Si era addormentato sulla sua scrivania e quel rumore assordante lo aveva fatto saltare in piedi. Era l'allarme delle celle sotterranee: qualcuno era evaso. La cosa strana era che non proveniva nessun altro rumore dal corridoio. Morgan si alzò e uscì dal suo ufficio accertandosi che non ci fosse veramente nessuno. Possibile che suo nonno non avesse chiamato i suoi cacciatori per perlustrare le celle? Oppure, probabilmente, si aspettava che se ne occupasse lui.
Tornò nel suo ufficio e chiamo alcuni cacciatori attraverso il cercapersone. Tutti risposero quasi subito tranne quelli di cui aveva davvero bisogno. Guardò l'ora. Era impossibile che dormissero, era sicuramente successo qualcosa.
Corse verso le stanza di Ethan ma non c'era traccia del ragazzo. Passò da Cassie ma neanche lei era là. Infine andò da Nathan e, quando vide che neanche quest'ultimo era lì cominciò a preoccuparsi davvero. Che fine avevano fatto? Quella era l'occasione giusta per far scappare Cassie eppure lei non era da nessuna parte. Provò a chiamarli di nuovo ma anche questa volta nessuna risposta.
– Signorino Winkler dobbiamo andare nelle celle! – gli disse uno dei tanti cacciatori che adesso avevano occupato il corridoio in attesa di ulteriori ordini.
Guardò un'ultima volta il suo cercapersone. Nessuno aveva risposto e non poteva smettere di pensare che era troppo strano, soprattutto se si trattava di loro. Sapeva che era la loro grande occasione per andare via e doveva cercarli – Andate nelle celle e fate in modo di ricatturare tutti gli evasi. Manderò altri cacciatori a breve.

Ethan arrivò sul tetto con il fiatone e nonostante fosse un lupo, l'impatto con l'aria gelida fu un po' violento. Ma non era quello il problema. Era un abile cacciatore, era cresciuto nei boschi eppure c'era una cosa che non lo aveva mai abbandonato completamente.
– Hai paura dell'altezza? – Ethan si voltò e lo vide. Era dall'altra parte del tetto e gli dava le spalle.
– Come fai a saperlo?
Lo sentì sorridere ed ebbe la conferma che lo stava facendo non appena si voltò a guardarlo – Sei piuttosto pallido e non penso che sia per la fatica.
Ethan annuì impercettibilmente e gli si avvicinò lentamente – Perché mi hai portato quassù?
– Dobbiamo parlare.
– Sono d'accordo, ma non c'era bisogno di...
– Qui non ci sentirà nessuno.
Ethan lo guardò negli occhi. Era la prima volta in una settimana che lo vedeva veramente preoccupato. Sapeva che era impossibile conoscere a fondo una persona in così poco tempo ma erano stati insieme quasi ventiquattro ore su ventiquattro e lo aveva osservato molto. Aveva notato il fatto che quando era da solo tendeva ad assumere un'espressione triste e pensierosa e che quando era accanto a Cassie i suoi occhi emanavano una luce diversa. Quando era arrivato la, Ethan aveva pensato che tra i due ci fosse qualcosa, ma in quella settimana si era reso conto che si era sbagliato. Lui era innamorato di lei, ma lei non ne era al corrente o semplicemente faceva finta di non saperlo per non ammettere che anche lei provava la stessa cosa. Era una ragazza strana. Anche lei aveva sbalzi d'umore incredibili, ma, diversamente da come era successo con Nate, non era ancora riuscito a inquadrarla bene.
– Prima che inizi a parlare, devo dirti una cosa importante – Guardò Nate dalla testa ai piedi e si sentì uno stupido per non aver notato fin da subito la somiglianza.
– Non credo che sia importante quanto quella che devo dirti io... – rispose Nate in tono preoccupato.
– E' davvero importante Nathan!
– E allora dimmelo.
– Non è facile... – prese un bel respiro e iniziò a parlare – Da quando sei qua ho iniziato a provare una strana sensazione...
– Amico, sono lusingato, ma io ho altri gusti!
Ethan alzò gli occhi al cielo – Non fare il cretino e ascoltami! E' una cosa seria! – Nate alzò le mani in segno di resa e lo lasciò continuare – Mi sono sentito come se fossi legato a te e inizialmente non capivo perché. Poi ti ho visto combattere, ho visto come ti comporti con le persone e soprattutto con Cassie e quindi ho pensato che era quello che ci accomunava...
– Se mi stai proponendo di duellare per conquistare il cuore di Cassie hai sbagliato momento.
Sei mio fratello! – gli urlò tutto d'un fiato – Sei mio fratello... – ripete tra sé. Pensarlo era una cosa ma dirlo a voce alta faceva un altro effetto. Nathan indietreggiò lentamente e si prese la testa tra le mani – Nate? Dì qualcosa...
– Lo sapevo già...
Ethan spalancò gli occhi – Cosa? Come facevi a saperlo?
– L'ho sentito anche io quel legame. Sapevo che mio padre aveva una moglie, ma non sapevo che avesse un figlio. Quando ho saputo qual era il tuo cognome non volevo crederci eppure...eccoti qua...
– Allo stesso tempo mi sembra un po' strano... Abbiamo quasi la stessa età, il che mi fa pensare che siamo stati concepiti quasi nello stesso periodo e che mio padre, nostro padre, aveva una doppia vita...
– Non abbiamo la stessa età. Io ho ventitré anni mentre tu ne hai due più di me. Inoltre nostro padre non conduceva una doppia vita, con mia madre ha solo avuto un'avventura che gli è costata la vita.
Ethan aggrottò la fronte – Ma cosa stai dicendo? Mio padre ci ha abbandonati per stare con tua madre!
– Non è così che sono andate le cose... – Quel tono di superiorità lo stava cominciando ad irritare ma ancora di più lo faceva innervosire il fatto che probabilmente Nate sapeva la verità mentre a lui era stata detta una grossa bugia.
– Mia madre ha fatto uccidere nostro padre appena ha scoperto di essere incinta – Ethan spalancò gli occhi – Non vi ha abbandonati Ethan, è stato ucciso!
Guardò suo fratello con disgusto e arretrò bruscamente quando lui gli si avvicinò – E' colpa tua se è morto!
– Cosa? No, che dici...
– La verità! Se tu non fossi esistito lui sarebbe ancora vivo!
Nathan socchiuse le labbra per un attimo come se volesse dire qualcosa ma non lo fece. Abbassò lo sguardo e indietreggiò – Hai ragione, le cose sarebbero state migliori se io non fossi mai esistito.
Qualcuno aprì la porta prima ancora che loro potessero aggiungere altro. Ethan si voltò e vide Morgan, il viso stanco, i capelli in disordine e i vestiti stropicciati. Si avvicinò ai due ragazzi a grandi passi e sotto la luce dei lampioni Ethan notò che aveva gli occhi contornati da profonde e scurissime occhiaie.
– Ma che fine avete fatto tutti? Vi cerco da mezzora!
– Che cosa è successo? – chiese Nathan con il solito tono glaciale.
– E me lo chiedi? Qualcuno è scappato dalle prigioni, non avete sentito l'allarme? Vi ho anche chiamati sul cercapersone!
– No, non lo abbiamo sentito – disse Ethan mortificato.
– Nate, dov'è Cassie?
– A proposito di Cassie. C'è una cosa importante che devo dirti... – Nate prese un gran respiro – Qualcuno ha detto a tuo nonno chi è in realtà...
– Chi è stato? – chiese Ethan.
– proseguì il ragazzo ignorandolo – Non gli hanno detto solo chi è ma cos'è.
Morgan strinse i pugni e distolse lo sguardo – Dobbiamo trovarla prima che lui la chiami per incontrarla altrimenti... – guardò i due ragazzi e Ethan non poté fare a meno di notare quanto fossero diventati lucidi i suoi occhi – Altrimenti la ucciderà con le sue stesse mani... 


La cacciatrice ibridaWhere stories live. Discover now