Era riuscito a liberarsi da quei due ceppi che lo avevano letteralmente trascinato nella sua stanza dopo aver catturato Ethan e Nathan e adesso stava cercando di passare inosservato tra la folla in modo da poterli raggiungere nelle celle. Gli si era stretto il cuore quando aveva sentito Cassie urlare e gli era dispiaciuto un sacco vedere Nate in quello stato. La cosa positiva era che almeno quest'ultimo non si trovava da solo mentre sua sorella era rinchiusa in quella stanza insieme a qualcuno, probabilmente suo nonno stesso, che le stava facendo chissà che cosa. Ethan aveva ragione, quell'uomo era un brutto vecchio bastardo e non aveva nessun diritto di trattare Cassandra in quel modo, non lo meritava, come non lo meritavano tutte le altre persone che aveva torturato fino ad ora.
Si nascose in un piccolo appartamento che qualcuno aveva lasciato incustodito e rimase in silenzio. Quei due idioti non avevano fatto altro che rincorrerlo in lungo e in largo per tutto il palazzo seguendo l'ordine che George aveva dato loro e Morgan non rimase sorpreso quando li vide sfrecciare nel corridoio senza rendersi conto che lui si era nascosto in quell'appartamento. Incredibile quanto certa gente potesse essere così idiota!
Non appena fu certo che i due cacciatori fossero abbastanza lontani si tirò su il cappuccio della tenuta da battaglia e imboccò il corridoio che conduceva alle scale. Una volta arrivato la si mischiò alla folla e inizio a seguire i cacciatori che stavano andando ai piani bassi. Sapeva che quelli di prima non erano gli unici che lo stavano cercando. Probabilmente ce n'erano altri che stavano cercando di catturarlo e riportarlo nella sua stanza quindi doveva stare attento.
Camminò, né troppo veloce né troppo lento, non disse una parola e fece in modo di tenere la testa abbastanza alta ma non troppo. Se qualcuno lo riconosceva lo avrebbero catturato nuovamente.
Pensò di essere riuscito nel suo intento quando finalmente arrivò al pianterreno. Altre due rampe di scale e sarebbe arrivato alle celle. Arrivò sul pianerottolo ma qualcuno lo prese per un braccio e lo trascinò indietro con forza. Lo avevano trovato e adesso lo avrebbero di nuovo allontanato. Sua sorella sarebbe morta, Ethan e Nathan sarebbero morti e tutto per colpa sua.
Poi il suo assalitore si fermò e lo sbatte al muro facendogli cadere il cappuccio. Morgan alzò la testa e notò che, non solo erano tre persone e non una sola, ma che conosceva benissimo colui che gli stava ancora stringendo il braccio.
– Tu non dovresti essere qua.
– E tu e quell'altro idiota avreste dovuto proteggere la mia migliore amica – disse Cameron in tono rabbioso.
Morgan abbassò lo sguardo – Hai ragione...
– Dove si trova lei? E dov'è Nathan? – chiese l'altro ragazzo. Morgan lo guardò e capì di chi si trattava. Era l'esatta copia di Cameron ma dimostrava qualche anno in più.
– Cassie e in una stanza vicino alle celle e lui è stato catturato.
– Catturato? – ripeté la ragazza. Conosceva anche lei, era una delle allieve e si allenava insieme a Cameron e Cassie in Accademia.
Morgan annuì – E' una lunga storia! Adesso dobbiamo andare a liberarli e poi...
– Non me ne frega nulla di Nate! – disse Cameron in modo brusco – Dobbiamo liberare Cassie prima che sia troppo tardi...
– Dobbiamo prima andare a prendere Nate e Ethan! La stanza in cui si trova Cassandra è strettamente sorvegliata e non ne usciremo vivi...
– Non ne uscirà viva neanche lei se rimaniamo ancora qua a parlare! – ribatté Cameron. Era un po' invidioso si lui. Era riuscito a entrare nel cuore di Cassie ed era sempre stato come un fratello per lei e l'aveva protetta fino alla fine mentre lui non c'era riuscito affatto.
– Il ragazzo ha ragione – disse il fratello di Cameron – In quattro non ce la faremo, abbiamo bisogno di rinforzi.
Cameron guardò suo fratello e poi Kristal. Sospirò e posò lo sguardo su Morgan – E va bene! Ma se le succede qualcosa l'avrete tutti sulla coscienza.

Non avevano più detto una parola da quando quell'uomo era scomparso. Nathan era troppo confuso per quello che stava succedendo e anche Ethan lo era. Stava facendo avanti e indietro per tutta la stanza e aveva addirittura iniziato a scuotere la testa e a imprecare sottovoce.
– Hai intenzione di continuare così ancora per molto?
Ethan lo fulminò con lo sguardo – Sto solo pensando a un modo per uscire da qui e andare a salvare Cassie! Ammesso che non sia già...
