Un sorriso ed un saluto

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Si girava e rigirava nel letto. George lo poteva sentire, percepiva il malessere dell'amico, e forse sapeva il motivo. Forse non riusciva a dormire perchè l'idea che quel ragazzo dall'aria sprovveduta e tra le nuvole, in realtà fosse più che sveglio, anche più di lui, lo lasciava atterrito, aveva sbagliato. Eh già John aveva sbagliato il suo giudizio verso quel Paul, ma George non riusciva a capire:si in realtà quello non è un cretino, in realtà sapeva benissimo quello che stava per fare, ma non era di certo un criminale, era uno onesto, insomma li aveva denunciati quei due spacciatori!Ma allora perchè John continuava ad essere rattristito dal suo "fallimento intuitivo"?.

Eh già!Il pensiero di George aveva colto nel segno, John stava pensando proprio a quelle cose, ma anche lui non sapeva il perchè del rimanere deluso da quello sconosciuto, appunto perchè tale, non gli sarebbe dovuto importare più di tanto, in fin dei conti il suo intuito aveva solo un po' vacillato, già, perchè Paul, non sarà stato uno distratto, ma di sicuro non era un criminale!Certo John riponeva questa fiducia verso il ragazzo. In fondo non aveva proprio la faccia da criminale!
E con questa insolita speranza, finalmente si addormentò sereno e così potè fare anche George.

Il giorno dopo, il venerdì, giorno libero per i due, John era voluto andare lo stesso a finire un piccolo lavoretto di ristrutturazione di un gioiello per una donna anziana, a lui molto cara. Era un lavoro da poco, e finito quello, sarebbe dovuto andare ad un bar li vicino, dove George lo avrebbe aspettato per una birra.
Il ragazzo finì molto presto il suo lavoretto e uscì di fretta dal retro del negozio, la donna anziana abitava proprio in uno degli appartamenti situati nell'uscita del retro della bottega. Glielo portò e la donna fu felicissima, uscì dalla casa e corse giù per le scale. Un ragazzo avanti a lui scendeva di fretta con un sacchetto di immondizia in mano, poi si girò, di scatto, un sorriso e un saluto, e il corpo di John si inondò di una calorosa allegrezza, causata da quel semplice gesto, da quel semplice sorriso di quel ragazzo, Paul, che adesso lo stava aspettando per scendere le scale insieme.
-Ciao John!
-Ciao Paul, ti sei ambientato un po' nel paese?
-Mh, non proprio!...Ma tu non abiti qui?
-Oh no, però quella porticina che c'è nell'atrio del condominio porta alla mia bottega di oreficeria!
-Oh!Sei un orefice?Ma è magnifico!Quindi hai frequentato un istituto d'arte?
-Si!-Doveva andare in quel bar, perchè non invitare anche Paul, per conoscersi meglio e magari anche divenire amici?

-Senti io sto andando in un bar, dove mi aspetta un mio amico e collega di lavoro, vorresti venire anche tu?-Azzardò John.

-Oh...ok, tanto non ho nulla in programma, ma sappi che non sono proprio di ottima compagnia!
-Ah no?I tuoi amici non la penserebbero così...suppongo-disse John incuriosito. Ormai i due stavano per avviarsi verso il bar.
-No, ti sbagli di grosso i miei amici non lo pensano, in quanto io non ho amici, e credimi non ci tengo proprio ad averli!
-Scusa?Non posso crederti, sei un ragazzo!Quanti anni avrai?19?-
Paul lo interruppe:
-Si ne ho 19, ma l'età non c'entra... le persone non sono abbastanza pronte e in grado di farsi carico o di condividere emozioni con altri, sono una massa di coglioni, pronti a rinnegarti e tradirti alla prima occasione!Loro ti usano e basta!Ma è normale, siamo tutti così!-Ma perchè diamine stava perdendo il suo tempo con uno sconosciuto che non lo avrebbe neanche capito, e per di più stava parlando troppo di se.
-Senti Paul, io non voglio sapere i particolari della tua vita, e forse, per pensarla in questo modo ti deve essere successo qualcosa di spiacevole, non lo metto in dubbio, ma non puoi fare di tutta un'erba un fascio!Prova a conoscere qualcuno, esci la sera, fai qualcosa di eccitante e divertente!
-Fare qualcosa di divertente ed eccitante sarebbe?-Disse il ragazzo minore con un tono sprezzante, fermandosi e guardando negli occhi di John. Egli fece per rispondere ma Paul continuò
-Sarebbe forse salvare poveri ragazzi con "furti"depistanti fatti alla bene e meglio?
John rimase impietrito. Non solo si era accorto dello scambio di droga, non solo aveva saputo riconoscere i criminali, ma aveva anche capito lo scopo del furto e lo aveva visto e riconosciuto!
-Tu mi hai visto?I..io volevo solo-Provò a spiegare John, ma riuscì solo a balbettare queste parole.
-Hey tranquillo, sò che cosa hai fatto, ti ringrazio, davvero molto!-Disse Paul sorridendogli rassicurante. L'aveva fatto, di nuovo ,quel sorriso sincero, i suoi occhi si sgranarono ancora di più, John li guardava e l'altro faceva lo stesso. Già ma se lui si fosse visto?Il modo in cui lo stava guardando, si sarebbe dato sicuramente della checca isterica .John si accorse che forse lo stava fissando con un po' di insistenza, ma in fondo anche Paul lo stava scrutando attentamente, il maggiore non poteva non guardare quegli occhi così...così...ehm troppo grandi per un uomo giusto?Era così che li aveva giudicati. Esprimevano un nonsocchè di voglia, voglia di conoscere l'altro, ma all'improvviso, in un battito di ciglia quell'espressione cambiò.
Guardando John, gli era ripassata in mente quella strana idea di abbattere il muro, no, non poteva proprio!Si, lui era stato gentilissimo, ma non poteva fidarsi, non poteva cedere, non ancora perlomeno. Il suo sguardo era divenuto freddo, evidentemente la sua esperienza era stata così dura da non permettergli di aprirsi così facilmente, forse gli sarebbe servito solo un po' di tempo e forse John lo avrebbe atteso.
-Tu hai creduto che io non ti avessi visto vero?E che non avessi capito il tuo intento?
-Beh-Rispose John ancora preso dai suoi ragionamenti
-Hai un'espressione molto singolare ragazzo!Paul non si fà sfuggire nessun particolare tanto meno se è somatico!Ahahahah-Azzardò scherzando il minore

