuri di quando, pochi secondi prima avevo incontrato il suo sguardo.
* * *
Lia, una ragazza tutta messa bene, vestita perfettamente con in mano una cicca correva verso di noi con vicino la sua schiavetta Stef, anche lei con una sigaretta in mano. I loro capelli si muovevano nel vento come delle ballerine sul palcoscenico della scala di Milano. La musica era perfetta per la loro entrata in scena.
La loro corsa era impeccabile come ogni cosa che facevano, ma non capivo dove volessero andare. Lì nessuno le sopportava. Eppure cercavano qualcuno perché sembravano proprio sicure.
O MIO DIO. NON CI POTEVO CREDERE.
Lia, con la sua regalità da ragazzina viziata andò incontro a Leo e lo baciò. Era il bacio perfetto. Uno di quelli da sogno. Perché?
Perché a lei? C'è perché a me?
Non capivo, lei aveva sempre tutto.
In quel momento odiavo Lia come non avevo mai odiato nessuno.
Io non la sopportavo, dovevo fare qualcosa, ma rimasi calma. Il suo viso non troppo perfetto mi dava sui nervi e la stupidità di Stef era fastidiosa. Ma nonostante tutto mi alzai, presi il mio zainetto e mi diressi verso casa.

Il ragazzo dagli occhi cangiantiWhere stories live. Discover now