– No, non dirlo! – lo ammonì Nate – Ce la farà, okay? Quando usciremo da qua lei sarà salva, viva e vegeta.
Ethan lo guardò e sorrise – Ti fidi così tanto di lei?
– Le affiderei la mia stessa vita – rispose lui con un mezzo sorriso e, per quanto quella frase risultasse smielata, era vero. Si fidava ciecamente di quella ragazza.
– Per quanto tempo siete stati insieme?
Nate scosse la testa – Non siamo mai stati insieme.
– Davvero? Eppure, dopo aver visto come combattete insieme, la complicità che c'è tra voi, il modo in cui vi guardate...
– Il modo in cui ci guardiamo? – ripeté Nate incuriosito.
Ethan annuì – Si vede che vi fidate l'uno dell'altra, che c'è un legame tra voi... Non so come spiegartelo...
– Credo di aver capito – Ma non era d'accordo con lui. In tutto questo tempo loro due non avevano fatto altro che discutere e proprio quando erano riusciti a diventare quasi amici si erano allontanati bruscamente.
– Come l'hai conosciuta?
– All'Accademia. Ero il suo istruttore... – Sorrise quando ripensò al giorno in cui la vide. Fin dal primo momento aveva capito che c'era qualcosa in lei che la rendeva più unica che rare e che sarebbe stato difficile allenarla.
– E sei riuscito a farla fidare allenandola? – chiese Ethan un po' confuso.
Nate scosse la testa – Ha vissuto nel mio appartamento per un po' dopo che sua madre è stata uccisa.
– Ecco perché è così fredda... Chissà quanto dolore si porta dentro...
– Già... Ma è sempre stata fredda, la morta di sua madre c'entra poco con questo suo atteggiamento – ripensò al modo in cui singhiozzava quando aveva visto tutto quel sangue sparso per la stanza – Non è così per tutto il tempo, sai? La sua è solo una maschera, una specie di scudo protettivo. Sono poche le persone con cui è davvero sé stessa.
– E con te? E' stata mai sé stessa?
Stava per rispondere di no ma un altro ricordo gli balenò in mente. La sera in cui il branco aveva fatto irruzione in casa sua, nonostante fosse arrabbiata con lui, gli aveva chiesta di dormire insieme a lei. Pensò anche a come si era lasciata andare quando suo fratello era ricomparso in Accademia spiegandole che non aveva intenzione di uccidere sua madre, che qualcuno lo aveva soggiogato. E, infine, pensò al suo sguardo quando, dopo la ferità alla spalla, si era svegliata e se lo era ritrovato davanti. Aveva provato ad assumere un'espressione seccata ma era chiaro che era felice di vederlo – Si, diciamo che lo è stata...
Ethan aprì la bocca, pronto per l'ennesima domanda, ma, non appena sentì dei passi verso la loro direzione, la richiuse di colpo. Si avvicinò alle sbarre e socchiuse gli occhi – Sta arrivando qualcuno.
– Devo preoccuparmi?
Suo fratello rimase in silenzio e poi sorrise – Stiamo per uscire da qua!
– Cosa? – chiese confuso. Poi qualcuno si avvicinò alle sbarre e anche Nathan sorrise – Allora sai mantenerle le promesse!
Morgan smanettò con la serratura della cella e la aprì con un tonfo – Avevi dei dubbi? – si avvicinò e aprì anche le manette – Mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto...
Nathan stava per rispondere ma non ebbe il tempo di farlo – Allora? Ci muoviamo? Potrete tornare alle vostre smancerie più tardi!
– Cameron? – disse aggrottando la fronte – Come hai fatto a entrare?
– Sono un uomo dalle mille risorse – disse facendogli l'occhiolino – Adesso alza il culo e andiamo!
– Non penso che ce la faremo in sei... – disse Ethan guardando anche Josh e Kristal – Loro sono un centinaio e sono anche ben addestrati...
– Non temere Ethan – rispose Josh in tono stranamente confidenziale.
– Vi conoscete? – chiese Cameron.
Ethan e Josh si scambiarono un'occhiata e sorrisero – Ethan faceva parte del branco prima di diventare un cacciatore professionista.
– Tutto qui? – disse Ethan fingendosi offeso – Non dici al tuo fratellino che sono il tuo migliore amico?
– Josh che ha un migliore amico? Pff a questo punto potrei credere a qualsiasi cosa.
– Bene – disse Nathan – Allora, visto che ci siamo forse è il caso di dirvi una cosa prima di proseguire... – lanciò un'occhiata a Ethan e lui annuì come per incitarlo a proseguire – Ethan è mio fratello.
Sembravano tutto confusi e forse lo erano. Era già strano per lui pensare che aveva un fratello, figuriamoci per loro.
– Forse è meglio andare. Il branco sarà qua a momenti.
