Continuava a guardarmi sorpreso, poi sfoderò un sorriso divertito.

-Ti adoro quando fai così, sai?Sei tremendamente sexy...quando mi rispondi a modo a volte involontariamente arricci il nasino.-

Rimasi un attimo interdetta non sapendo bene cosa rispondere, mentre sentivo che il cuore incominciava ad aumentare di parecchio i suoi battiti.

Se ne era accorto?Solo mia madre mi aveva detto che a volte lo facevo quando mi arrabbiavo, ma nessun altro me lo aveva mai fatto notare...

-Ti assicuro che quando mi arrabbio sono tutt'altro che sexy, anzi, oserei dire che sono parecchio violenta.- Incrociai le braccia accomodandomi meglio sulla sedia e sorridendogli compiaciuta.

-Vorrei vederti veramente arrabbiata allora. Se quando sei furiosa reagisci con passione come hai fatto ieri mattina mentre mi baciavi, non oso immaginare quanto tu sia violenta se ti arrabbi davvero.- Schioccò le labbra in modo malizioso facendomi avvampare per l'ennesima volta; maledizione, l'aveva vinta lui!

Il mio sguardo si posò sulla sua tazzina e sul contenuto liquido di essa. -Che schifo come fai a berlo?È disgustoso!- Protestai schifata pur di cambiare discorso. Avevo sempre odiato il caffè.

–Ma se è buonissimo!- Ribatté sghignazzando.

-È troppo amaro per i miei gusti.- Bofonchiai contrariata.

-Scommetto che l'hai assaggiato da bambina senza zucchero e da allora non l'hai più voluto bere, sbaglio?- Si sporse in avanti con aria strafottente. Mi era più facile colpirlo così...

-Sì, sbagli.- Mi sforzai di sorridere, ma ne venne fuori l'ennesima smorfia.

Aveva ragione, l'avevo assaggiato quando avevo 3 anni e da allora non l'avevo più voluto bere, mi aveva fatto troppo schifo. Era un atteggiamento infantile il mio certo, ma non mi andava proprio di assaggiare di nuovo quell'intruglio schifosamente scuro, anche se i miei gusti di sicuro erano cambiati e non erano più quelli di una bambina.

-Giudichi qualcosa senza conoscerlo.- Mi provocò allontanandosi e rimettendosi seduto bene sulla sedia. Peccato, l'istinto di prenderlo a pugni mi stava tornando.

-Ti ho già detto che il caffè so che sapore ha.-

-L'hai assaggiato anni fa, scommetto che non te lo ricordi nemmeno.-

-Non l'ho assaggiato anni fa.- Obiettai rossa in volto per il nervoso. Perché mi doveva sempre contraddire?

-Ok, hai ragione tu.- Si arrese tirando fuori una sigaretta e mettendosela fra le labbra.

Quella volta fui io a sporgermi in avanti: presi la sigaretta fra le mani e gliela sfilai dalla bocca facendogli aggrottare la fronte. –Se nevolevi una bastava chiedere.-

-Non ne voglio una.- Distesi le labbra in un sorriso diabolico. –Odio i ragazzi che fumano, quindi mi faresti un grande favore se evitassi di fumare in mia presenza.-

Spalancò la bocca sbalordito. –Tu mi vuoi togliere il fumo?!- Protestò incredulo. –Non puoi togliermi la nicotina, è la miglior cura quandosi è nervosi o in astinenza.- Annuì deciso incrociando le braccia.

-Se vai in bianco non è un problema mio caro.- Dissi acida alzando le spalle.

-Primo: io non vado in bianco, sono io a mandare in bianco le altre; secondo: sì tesoro, ora è un problema anche tuo.- Chiuse gli occhi a fessura squadrandomi quasi con odio.

Ridacchiai con perfidia non lasciandomi imbarazzare dalle sue frecciatine. –Bene e visto che è un problema anche mio, evita di fumare se non vuoi che abbia un valido motivo per mandarti in bianco pure io, ok?-

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