wedding, 1st part

107 14 3
                                    

"Un matrimonio?"

"Un matrimonio."

"Ezra, odio i matrimoni."

Sapevo che non avrebbe accettato, ma io non sarei andato senza di lei. Sì, sapevo che non sopportava i matrimoni, che piuttosto che fingersi uno zuccherino al mio fianco in mezzo a tutti i miei parenti, avrebbe preferito forarsi le pupille con degli aghi bollenti, ma sono testardo.

Mia zia si sposava-finalmente-con il suo ragazzo, dopo nove anni di convivenza e due figlie. Sarei dovuto per forza essere presente a quel giorno, perché io amo mia zia, ma non amo il resto della mia famiglia. Sarebbe stato molto più semplice se con me ci fosse stata Zoèlie. Mi avrebbe rallegrato l'evento e avrei parlato con qualcuno a cui non abbia la tentazione di sfondare il cranio.

"Chiedi a Malcom."

"No, Zoè, ti prego."

Lanciò gli occhi all'indietro e sospirò, pesantemente. Significa che ci stava pensando, ma non mi avrebbe mai dato la soddisfazione di farmelo capire. Perciò, la recita degli sbuffi e lo sguardo per aria proseguì per attimi interi, finché non cedette.

"Va bene." Sputò prendendomi di mano l'invito.

"Grazie, gufetta" Sorrisi entusiasta.

"Sì." Rispose spegnendo la sigaretta e soffiando l'ultima nube di fumo. Non reagii nemmeno al pizzichio che mi provocò; devo aver sviluppato quella capacità chiamata di adattamento-proprio come le specie animali nel corso della storia-a forza di trascorrere tempo con Zoèlie. Il fumo era diventato ossigeno, per le mie narici.

***

Era estate e detesto l'estate.

"Amo l'estate." Sospirò Zoè, appena giunti alla cerimonia. "Guarda quanto dona il sole caldo, agli addobbi del giardino." Proseguì, rivolgendosi alle decorazioni con tono e sguardo sognante.

Mancava una manciata di minuti, prima che dessero inizio al matrimonio. Nella distesa di prato fiorito i miei parenti erano sparsi ovunque, e sudavo in quella camicia celeste. Non volevo che nessuno di loro mi notasse, ma era impossibile giungere a fine giornata senza che nessuno di loro mi potesse portare alla memoria qualche aneddoto di mia madre, o mia sorella.

Soprattutto mio padre.

"Ezra."

"Mh?"

"Come si svolge esattamente un matrimonio ebraico?"

"Vedrai."

"Faranno quella cosa fighissima dello spaccare la bottiglia?"

Risi e "Del bicchiere, tesoro." La corressi.

Fece spallucce, sostenendo che non ci fosse alcuna differenza, ovviamente. Quando mia zia giunse in sala, Zoèlie chiuse completamente la bocca. Diceva tanto di odiare i matrimoni, che non ci fosse niente da celebrare, che le religioni non hanno niente a che fare con l'amore di due persone. Eppure, la vidi assorta.
Squadrava da capo a piedi l'abito di zia Alyssa, e il suo sguardo era impassibile. Fu attenta per tutta la cerimonia, senza mai stirarsi un muscolo e guardarsi intorno. Quando le sussurrai che ore fossero, si limitò ad un piccolo 'mh'.

E poi la cerimonia si concluse, spaccarono il bicchiere che tanto attendeva e si baciarono. Zoèlie fu una dei primi a battere le mani, ma non si alzò.

Adesso venivano i festeggiamenti, ed io ero riuscito a scamparla dai miei famigliari parlando con qualche cugino e nessuno oltre a loro.

Zoèlie prese posto di fianco a Lugaretzia, la fidanzata di mio cugino, ed io mi misi di fronte a lei.

Ti parlo di Zoèlie. (In sospeso)Where stories live. Discover now