– Il branco? Stanno venendo qua? Ma è contro le regole! – disse Morgan atterrito.
Ethan scosse la testa – Non esistono regole quando si tratta di uno di noi.

Aveva smesso di colpirla e graffiarla con quel coltello già da un pezzo e adesso si stava limitando a fare avanti e indietro per la stanza. Era una cosa piuttosto fastidiosa e Cassie avrebbe preferito mille volte continuare a essere malmenata piuttosto che continuare a sentire il rumore che producevano le scarpe di George a ogni passo.
– Smettila! – gli urlò di colpo catturando la sua attenzione – Mi stai facendo innervosire.
Lui le si avvicinò e mise entrambe le mani sui braccioli della sedia – Dopo tutto quello che ti ho fatto ti lamenti solo per questo? – Si passo una mano sulla folta barba bianca e sorrise – Davvero notevole! Quasi mi dispiace doverti uccidere, sai?
Cassie sorrise – No, non ti dispiace.
– Si invece! – disse lui in tono serio – Pensi che mi faccia piacere uccidere le persone? Non sono così crudele Cassandra.
– Eppure hai fatto uccidere mia madre e probabilmente anche mio padre.
L'uomo trasalì – Non sapevo che fosse tua madre. Cioè, lo sapevo, ma non avevo ancora capito chi fossi tu. Come ti ho già detto, non avevo capito chi e cosa fossi fino a quando il comportamento di Morgan non ha iniziato a insospettirmi troppo e anche Amanda era piuttosto strana ora che ci penso...
– Amanda? Cosa c'entra lei?
– Avevo affidato a lei il compito di spiarti e non ha avuto il tempo di accettare visto che poco dopo è scomparsa – Dal modo in cui lo disse sembrava quasi dispiaciuto che la donna avesse preso quella decisione – A ogni modo – proseguì l'uomo – Non sono cose che ti riguardano! E a dirla tutta mi sono stancato con questi giochetti – disse in tono serio – Le tue ultime parole? – disse estraendo una spada e puntandogliela alla gola.
Cassie sorrise e ripensò a quando glielo avevano chiesto la prima volta. Se non fosse stato per Nathan e Cameron probabilmente adesso non potrebbe ricordarlo visto che si troverebbe tre metri sotto terra. Se non fosse stato per loro, se Nate non le avesse salvato la vita, non avrebbe avuto l'opportunità di conoscere Morgan e scoprire che quella notte era stato manipolato dall'uomo che adesso le stava puntando la spada alla gola. Se non fosse stato per Nathan, adesso, non avrebbe potuto dimostrare a suo nonno quanto era forte e soprattutto quanto era diversa da loro.
Con un gesto fulmineo si alzò in piedi e spinse via George con i piedi. Per la sorpresa l'uomo fece cadere la spada e Cassie si avventò su di lui. Mentre lui era impegnato a torturarla lei era riuscita a sciogliere le corde procurandosi non poche ferite, ma che importava? Adesso era finita!
George la spinse via ma lei non perse l'equilibrio. Riuscì a recuperare la spada che poco prima stava per trafiggerla e la puntò al petto dell'uomo – La situazione si capovolge, eh?
L'uomo in un primo momento spalancò gli occhi per il terrore. Stava per caso temendo di morire? Ma un attimo dopo riuscì a spingere via la ragazza che, questa volta, perse l'equilibrio e cadde a terra. Era debole, troppo debole. Il suo corpo era pieno di graffi e ferite profonde. Aveva perso una quantità di sangue indescrivibile e quella spinta, anche se debole, l'aveva fatta cadere a terra facendole battere la testa e dandole il colpo di grazie.
George recuperò la spada e immobilizzò la ragazza con il suo corpo. Alzò l'arma e la puntò dritta al suo cuore – Questa volta è davvero finita ragazzina!
Cassie chiuse gli occhi. Non voleva morire, non adesso. Aveva finalmente raggiunto tutti i suoi obiettivi e aveva ritrovato un membro della sua famiglia che l'amava almeno la metà di quanto l'aveva amata sua madre. Che senso aveva morire proprio adesso? Ma non c'erano altre alternative. Non riuscì a ribellarsi e si sentì così stupida per essersi fatta catturare da lui.
Lacrime di frustrazione cominciarono a inondarle il volto. Odiava piangere ma che importava? Stava morendo ormai, era inutile continuare a fare finta di essere una dura. Aprì gli occhi e guardò George che, a sua volta, sorrise.
Alzò la spada e colpì. Cassie avrebbe giurato di aver sentito un respiro smorzato ma non era il suo.
George era su di lei ma soprattutto lei era ancora viva. Guardò davanti a sé e spalancò gli occhi.
– Perché lo hai fatto? – riuscì a chiedere prima che tutto diventasse ancora più confuso...

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La cacciatrice ibridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora