Capitolo I

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14 settembre 2015

Il primo giorno di scuola era arrivato, ed io con mia solita fortuna, persi il pullman e arrivai tardi. L'unico posto libero era proprio vicino al ragazzo nuovo in prima fila, chissà perché. Linda era nel banco dietro a quello dove mi sarei seduta io, vicino a Matteo, il ragazzo che le piaceva: di carnagione scura, come se fosse abbronzato, con capelli corti e lisci, castano scuro, mantenuti col gel e occhi castano chiaro quasi dorati, sembravano lenti a contatto, troppo brillanti per essere naturali e avevo la sensazione che celassero qualcosa di misterioso, era piuttosto alto. Immaginai che avesse fatto di tutto per sedersi affianco a lui. Conoscendola...
Appena entrai mi beccai la ramanzina della prof di italiano: "Signorina Bianchi già in ritardo il primo giorno di scuola? Ragazzina vedi di svegliarti prima la mattina ed essere puntuale! Ora va' a sederti e vedi di portare la giustifica per tempo! Da quest'anno le cose devono cambiare!" disse, continuando ad agitare il salsicciotto che doveva essere una sorta di indice. Annuii e sentii una risatina di quelle antipatiche di Clara.

Clara, una ragazza dai capelli biondo platino, boccoli sempre perfetti come quelli delle super star, curati con non so quale marchingegno alieno che rende tutto perfetto, di certo non ferro o piastra, occhi grigi come l'acciaio, fisico piuttosto formoso e magro. La tipica ragazza ricca che pensa di essere superiore agli altri e che chiama sempre papino pur di ottenere quello che vuole. Prima di conoscerla ho sempre pensato che fosse una cosa da film americani e invece eccola qui nella mia classe, in carne e ossa, che sfortuna.

Fantastico! Primo giorno di scuola, primo ritardo e prima figuraccia davanti al nuovo compagno di classe. Non poteva iniziare meglio la giornata, giusto?
Il nuovo arrivato era un ragazzo affascinante dal fisico atletico, occhi di un verde innaturale, smeraldati e brillanti:-Sicuramente lenti a contatto- come la prima volta che vidi Matteo, ebbi lo stesso pensiero e la stessa sensazione di profondità, come se nascondessero qualcosa di oscuro, o forse ero semplicemente impazzita. Capelli medio-lunghi leggermente mossi e spettinati color nero corvino, un viso scolpito e di altezza medio-alta: sembrava un sogno.
Mi sedetti accanto a lui imbarazzata, ma ero impaziente di sapere chi fosse.
Al cambio dell'ora cercai di spaccare il ghiaccio: "Ciao io sono Elettra, tu come ti chiami?" non rispose, si limitava a fissarmi come fossi un alieno, dunque lasciai perdere la conversazione e mi girai, ma mi sentivo sempre il suo sguardo addosso.
D'improvviso mi sentii dire: "Mi chiamo Christian, bellezza!"
-Ecco! Già che inizia così non mi va a genio, se dovrò stare tutto l'anno accanto a lui impazzirò dalla rabbia!- pensai. Perciò replicai: "Innanzitutto mi chiamo Elettra e non bellezza, mi sembra facile da ricordare come nome! E poi non mi sembra opportuno prendere tanta confidenza senza nemmeno conoscermi."
Rise:" Che caratterino! Mi piace! Comunque preferisco chiamarti bellezza, ti si addice molto!" Disse in tono altezzoso.
-Ottimo mi dà già sui nervi! Si dà troppe arie per i miei gusti, perciò ritiro subito quello che ho pensato. Non è affascinante, è irritante!-.

La giornata continuò senza che ci rivolgessimo la parola ma il suo sguardo continuava a essere piantato su di me.
-Che fastidio quando la gente mi fissa! Mi sento in soggezione, non riesco a essere naturale. Ma perché mi fissa?-.
Poco prima della fine dell'ultima ora mi innervosii: "Ma che vuoi? Perché mi fissi continuamente?"
"Guardo come sei fatta." Che razza di scusa era?
"E ci metti tutto il giorno per capirlo?" Chiesi irritata.
"Cerco di osservare in profondità!" Continuava a rispondere con un tono calmo e pacato, facendomi irritare di più. Mi prendeva in giro?
"Beh potresti smetterla per piacere?" dissi in tono aggressivo.
-Forse sono stata troppo gentile a chiedere per piacere...- pensai subito. Emise un suono come a sottolineare il fatto che ci stesse ragionando sopra e si portò una mano al mento in maniera teatrale.
"No!"
-Sono stata decisamente troppo gentile!- "Perché?"
"Perché mi piaci!" Disse tranquillo.
Rimasi esterrefatta da quella frase: -Ok, calma, ora cosa dico? Non so se prenderlo come un complimento oppure come una presa in giro.- perciò rimasi zitta e lo fissai per qualche minuto, cercando di mantenere il suo sguardo e lui faceva lo stesso. Teneva gli occhi piantati nei miei, come se volesse scavare nelle profondità più oscure della mia anima, perciò distolsi subito lo sguardo, incapace di continuare a sostenere il suo e tornai a concentrarmi sulla lezione. Mi sentivo a disagio, ero agitata. Non facevo altro che pregare che la lezione finisse in fretta.

Angeli caduti - L'inizio di tutto (#Wattys2018)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora