Robert era nel suo ufficio da ore e non faceva altro che pensare a quello che gli aveva detto Maia quando avevano trovato Nathan a girovagare in una città umana. Aveva solo quattro anni, ma era molto intelligente. Quasi non ci credeva che se l'era cavata da solo dal momento in cui era nato fino a quando lo avevano trovato. Lui sapeva cos'era, sapeva che il mondo non era popolato solo da umani e sapeva che non poteva dir loro cos'era sennò lo avrebbero trovato e ucciso. Maia all'inizio pensava che sarebbe stato pericoloso portarlo via con se, ma a quei tempi loro stavano per lasciarsi e a lui non sarebbe rimasto nulla quindi non la ascoltò e lo accolse in casa sua, proprio come aveva fatto adesso con Cassandra. Quando la donna fece delle ricerche e scoprì che lui apparteneva alle Famiglie, quasi non poteva credere che lo avessero abbandonato in quel modo. Solo da qualche anno aveva scoperto che la sua dinastia era morta insieme alla madre, qualche anno dopo l'abbandono del bambino. Le cause restarono ignote ma la verità era che Robert non voleva sapere cosa aveva spinto quella donna ad abbandonare quel ragazzo. In fin dei conti era sempre suo figlio! Poco prima di tornare ad Holding, dopo una missione di due anni in Europa, Maia lo aveva contattato. Gli aveva detto che c'erano cose che non gli aveva raccontato e per una frazione di secondo lui pensò che si riferisse a loro due. Sono legati gli aveva detto. Poi aveva riattaccato. Robert in quel momento non aveva capito a cosa o a chi si riferisse, ma adesso era tutto chiaro.
Il fatto era, quanto tempo sarebbe passato prima che lo avessero scoperto anche loro?

Adesso che lei era a poca distanza dal suo viso, a Nate venne una stretta allo stomaco che non poteva essere associata alla fame e neanche alla paura. Il suo cuore, che prima batteva forte per via dell'incubo, adesso batteva forte per qualcos'altro. Scaccio via quella sensazione anche questa volta, non era il momento di pensarci. Nell'ultimo periodo si stava facendo trasportare troppo dalle emozioni e non la reputava per niente una cosa positiva.
Ispirando, il profumo di lei si insinuò nelle sue narici. Fin dal primo momento aveva subito pensato che aveva un odore un po' strano. Profumava di vaniglia e di primavera. Non sapeva bene perché proprio di primavera, ma era questo che gli era venuto in mente fin dal primo momento e per quanto riguarda la vaniglia, pensava che forse era la fragranza che usava.
– Allora?
Si riprese dai suoi pensieri e la guardò negli occhi. Quanto tempo sarebbe dovuto passare prima che lui si abituasse a vederli per quello che erano? Come se lei avesse avvertito qualcosa, lascio il suo braccio e si parò davanti a lui. Non era alta e neanche massiccia, ma Nate aveva provato sulla sua stessa pelle la forza di quella ragazza.
Si alzò dal suo letto e si sedette in quello della ragazza – Non so come spiegarti bene senza passare per pazzo...
– Succedono cose così strane ultimamente che ormai non percepisco il limite tra follia e ragione quindi...– disse lei sedendosi davanti a Nate.
– Bene... – prese un altro gran respiro – Non so come sia possibile, ma quando stavo sognando a un certo punto mi sono reso conto che tu eri la con me – Aveva sentito il suo profumo insinuarsi nella mente e il nodo alla gola era diventato meno stretto.
– Allora non era solo la mia impressione, io ero dentro al tuo sogno...
– Ed io ero nel tuo la scorsa notte...
Cassie spalancò gli occhi – Quindi non è stata solo una mia impressione... – disse distogliendo lo sguardo.
– Che cosa non è stata solo una tua impressione?
Non lo stava guardando più e per un attimo sembrò quasi sul punto di troncare la conversazione in quel momento, come se ci fosse qualcosa che non voleva tirare fuori, ma non lo fece – La notte scorsa, quando ho avuto quell'incubo... A un certo punto ho sentito che tu eri la con me! Il tuo profumo era così forte che sembrava quasi vero... Quando mi sono svegliata ho pensato che forse dipendeva dal fatto che eri vicino a me o che la sera in cui Morgan mi stava quasi facendo fuori, eri la... Sembrava avere un senso... – Nate era rimasto senza parole. Aveva davvero sentito che lui era nella stanza quando suo fratello la stava uccidendo? – A quanto pare c'è qualcosa che non va... – concluse la ragazza in tono preoccupato.
Nate aggrottò la fronte – Perché qualcosa che non va? Non potrebbe essere una cosa positiva? – Ma si pentì di averlo detto non appena vide l'espressione confusa della ragazza – Quando tu sei entrata nel mio sogno, mi sono sentito meglio – Voleva rimediare a quello che aveva detto e se ne usci fuori con quella frase che, oltre ad essere vera, fece cambiare l'espressione di Cassie che adesso sembrava aver afferrato il concetto.
– Non avevi più paura – ma sembrava che lo dicesse a sé stessa e non a lui – Lo so, l'ho sentito...– gli disse abbozzando un sorriso – Sei sicuro di volerlo raccontare a Robert? Ho già avuto un sacco di cose a cui pensare, preferirei che...
Aveva ragione, non era il momento adatto per allarmare Robert – D'accordo, per ora non glielo dico. Ma tu non dirlo a Cameron...
Lei scattò in piedi – Che c'entra Cameron?
– C'entra... Sei così legata a lui...
Il suo sguardo s'incupì di nuovo –Si vede così tanto?
Nathan sapeva che a lei piaceva Cameron, lo aveva capito fin da subito, aveva anche capito che il ragazzo non ricambiava i suoi sentimenti visti i recenti avvenimenti –Dopo la scenata di oggi...
– Non volevo farlo! – tentò di giustificarsi anziché negare la sua cotta e questo lo sorprese. Cassie gli era sempre sembrata una ragazza fredda, come lui, ma le cose erano leggermente cambiate per entrambi – E' solo che Cam c'è sempre stato per me e adesso che sta con Kris...
– Sarà comunque tuo amico.
– A proposito di questo, posso chiederti una cosa? – Lui annuì e lei proseguì – Perché ti dispiaceva il fatto che avrei fatto l'incantesimo per cambiare il mio aspetto?
Nate trasalì – Chi te lo ha detto?
– Maia...
– Cassie io non lo pensavo davvero... Il fatto è che Maia...
L'espressione della ragazza mutò di colpo – Immaginavo che mi stesse prendendo in giro... – Poi si sdraiò su un fianco e la maglia le ricadde scoprendo la spalla – Non capisco perché quella donna sia così felice di prendersi gioco delle persone. E' una cosa meschina!
Avrebbe potuto dirle che in realtà lui non voleva che nascondesse i suoi occhi perché era bello vederli per come erano, vedere come il contrasto con i capelli scuri la rendevano ancora più bella, ma si era ripromesso di reprimere quello che provava per quella ragazza, qualunque cosa fosse. Si limitò a distogliere lo sguardo e a sorridere – Maia è una brava persona. Solo che ogni tanto ama fare un po' la stronza!
La ragazza sorrise ma non disse nulla. Si infilò sotto le coperte e spense la luce – Hai intenzione di rimanere qua tutta la notte o torni nel tuo letto? – Non sapeva perché, ma il modo in cui aveva pronunciato quella frase gli fece credere che fosse una vera e propria provocazione, ma forse era solo la sua mente confusa che gli faceva vedere e percepire cose che in realtà non esistevano.
Si alzò piano piano e rimase in piedi qualche secondo – Come se mi dispiacesse poter rimanere qua accanto a te ancora un po' – poi raggiunse il suo letto e si sdraio portandosi le mani dietro la testa.
Lo aveva sussurrato a denti stretti e c'erano poche possibilità che lei lo avesse sentito ma, per qualche strana ragione, il cuore della ragazza cominciò a battere all'impazzata. Sorrise tra sé e decise che, per una volta, poteva pensare che era per via di quello che aveva detto che stava battendo a quel modo, che in fondo non gli era del tutto indifferente. Sospirò e si girò nella sua direzione. Anche lei era girata verso di lui ma aveva gli occhi chiusi e il respiro era regolare. La guardò ancora un po', sperando che non aprisse gli occhi. Tenere a bada quello che stava provando da quando la conosceva stava diventando più difficile del previsto. 


La cacciatrice ibridaWhere stories live. Discover now