IL SUMMIT DEI CINQUE KAGE

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Erano ormai passati due mesi dalla nomina di Boruto e Sarada a genin di Konoha, tutto procedeva tranquillamente o quasi, le squadre diventavano sempre più forti e le nuove generazioni crescevano ma in tutta Konoha c'era solo un team o meglio un duo che procurava non pochi problemi: il Tao.

"Hokage-sama, anche Nobu-San è stato ricoverato in ospedale...in prognosi riservata" disse un ninja medico mandato da Sakura.
"Capisco, grazie per l'informazione, puoi andare" disse una figura seduta su una scrivania con le mani sotto il mento e lo sguardo rassegnato.
"Uffa, questo è il trentaquattresimo ninja che quei due scalmanati fanno fuori" disse Naruto tirando un sospiro.
Da quando il Tao aveva steso Kakashi, Naruto aveva dovuto assegnare loro un maestro. La parola maestro però era solo una parola formale perché più che maestro, il malcapitato era la vittima sacrificale dei pugni di Sarada e dei palmi d'aria di Boruto.
I primi ventinove ninja assegnati erano dei normali jonin quindi shinobi di alto livello ma uno dopo l'altro, quei due combinaguai riuscivano a spedirli in prognosi riservata.
Su consiglio di Shikamaru, Naruto aveva provveduto ad assegnare degli Anbu a quei due ma nonostante tutto la squadra speciale resisteva massimo per quattro giorni e l'ultimo ricoverato aveva raggiunto il record di una settimana per poi fare un salto da Sakura con il sistema scheletrico e muscolare a pezzi.
"Shikamaru, non so che cosa fare dattebayo! Se ci fosse Sasuke, sarebbe il maestro ideale ma è in missione...se nemmeno gli anbu riescono a tenere a bada quei pestiferi, chi potrebbe farlo??" Chiese Naruto disperato. Non capiva come facessero quei due bambini a stendere addirittura i ninja della squadra speciale. Non sapeva però che quei due utilizzavano i loro i poteri oculari per combattere e nemmeno che alla fine della lotta, Sarada utilizzava un genjutsu per fare loro il lavaggio del cervello aiutato da Boruto che premeva i punti di pressione giusti per creare un trauma cranico da amnesia.
"Naruto, ne parleremo stasera alla cena coi cinque kage, i preparativi sono già pronti e a momenti dovrebbero arrivare" disse Shikamaru.
"Va bene, allora vado a casa a prepararmi dattebayo!" disse Naruto scomparendo in un lampo con la dislocazione istantanea.
"Quasi quasi gli chiedo di insegnarmela così mi risparmio la strada di casa" pensò Shikamaru.
"Settimo!!!" Gridarono due voci spalancando la porta dell'ufficio dell'hokage.
"Udon, Moegi, se cercate Naruto è a casa a prepararsi per il summit...ma non ditemi che..." Disse Shikamaru vedendo le facce serie dei due.
"Esatto, stamattina abbiamo visto Boruto uscire con dei barattoli di vernice" spiegò Moegi preoccupata.
"Non possiamo permettere di farlo vedere!" Esclamò Udon.
Shikamaru si diede una manata in faccia, quei due ragazzini erano davvero un problema ma quello che non capiva è come facevano due semplici bambini di nemmeno dieci anni compiuti a battere i membri della squadra speciale, sapeva che i pugni di Sarada e i palmi d'aria di boruto erano letali ma avendo la velocità di normali bambini, gli Anbu potevano schivarli facilmente ma per qualche motivo non ci riuscivano, aveva preso in considerazione la possibilità che i due avessero risvegliato i loro poteri latenti ma l'aveva scartata subito in quanto Boruto e Sarada portavano con loro dei limitatori di chackra ma se non era questo il problema, allora qual'era?
"Troverò una soluzione, adesso andate" disse Shikamaru liquidando i due per poi sparire anch'egli in una nuvola di fumo.

"Lo sai Boruto che oggi abbiamo fatto fuori il trentaquattresimo ninja?" Chiese Sarada mentre mangiava il gelato in un bar insieme a Boruto.
"Beh in effetti ci sei andata pesante con i pugni" commentò Boruto.
"Shannaro! Che devo dire di te? Oggi hai usato il passo dei due leoni su Nobu-San" ribatté Sarada.
"l'ho visto fare qualche volta dalla mamma e ho voluto impararla, è la prima volta che uso questa tecnica 'ttebasa!"
"Comunque quanto manca all'arrivo dei kage? Sono stufa di tenere attivo lo sharingan per il genjutsu, sto usando un sacco di chackra!" Sbuffò Sarada che teneva gli occhiali da sole per nascondere lo sharingan.
"Coraggio Sarada aspetta ancora qualche minuto, il tuo sharingan è necessario se non vogliamo che la nostra opera d'arte si rivelò subito dattebasa!" Esclamò Boruto.
La notte scorsa, Sarada e Boruto avevano passato la nottata a dipingere sui volti del monte degli hokage. Sarada inizialmente era contraria all'idea di fare questa cosa perché non era un comportamento adatto a colei che sarebbe diventata l'ottava hokage di Konoha ma Boruto con un semplice giro di parole era riuscito a convincerla ma come?
Semplicemente dicendole che era un comportamento da hokage!

Naruto gaiden: Boruto e SaradaWhere stories live. Discover now