5. Tempo

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-Ehm, c'è un problema.- sentenziò Jonny, dopo qualche minuto che ci fummo messi in viaggio.

Lo guardai con aria interrogativa, il suo tono di voce sembrava essersi fermato a metà tra l'ironico e il disperato. 

Sollevò la borsa con le mele e la agitò davanti ai miei occhi. Era tutto diventato una poltiglia, la caduta aveva fatto spappolare i frutti.

-Frittata di mele.- disse, arricciando il naso.

-Non credo siamo nelle condizioni di poter fare gli schizzinosi.- commentai, sebbene l'idea di mangiare quella roba non mi facesse fare i salti di gioia -Ma magari troveremo altro.-

-Wow, credo sia la prima cosa positiva che tu abbia detto da quando ti ho incontrata. Stai imparando.- commentò lui, con tono canzonatorio.

Gli diedi una spinta, poi andammo avanti a camminare. La caverna diventava sempre più stretta, ma la luce sempre più intensa. In alcuni tratti dovevamo strizzare gli occhi per andare avanti a vedere. Le orme apparivano sul terreno, una dietro l'altra. Chissà se Aslan ci avrebbe indicato tutta la strada, oppure se le orme sarebbero sparite, come era già successo. L'importante, per il momento, era uscire da quella caverna.

-Chissà come se la passano gli altri due tizi che dobbiamo incontrare.- disse Jonny, che non riusciva a stare zitto nemmeno a pagarlo.

Quando il silenzio iniziava a farsi troppo pesante, lui cominciava a parlare. Forse era un modo per farsi coraggio, oppure per passare il tempo. Ma non sembravano chiacchiere a sproposito. C'era sempre un qualcosa di buono e gentile nella sua voce.

Mi chiesi cosa avesse visto nel momento della caduta. Sembrava una persona così tranquilla, senza preoccupazioni. Eppure avrei scommesso che anche lui aveva le sue ombre.

-Mi fissi?- domandò a un certo punto, divertito.

-Eh? No!- negai io, cercando di assumere un'espressione non curante.

Lui scoppiò a ridere - Invece ti ho proprio beccata. Stai cercando di leggermi nel pensiero? Sembra quasi di sì...-

Annuii - In effetti mi chiedevo...-

-Cosa ho visto prima? Anche io mi sto chiedendo cosa hai visto tu. Anzi...dovevi anche raccontarmi la tua storia, se è per questo. Ma se non hai voglia non preoccuparti, ci sarà tempo. C'è sempre tempo per tutto.- 

La sua ultima affermazione mi lasciò abbastanza basita. La mia concezione di tempo era diametralmente opposta alla sua. Vivevo inseguendo il tempo. Per me non era mai abbastanza. Evidentemente Jonny colse il mio disaccordo, perchè stavolta fu il suo turno di fissarmi con aria interrogativa. Non era l'aria di uno che voleva ficcare il naso dove non c'era nulla che lo riguardasse: era l'aria di uno che cercava di capire la sua compagna di viaggio. E forse, per capire lui, dovevo iniziare cercando di far capire me.

-Non penso ci sia sempre tempo per tutto.- risposi, mentre iniziammo ad imboccare una scalinata di pietra che pareva portare verso l'alto -Mi sembra sempre di correre e correre, ma il tempo è più veloce di me. Mi sfugge. Ogni cosa che voglio, ogni cosa che devo fare, mi sembra sempre scappar via e il tempo è qualcosa che è contro di me. Rincorro il tempo per studiare, per essere pronta per gli esami...-

-No, dai, mi piaceva questo discorso! Non puoi rovinare tutto inserendoci l'università! Dimmi che c'è dell'altro!- mi interruppe lui, ridacchiando.

Sospirai.

E annuii.

C'era dell'altro ovviamente.

-Ok, non ridere...sto per raccontarti qualcosa di serio. Magari a te sembrerà melodrammatico...ma non lo è, credimi.-

-Sono tutto orecchie.- rispose lui, dandomi una mano per aiutarmi a salire i gradini che si facevano sempre più ripidi.

-Il tempo è il mio nemico numero uno per quanto riguarda...la situazione sentimentale.- mi aspettavo una qualche interruzione, invece Jonny non disse nulla e restò ad ascoltarmi -Anni fa mi interessava un ragazzo. Lo vedevo soltanto d'estate, durante l'anno "invernale" soltanto qualche volta. Lo conoscevo, non benissimo, ma comunque da un po'. Eppure all'improvviso iniziò a piacermi. Ma avevo pochissimo tempo a disposizione: l'arrivo dell'autunno avrebbe portato via ogni possibilità. Le cose, comunque, sembravano andare per il verso giusto. Il tempo però volava. Allora decisi di fare una cosa che mai avrei immaginato di poter fare: decisi di dichiararmi, di dirgli che mi piaceva. Ci misi una settimana buona, ma alla fine trovai il coraggio. E andò male. E per male...intendo male male male. Non solo lui non ricambiava, e quindi io avevo interpretato tutto nel modo sbagliato, ma lui iniziò a raccontare quello che era successo ai suoi amici. E la voce si sparse. Iniziarono a prendermi in giro, sempre. Avevo fatto uno sbaglio, uno sbaglio grandissimo perchè avevo paura di non aver abbastanza tempo. Infatti non credo rifarò mai una cosa simile. Non potrei sopportare un altro esito del genere. Ora sto riassumendo molto...ma è stato terribile.-

-E questa è una cosa passata...- commentò Jonny, scrutandomi attentamente -Ma ne deduco che il tempo c'entri qualcosa anche con la situazione attuale?-

Annuii -Sì...mi interessa un ragazzo. Da poco, in realtà. Cioè...forse avevo iniziato a notarlo già da un po', ma me ne sono accorta qualche settimana fa. Solo che non seguiamo tutti gli stessi corsi, lo vedo poco. E il semestre sta per finire...-

-Mancano cinque, sei settimane!- esclamò lui, aggrottando un sopracciglio.

-E' pochissimo!- dissi io, quasi gridando.

Lui scosse il capo -Cinque settimane sono un'eternità. Potrebbe succedere qualsiasi cosa!-

-A me invece sembra che le settimane scivolino via una dietro l'altra, senza che io riesca a fare nulla..."

Jonny sorrise, sembrava volesse rassicurarmi:

-Il tempo è relativo. Non è vero che non c'è tempo. Se una cosa deve succedere, succede. Anche all'improvviso. Basta un secondo. Quanti secondi ci sono in cinque settimane? Se il tuo destino è intrecciato con quello di questa persona, non importa quanto poco tempo tu abbia a disposizione: andrà tutto bene.-

-Ma...- stavo per rispondere che mi era sempre andato tutto male e che non credevo minimamente nella possibilità che qualcosa potesse succedere, ma il resto della storia era destinato ad essere raccontato in un altro momento perché all'improvviso ci trovammo all'aria aperta.

Eravamo finiti nel bel mezzo di una foresta. 

E c'era la neve. Tanta neve.

-Oh.- disse Jonny, senza riuscire ad aggiungere altro.

E se Jonny non parlava...voleva dire che la situazione era davvero grave.

-Da dove è spuntata tutta questa neve?- domandai, pur sapendo che non avrei trovato risposta.

-Non dirmi che Jadis esiste!-

-Narnia esiste, perchè non dovrebbe esistere Jadis?-

-Beh, speravo esistessero solo le cose belle di Narnia.-

-Sei troppo ottimista!-

-E tu un uccello del malaugurio.- commentò lui, con un sorrisetto divertito -Puoi sempre portare un pupazzo di neve al tuo amico, magari lo conquisti  così.-

-Troppo simpatico, davvero!-

Jonny si esibì in un inchino, ma il sorriso sul suo volto presto si trasformò in una maschera di paura.

Erano in cinque. 

Il manto candido.

Gli occhi rossi.

I denti ben scoperti.

Lupi.

***
Se ne avete voglia, vi invito a leggere il mio fantasy Logan Flame e il Soffio del Drago!

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