Capitolo III

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A casa ero quasi sempre sola, perché i miei genitori lavoravano tutti i giorni tutto il giorno. Mia madre era una psicologa e veniva sempre chiamata per lavoro, mio padre era un avvocato e anche lui non era da meno. Difficilmente ci riunivamo come una vera famiglia.
Avevo una sorella pestifera, si chiamava Marta, anche lei andava al liceo, era il suo primo anno, si fermava anche il pomeriggio per i laboratori che tenevano a scuola. Era una scuola che si fondava sul modello americano, infatti anche per cambiare materia erano gli studenti a muoversi non i professori, però, come in tutte le scuole italiane, solo una cosa era rimasta italiana di quella scuola, gli anni e i voti. Infatti facevano cinque anni come in tutte le scuole italiane, non quattro come in America e nel resto del mondo e i voti non erano lettere ma numeri.
Quella sera, dopo che finii di studiare, quando tutti rientrarono a casa, durante la cena io rimasi sempre nei miei pensieri in silenzio, non sentii nemmeno quello di cui parlavano i miei, né sentivo quando si rivolsero a me. Continuai a pensare a Christian, irritante e fastidiosamente affascinante per me. Cercavo di capire che cosa mi stesse accadendo e perché stesse succedendo a me, poi la voce di mia madre si fece più alta dei pensieri che correvano nella mia mente, perciò mi distrassi e fui costretta a seguire quello che diceva: "Elettra come mai così silenziosa?" Prima che potessi rispondere mia sorella mi precedette con il suo solito commento sarcastico: "Ma mamma è ovvio, non ha ancora il fidanzato e si crogiola nella sua depressione!" quindi replicai: "Oh scusa tanto se ti infastidisco pensando agli affari miei!" e mia madre con tono fermo: "Non iniziate! Non ho voglia di sentirvi litigare. Allora Elettra?"
"Pensavo tutto qua." Risposi vaga.
"A cosa?"
"A oggi..."
"Perché che cosa è successo?" si preoccupò.
A quella domanda esitai un momento prima di rispondere.
Ripensai alla giornata e mi chiesi se dire oppure no del nuovo compagno. Optai per il no.
"Niente di interessante, sta tranquilla stavo solo pensando..."
"Mmh... Va bene tesoro, a te Marta? Com'è andata?"
"Bene, anzi benissimo! Pensavo peggio, infatti sono arrivata agitatissima, avevo paura che fossero terribili i professori, come mi hanno sempre detto alle scuole medie, ma in realtà si sono dimostrati gentili, tanto che tutti noi parlavamo con loro come se parlassimo con i nostri genitori, ovviamente sempre con il dovuto rispetto e dando del lei. Non mi aspettavo un'accoglienza così calorosa! Mi è piaciuto un sacco! Spero che rimanga così tutto l'anno, almeno durante le interrogazioni e le verifiche non mi sento in ansia come alle medie!" disse entusiasta. Mi sorprendeva sempre la velocità con cui elargiva così tante informazioni in così poco tempo, sembrava una mitragliatrice umana.
"Sono contenta che ti sia divertita, ma ricordati che i voti li danno lo stesso!" E mi sorprendeva anche come facesse a capire tutto mia madre, io mi ero fermata al "Bene", il resto non l'avevo ancora recepito.
Marta aveva preso tutto dalla mamma parlava tanto come lei era bionda, aveva i capelli lisci e aveva gli occhi azzurri, il corpo da quattordicenne, non ancora del tutto formato e poco più bassa di me, mentre io ero più come mio padre, parlavo poco e avevo i capelli neri o gatto infuriato in testa, come preferivo chiamarli io e gli occhi castani. Infatti quella sera mio padre non aveva parlato e a volte non mi accorgevo nemmeno della sua presenza, ma quelle poche volte che parlava, erano sempre discorsi molto brevi come per esempio:-Ciao come va?- -Bene, te?- -Bene- e lì si concludeva l'interessante conversazione. Oppure parlava solo il necessario.
Appena finimmo di cenare, pulimmo tutto, io portai la spazzatura al cassone, quelli che di solito sono più o meno distanti da casa.
-Che bella serata- pensai era calda ma ventilata, alla temperatura giusta per stare tranquillamente con vestiti estivi, mi piaceva uscire la sera e godermi la brezza serale, però quella volta ebbi una brutta sensazione. L'estate passata, infatti, di notte mi capitavano cose strane, facevo strani incubi ambientati in questo periodo, sembravano sogni premonitori perché si ripetevano spesso, troppo spesso; io non controllavo il mio corpo nel sogno, sembrava come posseduto, e questo mi faceva intimorire.
Quando arrivai al cassone l'aria incominciò a farsi più cupa e fredda, pensai subito ai sogni che facevo durante l'estate, ma poi mi dissi: -No! Non è possibile Elettra! Erano solo sogni non essere stupida!- perciò mi incamminai velocemente scacciando quel pensiero, ma ero comunque preoccupata e avevo la sensazione di essere seguita. Non ero affatto tranquilla.
D'un tratto vidi un'ombra, mi girai subito a controllare ma non c'era nessuno, perciò allungai il passo quasi a correre. Avevo paura, chi mi stava seguendo? Vidi di nuovo l'ombra passarmi davanti e mi fermai. Cercai di vedere chi fosse, ma ero sola.
All'improvviso vidi l'ombra al posto della mia, urlai.
-Di chi è quell'ombra? Non può essere la mia.- pensai: -È impossibile che sia al posto della mia!- ero così terrorizzata da non riuscire a muovermi, però avevo anche la sensazione che qualcosa mi impedisse di muovermi. Chiusi gli occhi sperando che sparisse, li riaprii ed era ancora là, stavo tremando, sulla mia schiena mi sembrava di sentire dei ragni che salivano veloci, quella agghiacciante sensazione di paura che striscia lungo la schiena e arriva fino al cervello allarmandolo e spargendosi in tutto il corpo. Chiusi di nuovo gli occhi e quell'ombra sparì. A quel punto iniziai a correre a perdifiato. -Non posso credere a ciò che ho appena visto! No! Non voglio nemmeno credere di stare diventando pazza!- No! Non volevo crederci.
Appena vidi casa mia, filai dentro come un razzo.
"Tesoro..." mia madre non fece in tempo a finire che ero già corsa in camera mia sbattendo la porta. Mi sedetti sul letto accucciata, ero agitata, tremante, bianca come un cadavere, ansimavo e sudavo freddo. Avevo un attacco di panico. Non mi era mai capitato prima di allora. Avevo il fiatone e vedevo tutto bianco.
"Tesoro cos'è successo? Sei bianchissima!" Disse mia madre preoccupata e spaventata per me, ma in quel momento per me era come se non esistesse continuavo ad avere in mente quell'orrenda immagine. Cos'era successo?

#Ciao a tutti, vi lascio qui su Wattpad i primi capitoli, se volete leggere il resto potete contattarmi in privato su:
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Lo so sono una brutta persona, scusatemi tanto, baci.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 19, 2021 ⏰

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Angeli caduti - L'inizio di tutto (#Wattys2018)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora