Capitolo 2

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(Driiiin Driiin)
Dio che nervi.. sbuffai e spensi la sveglia spalancando gli occhi e grugnendo.

Mi alzai dal letto e realizzai che oggi era la prima mattina in questa nuova casa che ancora non sentivo mia.

Mi misi i pantaloni grigi della tutta e una canotta e superando il corridoio arrivai in cucina.

Erano le 10:30 e c'ero solo io in casa.. eravamo in una nuova casa e posto e già mia mamma si comportava come nella vecchia casa e posto in cui vivevamo.

Mi raccolsi i capelli e dopo tracannai la bottiglietta d'acqua naturale.

"Su Charlie vestiti e inizia a visitare un po il posto. Non fare l'asociale come sempre.." pensai guardando l'immagine di me riflessa alla finestra del lavabo.

Posai la bottiglietta e corsi in camera a cambiarmi.

C'era caldo fuori così decisi di mettere dei leggins neri e una maglia grigia dell'obey a maniche corte e larga e un cardigan leggero nero.
Misi le mie converse nere basse e presi degli occhiali da sole rotondi da hippy. Dopo aver preso la borsa e le chiavi scrissi un biglietto a mia mamma.

"Mamma sono uscita a fare un giro non so quando torno ciao a dopo."

Lasciai il bigliettino in cucina e uscì di casa.

Casa mia era distante cinque minuti dal centro e dai negozi.

Misi le mie cuffiette nelle orecchie e attaccai il filo all'ipod.

Gli oasis suonavano soavi e mi cullavano nella mia camminata.

Oggi c'era una bella giornata e mi serviva cambiare aria e uscire un po da casa anche se vi stavo da poche ore..

Arrivai in centro e passai davanti ad una pasticciera che emanava un delizioso profumo.
Mi fermai. Ritornai indietro ed entrai nell'incantevole negozio.

Andai al bancone dove vi erano tanti cupcake e delizie varie ne presi uno e ordinai anche un te freddo, pagai e diedi i soldi alla ragazza giovane più o meno come me anche se sembrava un po più grande.

Lei mi sorrise e io ricambiai mi diede il resto e mi sedetti ai tavolini che vi erano li vicino.

Mi gustai il mio cup cake e il mio te freddo, mi guardai intorno e notai che ero l'unica in questo negozio non vi era nessuno a parte la commessa e pasticcieri vari.

Pochi sencondi dopo mi ritrovai la ragazza di prima che mi servì che mi parlava.

Tolsi le cuffiette dalle orecchie e dissi "scusami che hai detto?" Ero imbarazzata ma curiosa di sapere cosa voleva.

"Tranquilla.. ti ho chiesto se sei nuova da queste parti qui in città ci conosciamo quasi tutti e le facce sono sempre quelle ma tu mi sembri nuova di qui.." mi spiegò lei tutta sorridente e con tono dolce.

"Si sono nuova.. mi sono trasferita qui ieri sera.. sta mattina avevo un po voglia di conoscere il posto. " dissi io sorridendo e cercando di non sembrare una sfigata.

Lei annuì e mi porse la mano "comunque piacere sono Becca " io sorrisi e stringendole la mano risposi "piacere charlie"

Mentre stringevo la sua mano mi accorsi di un cartello dietro di lei.

"Scusami ma cercate ancora una commessa? Ho appena letto il cartello e mi farebbe comodo un lavoro.." spiegai io indicandole il cartello alle sue spalle.

"Emh.. si cerchiamo una commessa. Il negozio è di mio padre, se vuoi ti do subito il modulo da compilare. Vuoi compilarlo qui ora ti do una penna se vuoi." Mi disse lei dolcemente e sorridendomi.

Che carina che era...

Io sorrisi e annuì.

Passammo una ventina di minuti a completarlo e alla fine gli porsi il modulo.

"Sai sei davvero simpatica spero che mio padre ti assumi mi piacerebbe avere della compagnia qua e una nuova amica. Diciamo che è un pó palloso a volte lavorare qua.. sopratutto se non ci sono tanti clienti.
Il tuo numero ce l'ho appena mio padre mi dice ti chiamo subito per farti sapere va bene?" Mi disse lei scostandosi i capelli dal viso e alzandosi dalla sedia da dove era seduta.

Mi alzai anche io e le dissi " grazie mille davvero si sarebbe bello lavorare insieme appena sai fammi sapere è stato un piacere conoscerti becca. Ora vado ciaoooo"

Presi la borsa e gli occhiali e uscì dalla pasticcieria dopo che mi ebbe salutato.

Era quasi ora di pranzo.. mi diressi verso casa sempre con le mie cuffiette nelle orecchie e con il sole che mi scaldava.

***
Aprì la porta di casa e notai sull'attaccapanni la borsa di mia madre.

Tolsi le cuffiette e gli occhiali andando a posare tutto in camera..

"Charlie vieni che è prontoo" mi sentì urlare da mia madre corsi giù e mi andai a sedere a tavola mentre mia madre metteva il pranzo nei nostri piatti.

Ovviamente tutta roba precotta ma riscaldata dal micronde..

"Beh.. che hai fatto di bello sta mattina?" Mi chiese lei mentre mangiavo le lasagne.

"Ho girato un po in centro e ho fatto domanda in una pasticcieria dove ho consociuto una ragazza è stata molto gentile con me." Spiegai io mentre mi abbuffavo.

Non feci quasi caso quando a mia madre gli si illuminarono gli occhi ed emise un gridolino..

"Non sai quanto sono felice.. prima eri sempre chiusa in casa ti rifiutavi di parlare con le persone che volessero avere un dialogo con te. Sono orgogliosa anzi lo sono molto di più.
Spero che ti prendano a lavoro così socializzi anche con altre persone e diventi amica con questa ragazza gentile." Disse lei sorridendo in modo nauseante.

Io alzai gli occhi al cielo sbuffai per poi annuire e continuare a mangiare..

"Comunque siccome me lo chiedi ti racconto anche io cosa ho fatto sta mattina." Disse mia madre con felicità e sarcasmo.

"Ma io non ti ho chiesto nulla.. tranquilla non è necessario che mi racconti." Dissi io con falsa sincerità.
Io ero molto curiosa e lo sapeva anche lei che stavo mentendo.

"Oh charlie.. ma non mi fare ridere.. allora sta mattina sono uscita a fare la spesa e tu non sai chi ho incontrato!
Ero al reparto per la casa e ho rivisto Jeff. Il mio ex migliore amico del liceo.
Ci siamo persi in chiacchiere e tutto tanto che non siamo riusciti a finire di parlare perché dovavamo andare via, così ci siamo scambiati i numeri di telefono." Disse lei artorcigliandosi i capelli intorno alle dita e parlando come una scolaretta...

Mia madre poteva passare dall'essere elegante e sofisticata a adolescente e smorfiosa.. ma comunque fosse le volevo un bene dell'anima.

"Io non so chi sia sto jeff sinceramente ma se sto qui ti fa venire il sorriso che hai devi continuarlo a vederlo. Comunque se non ti dispiace vado in camera." Risposi io dileguandomi.

Mi alzai dal tavolo e camminai verso la mia stanza.

"Charl?" Mi sentì dire alle mie spalle.
"Si?" Risposi io girandomi e guardando il viso sereno di mia madre.

"Grazie tesoro..." disse lei con occhi lucidi.

Io mi limitai a sorriderle e andarmene.
Sapevo per cosa era quel grazie..
E sapevo che lei si meritava solo il meglio dopo quel mascalzone di mio padre..

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