-Mi ero accorto della tua presenza dietro quell'albero....ma non mi sono preoccupato, perchè non hai proprio la faccia da criminale!

-Tutti invece dicono che ho la faccia da stronzostrafottente!
-Beh quello si, ma non è sinonimo di criminale. Sei stato coraggioso!Ma....riguardo il discorso di prima..io non volevo essere sgarbato, cioè, non ce l'ho con te solo perchè fai parte dell'umanità, ma preferirei...
-Ma preferiresti non darmi troppa confidenza, e più in generale non vuoi persone attorno, perchè la ferita che hai subito, non è ancora rimarginata.

-Si-Paul non poteva sopportare che quello sconosciuto avesse capito così tanto di lui, beh, però era stato un imprudente, gli aveva lasciato intendere troppo, e John era riuscito a ricollegare i fatti.....

-Sappi che non ti aiuta questo tuo modo di isolarti, ma forse hai bisogno di stare da solo...non voglio impicciarmi

-I...io non snobbo nessuno eh?!Sia chiaro!

-Certo, comunque nel caso tu volessi un aiuto...- John stava insistendo troppo lo sapeva

-io ti potrei aiutare,non giudico.

-Scusa John ma, no, forse non ti è chiaro non voglio la tua amicizia e nè quella di nessun'altro, non te la prendere!
-Ok non me la prendo, e non proverò più ad essere tuo amico-Sapeva che stava dicendo una grossa stronzata, dentro di se

-Ma non è per me che dovresti trovare scuse indecenti!

-Cioè?
-Intendo, non devi fare la grazia a me, pensa a come potrai vivere con la paura costante di affezionarti a qualcuno...la prudenza ok ma forse, non dovresti privarti dell'amare qualcuno, nè dell'amore di qualcuno.
John sentiva bruciare addosso lo sguardo di Paul, i suoi occhi sprigionavano una miriade di sentimenti contrastanti:stupore, per come John avesse colpito nel segno; rabbia, perchè nessuno avrebbe dovuto scavare così dentro le sue paure; odio, verso se stesso perchè aveva lasciato trapelare troppo del suo essere ad un estraneo; vulnerabilità, quel ragazzo lo stava facendo sentire nudo, nudo davanti a un milione di persone, tante quante le persone che si trovavano ad un concerto dei Queen. Ma in fondo a quei sentimenti, ce ne erano degli altri, debolissimi ma esistevano, il suo cuore e la sua mente li stavano nutrendo, poco a poco : Allegria, perchè finalmente qualcuno lo aveva capito; speranza, perchè forse con il suo aiuto sarebbe potuto andare avanti e uscire dalla sua sofferenza.
Gli stava venendo da piangere nel ricordo di eventi passati, rinchiusi bene nella sua mente.
"Dio mio" pensò solo John. I grandi occhi di Paul si stavano riempiendo di lacrime, di sicuro il ragazzo non le avrebbe fatte trapelare, e John si sentì sconfitto, forse era andato troppo oltre, aveva toccato un punto debole, e adesso Paul sembrava distrutto, il suo sguardo era fisso nel vuoto, ed esso stesso lo era. Ad un tratto Paul si fece coraggio, lo guardò e gli disse di entrare al bar, sennò George li avrebbe menati. Sapeva che John si era accorto delle sue lacrime latenti, ma non voleva che pensasse che fosse colpa sua, lui non c'entrava nulla, aveva solo portato fuori quei sentimenti di Paul, che però già c'erano, quindi, ripetè dentro di sè, non era colpa sua e gli sorrise.
Un altro sorriso semplice e sincero, e John sussultò, era sollevato, questo voleva dire che il ragazzo non aveva nessun rancore verso di lui, così ricambiò il sorriso e insieme entrarono al bar.

-Piacere, sono Paul McCartney-Disse stringendo la mano al ragazzo.
-Oh, io mi chiamo George Harrison!Molto piacere!
George fece una buona impressione a Paul:era alto quanto lui, più piccolo di 9 mesi, capelli foltissimi castano scuro, lisci, probabilmente piastrati, uno sguardo buono e sensibile, nonostante le sue sopracciglia molto folte e aggrottate per natura. Occhi marroni non particolarmente grandi, che tendevano verso il basso, ma in modo differente dai suoi, labbro inferiore dalla forma ad arco, di profilo la punta del naso non appariva nè verso il basso nè all'insù, ma era dritta, così come il resto del naso, e frontalmente aveva una forma tondeggiante.
I tre bevvero una birra, scherzarono e passarono un'oretta molto piacevole, poi si separarono, Paul nel suo appartamento e gli altri due verso casa.

McCartney si arrangiava come poteva e aveva trovato dei piccoli lavoretti come l'uomo delle pulizie, o il babysitter, ma ovviamente lui aveva un sogno nel cassetto, abbastanza ambizioso, si, ma non era tale, senza buone motivazioni.


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