• uno •

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"Ehi, Lou!" lo saluta Liam, il suo migliore amico, non appena arriva davanti a scuola.

Si gira e gli sorride, abbracciandolo velocemente e mormorando un "Buongiorno" assonnato, nascondendo subito dopo uno sbadiglio con la mano.

"Dormito poco?" domanda il castano, frugando nel suo zaino per poi tirare fuori il libro di filosofia e cominciare a sfogliarlo.

"In realtà non ho chiuso occhio, non riuscivo a completare il compito della professoressa Skies"

"Sei riuscito a finirlo, però?"

"Sì, giusto mezz'ora fa" mormora passandosi una mano fra i capelli lisci, scompigliandoli leggermente.

Liam annuisce e gli sorride nuovamente, avvolgendo poi un braccio attorno alle sue spalle come se nulla fosse, trascinandolo così verso la loro prima ora di tortura.

Louis odia stare a scuola e non di certo per via dei suoi voti orrendi, ma perché non riesce a stare fermo e composto per più di dieci minuti di fila. È più forte di lui, ha costantemente bisogno di fare qualcosa, di muovere le dita o di battere il piede contro il pavimento, per questo spesso e volentieri si ritrova seduto ad un banco di un aula sperduta dell'edificio, davanti ad un professore annoiato che lo tiene d'occhio per tutta la durata del pranzo.

Non gli importa finire in detenzione, ormai ci è abituato, ma anche lì si annoia da morire.

"Lou?"

"Mh?"

"Oggi vieni da me?" domanda Liam, sedendosi in fondo alla classe e sistemando i libri sul banco.

Louis annuisce distrattamente e recupera l'astuccio ed il blocco degli appunti dallo zaino. "Sì, direi di sì, ma prima devo passare a casa a controllare Lottie e le gemelle"

"Okay" risponde l'amico, prima di essere interrotto dall'arrivo del professor Martin e dall'inizio della lezione.

Neanche a dirlo, Louis non riesce a prestare attenzione, tant'è che si ritrova a puntare lo sguardo in ogni angolo della classe, osservando attentamente le crepe dei muri che non vengono sfiorate da tempi immemori.

Pensa che sia davvero scandaloso, visti tutti i soldi che i genitori di ogni alunno spendono per ogni minima stronzata che la scuola richiede; per questo sbuffa e prende a tracciare i contorni del proprio banco, fino ad arrivare al piccolo spazio sottostante, dove solitamente ripone i libri delle ore successive per comodità.

Tamburella distrattamente le dita su quel pezzo di legno, percorrendone ogni centimetro.

Ad un tratto aggrotta le sopracciglia. La sua mano ha sfiorato qualcosa di liscio e duro allo stesso tempo, per questo china il capo e si rende conto di avere davanti un quaderno o qualcosa di simile.

Lo afferra, attento a non fare troppo rumore, e lo poggia sul banco, sfarfallando le palpebre ripetutamente.

Cosa ci fa questo diario sotto al mio banco? chiede a se stesso mentre sfiora la copertina scura con le dita, notando qualche scritta ormai sbiadita ed indecifrabile impressavi sopra.

Liam si gira in quel momento e "Cos'è?" domanda, lanciando un'occhiata curiosa all'oggetto misterioso.

"Non lo so" sussurra Louis, alzando le spalle. "Ma ben presto lo scoprirò"

Love you, goodbye ⚓︎ l.s. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora