- Capitolo 1 - Revisionato

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Un anno prima

Cambiare vita mi sembrava impossibile fino a qualche giorno fa, ma una lettera ha sconvolto completamente il corso delle cose.

Mi trovo nella mia camera e buttata sul letto, con sguardo assente, guardo il soffitto. Dovrei sistemare i bagagli come da disposizione, ma non ce la faccio proprio. Non perchè avessi paura di trasferirmi o tutta questa voglia di rimanere, ma qualcosa dentro di me consigliava di memorizzare ogni dettaglio, perchè non l'avrei rivisto mai più.

Un'idea stupida se ci si pensa perchè a trasferirmi sarei stata solo io e mamma e papà sarebbero rimasti, quindi nelle vacanze sarei potuta venire a trovarli, anche se sono ancora arrabbiata con loro.

Loro continuano a negare di essere coinvolti nella mia selezione in questo sottospecie di collegio millenario, di cui nessuno sa la precisa ubicazione. Tutto questo però è impossibile, come può essere mai che una scuola che vanta quel prestigio si metta ad esaminare tutti i ragazzi in età scolastica del mondo.

Mi prendono per stupida questo è sicuro...

Poi potrei capire se avessi qualche sottospecie di abilità, ma non ne ho.

A scuola sono nella media...

Ho pochi amici e nemmeno molto stretti...

Ed ultimo, ma non per importanza, sono troppo pigra per fare sport.

A questo punto la domanda sorge spontanea: SECONDO QUALE SORTA DI MIRACOLO UNA PERSONA DEL GENERE POTREBBE ESSERE NOTATA E SELEZIONATA SU DECINE DI MILIARDI DI PERSONE?!

Be' la risposta è molto, ma molto semplice...

...MAI!!!!!!!

Ecco perchè ripeto i miei genitori mi prendono per stupida e sono anche dei bugiardi. Comunque nonostante la mia riticenza e scarsa volontà, loro hanno disposto il mio esilio in un posto abbandonato dal Signore nel quale non è possibile nemmeno avere un cellurare, come sottolinea l'elegantissimo regolamento che ci è stato inviato con la lettera di ammissione all'Inferno.

Guardo l'orologio... 17:10 e salto in aria

Cavolo, ho solo 20 minuti per cambiarmi e preparare la valigia

Ora, volente o nolente, devo darmi una smossa, sennò alle 17:30, quando mi verranno a prendere, sarò più o meno senza niente. Con questa consapevolezza mi guardo intorno in cerca delle poche cose a cui sono affezionata: il mio primo peluche e la foto che ritrae me e la mia famiglia davanti al castello francese della Disney. Li prendo, butto tutto il necessario all'interno della valigia e la chiudo senza troppe cerimonie.

A questo punto mancano solo dieci minuti e devo solo vestirmi...

Mi metto una maglietta nera dei Nirvana e dei jeans skinny, il mio solito abbigliamento praticamente, e concludo l'outfit con la più grande gioia della mia vita, i miei anfibi di vera pelle con le borchie metalliche. Come facilmente compresibile dalla premessa appena fatta, li porto solo per le grandi occasioni, ma visto che non so quando avrò modo di tornare tanto vale portarli con me.

Cammino verso la porta molto lentamente e quando le sono davanti mi giro e come diceva la mia vocina interiore memorizzo. Non è la stanza più grande del mondo e nemmeno la più bella, ma è la mia, in ogni singolo dettaglio... dai poster che riempiono le pareti alle librerie ed ai colori che la caratterizzato, bianco e nero. Non so bene come spiegare la mia naturale predisposizione alle contrapposizioni e contraddizioni nette, il bianco e il nero, il Bene ed il Male, tutto ciò che apparentemente è opposto mi affascina e cattura completamente, impedendomi la scelta di uno dei due.

Tutto questo filosofeggiare però viene interrotto dal suono insistente del citofono, che annuncia la fine della mia vita.

- Vi, Vi, scendi la macchina è arrivata - La mamma chiama e chiama, ma non riesco a muovermi, sono come bloccata e non riesco nemmeno a rispondere.

Papà preoccupato sale e vedendomi scioccata decide di prendermi a braccietto ed accompagnarmi di sotto e poi verso la macchina, che si trova sul nostro vialetto. La mia situazione però non cambia nemmeno quando usciamo, quindi mio padre si ferma e mi esamina attentamente. Lui non è un tipo di tante parole, ma è uno dei migliori osservatori che conosca, non che siano tanti... Tornando al punto però, anche questa volta non dice niente e invece di tenermi a braccetto, mi prende la mano, come quando ero bambina ed avevo paura di qualcosa, e mi accompagna davanti alla vettura.

Ad un certo punto, cosa che mi stupisce enormemente, mio padre parla.

- Vi, ti vogliamo tanto bene e spero che questa esperienza ti renda più consapevole di te stessa e di quanto tu sia in realtà speciale -

Il tono grave usato da mio padre mi rende ancora più confusa tanto che entro in macchina senza rivolgere un cenno né ai miei genitori nè tantomeno all'autista.

***

Passano i minuti e mi riprendo, della casa non c'è più nemmeno l'ombra... rimpiango di non aver salutato come si deve i miei genitori, ma per il momento l'unica persona che è qui è l'autista, quindi mi scuso per la maleducazione dimostrata fino ad ora e lo ringrazio.

Allo stesso tempo però rimugino sulle parole di papà...

Perchè papà aveva un tono di voce così grave? Non è che hanno paura che io me ne vada per sempre?

In fin dei conti penso che abbiano avuto sempre questa paura da quando mi hanno trovato davanti alla loro porta appena nata, era come se da un momento all'altro io e questi ultimi diciotto anni fossimo stati un incredibile sogno, ma non è così... Io li amo più di ogni cosa al mondo ed anche se un giorno mai ritrovassi i miei genitori biologici non li lascerei, né tantomeno sostituirei.

Facendo questi pensieri lentamente ed incosciamente mi assopisco.

***

Sono circondata dalla nebbia e al buio.

Non si vede niente se non una figura eterea che ondeggia.

Mi guarda intensamente, ma è come se non mi vedesse realmente.

Io non parlo e nemmeno lei, tutto ad un tratto però una parte del paesaggio che mi circonda si rischiara.

Lei sembra come ridestarsi e si volta verso una luce accecante.

Dopo poco due figure si ergono all'orizzonte: una alta, oscura e selvaggia e l'altra più minuta e luminosa. I due non si accorgono della presenza mia e di quella strana ragazza, forse perchè troppo impegnati a guardarsi intensamente.

Sia ben chiaro non un intenso in senso romantico, ma più del tipo "sarò io a staccarti la testa per primo".

Pochi istanti dopo però la figura lumionosa, che guardando meglio ha le parvenze di una donna, interrompe il gioco di sguardi con quella oscura e si avvicina all'altra e...

In quel momento mi risveglio in macchina senza fiato e sudata.

SPAZIO DELL'AUTORE

Ecco il primo capitolo, spero vi possa piacere. Vi chiedo, se vi fa piacere, di commentare e mettere delle stelline
Grazie per aver letto!

Vero.

Millennium: Tutto può accadere [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora