32. Harry

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-Harry's POV-

Mi sveglio e mi trovo faccia a faccia con Vanessa. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio.

Guardo in basso e noto che le sue braccia sono intorno al mio collo.
Sorrido. Bhe, non può proprio lamentarsi, adesso!

Metto giù il cuscino e poso le mani intorno alla sua vita.

Quando vedo che si sta svegliando, chiudo gli occhi e fingo di dormire.

Sento il suo respiro caldo, poi lentamente le sue mani sfiorarono le mie guance.

«Buongiorno!» le sorrido e lei lancia un piccolo grido prima di cadere dal letto.
«P-perché eri così vicino a me? Ho messo anche i cuscini!» chiede imbarazzata.

Non era lei quella che mi stava accarezzando la guancia?
«Non lo so, hai messo tu le braccia intorno a me» sogghigno.
«A-anche tu!»

Faccio un sorrisetto e inizio ad infilarmi la t-shirt nera.
Apro la bocca per dire qualcosa, ma lei mi interrompe.

«H-ho fame, vado a fare colazione» balbetta.
«Vengo anch'io!»
«Cosa? No!»protesta.
«Ma ho fame!» replico.
«Allora dovrai aiutarmi!» sbotta.

Mi siedo sulla sedia in cucina, guardandola preparare la colazione.

«Vuoi restare seduto a guardare o hai intenzione di aiutarmi?» chiede, mettendosi le mani sui fianchi.

Senza trucco e con i capelli spettinati sembra ancora più ingenua del solito.
«Allora?» chiede, fissandomi con i suoi occhioni color nocciola.

«Te l'ho detto, non so cucinare» le ripeto.
«Rompi le uova!» dice, porgendomi una confezione da sei uova.
Ne prendo una e per sbaglio faccio scivolare il guscio nella ciotola, insieme al tuorlo.
Ho diciotto anni, perché mai dovrei mettermi a cucinare?! Non ho mai aperto un uovo in vita mia!

«Va bene, fatto» dico con nonchalance, spingendo la ciotola verso di lei.
«E questo dovrebbe essere...» si acciglia.
«...uovo?!»

Prende un'altra ciotola e vi apre un altro uovo. Mi sta prendendo in giro?

«Dopo la tua dimostrazione pratica ho capito che tu e la cucina siete incompatibili!» ride ed io sbuffo.
«Mi puoi passare il barattolo dello zucchero, per favore?» dice, indicando dei barattoli sullo scaffale.

Gemo e mi alzo dalla sedia.
Ci sono due barattoli identici. Quale cazzo è lo zucchero?

Dopo aver fatto la conta, ne prendo uno e glielo porgo.
Lo guarda attentamente e sghignazza, restituendomelo.

«Quello è il sale» sorride.
Alzo le sopracciglia e le consegno l'altro barattolo. Come fa a distinguere lo zucchero dal sale?

«Adesso mi serve un limone!» dice, puntando il dito verso il frigo.
Ma non sono mica il suo schiavo!
«Se non sbaglio questo è il limone!» dico sarcasticamente.

Si porta una mano sulla bocca e scoppia a ridere.
«È lime...»
«Cazzo, ma è la stessa cosa!» urlo, sbattendo il limo...lime a terra.
«No, ho bisogno di limone» scuote la testa.
Alzo gli occhi al cielo prima di prendere il limone dal frigo.

Probabilmente quando avrò l'onore di mangiare ciò che sta preparando avrò sessant'anni...come minimo.

Aspetta, cosa sta cucinando?
Mi chino sulle spalle cercando di capire cosa sta combinando.
«Cosa stai cucinando?» chiedo.

«È una mia ricetta!» sorride orgogliosa.
«Come si chiama?»
«Uhm, non ha un nome» risponde.

Sta facendo la sua ricetta che non ha nome...mi vuole avvelenare?
«Va bene, ho fatto» annuncia, pulendosi le mani imbrattate di farina.
Ci sediamo entrambi e guardiamo ciò che sta nel piatto.

Sembra buono.
«Perché lo stai guardando come se volessi avvelenarti?»
«perché penso che tu lo voglia!» dico, puntellando quella che sembra una crema al limone.

«Be', avrei molte ragioni per volerti avvelenare...» ride goffamente e mi fissa.
«Sto scherzando, ma se non vuoi proprio, la assaggio prima io».

«Bene!» dico, dandole il cucchiaio «meglio se sei tu la prima a morire».
Lei alza gli occhi al cielo e ne mangia un po'.

«In realtà è davvero buono» dice, guardandomi sorpresa.
Ho troppa fame, così ne prendo anch'io un cucchiaio. Ha davvero un buon sapore.

E probabilmente è la cosa più buona che abbia mai assaggiato.
«Allora, cosa ne pensi?»

Va bene Harry, cerca di non farle capire che tu ami questa crema al limone.
«Nah, non è male» dico con facilità.
Sorride.

Perché sorride?
«Sei la prima persona che assaggia la mia ricetta!».
«Cavolo, mi sento onorato» dico, mettendo le mani sul cuore.
«Sì, come ti pare.»

«Perché non lo chiami Hanessa? "H" sta per Harry, perché sono stato il primo ad assaggiarlo, mentre "anessa" sono le ultime sei lettere del tuo nome!»
«Suona bene!» dice ridendo.

Finiamo la crema al limone che ha preparato e lei ricomincia a parlare.
Oddio, non sta mai zitta!

«Oggi ti andrebbe di venire in spiaggia?» suggerisce.
«No» rispondo senza mezzi termini.
«Perché?» chiede delusa della mia risposta.

«Perché ho deciso così» mento.
Odio il mare.

«Non è nemmeno una ragione valida» sbuffa, mettendo il broncio. «Perché non vuoi andarci? Siamo in grado di nuotare e costruire castelli di sabbia» dice eccitata.

«Ti sembra che io abbia cinque anni?» chiedo, indicando la mia faccia.
«Bene, mi limiterò a invitare Zayn ed Oscar» dice, incrociando le braccia.
Alzo gli occhi al cielo prima di andare al piano di sopra.

C'è un motivo per cui io non voglio andare al mare: il mare!

Non ho paura, non mi piace, punto e basta.

Just Married ||h. s.|| - L'inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora