Bryan

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Salutammo l'uomo e la donna ed entrammo nel supermercato. Era completamente vuoto, ci eravamo solo io, mia madre e i commessi. Era strano il fatto che ogni cassa fosse aperta ma allo stesso tempo il negozio fosse chiuso. Mentre camminavo vicino le casse riuscivo a sentire su di me gli occhi di ogni commesso che mi fissava, ciò però non mi imbarazzava, anzi mi faceva sentire molto bella. Prendemmo ciò che ci serviva e ci dirigemmo verso le casse. Ora però tutte le casse erano chiuse, tutte tranne una: la cassa 26. Anche questo era assurdo. Sembrava una sorpresa di compleanno fatta male, solo al pensiero odiavo l'idea, non mi piaceva aumentare di età, pertanto odiavo il mio compleanno. Ci avvicinammo alla cassa e nel mentre io guardavo mia madre. Come era possibile che lei non notasse nulla? Mi piegai per prendere dal cestino la spesa e feci per poggiarla sul rullo, però non lo feci. Il viso del commesso si era trasformato nel volto di un cane, lo stesso cane che avevo visto per terra poco prima. Un cane morto, catena al collo, occhi chiusi. La cosa che più mi aveva terrorizzata era il fatto che avesse comunque la voce del commesso. Mia madre era come al solito, sorriso allegro, espressione carica di positività. Mi ripresi e poggiai la spesa sul rullo. Il commesso passò tutti i codici, ci disse il prezzo e ci diede una busta per prendere tutto ciò che avevamo comprato. Uscimmo dal supermercato e ci avviamo verso casa. Mia madre parlava, mi raccontava della parrucchiera, dei saldi che vorrebbe arrivassero subito, e di argomenti del genere, ma io non riuscivo ad ascoltarla. Tutto ciò che avevo vissuto in questa parte di giornata era stato troppo stancante e stressante per me, avrei solo voluto dormire. -Hey Jen dove vai?- mi chiese mia madre -Stiamo andando a casa giusto?- risposi io - beh ma ci siamo già- disse. Guardando meglio era vero, ma come avevamo fatto ad arrivare a casa senza che io me ne accorgersi? Era come se la mia necessità di dormire mi abbia portata a casa senza che me ne rendessi conto. Mia madre iniziò a preparare il pranzo, salutai mia nonna che era comodamente seduti sul divano del soggiorno ed andai in camera mia. Mentre salivo le scale mi venne alla mente un pensiero: volevo tornare a casa al più presto e senza rendermene conto ero lì. E se tutto ciò che volessi diventasse realtà? Mentre mi avvicinavo alla porta della mia camera decisi di concentrarmi sull'odioso cigolio della porta, pensando a quanto volessi che si aggiustasse. Speranzosa aprí la porta, ma nulla. Continuava a cigolare e a me continuava a dare fastidio. Mi stesi sul letto e chiusi gli occhi per riposarmi un po'. Dopo poco presi sonno e mi addormentati profondamente. -Amore, svegliati su che il pranzo é pronto!-. Una voce mi chiamava e con le mani cercava delicatamente di svegliarmi. Rimasi serena, finché non mi accorsi del fatto che la voce che mi stava parlando era maschile. Spalancai gli occhi e mi girai, un giovanotto molto alto mi stava guardando sorridendo. -Ciao tesoro, hai dormito bene?- mi chiese -Ehm... Si, grazie... Bryan- risposi. Grazie al cielo sapevo come ricordare ciò che non riuscivo a ricordare. -ti aspetto giù per il pranzo- disse sorridendomi , poi mi baciò sulle labbra e uscì dalla stanza. -Mica male!- pensai. Decisi di scoprire qualcosa in più si di lui, quindi guardai "oltre il muro". Si chiamava Bryan, aveva 22 anni, viveva nella mia città, ed eravamo fidanzati da 5 anni. -Cavolo, avevo quindici anni quando ci mettemmo insieme, deve amarmi davvero tanto!- pensai. Mi guardai un attimo allo specchio per sistemarmi i capelli, e poi scesi al piano inferiore. Mi sedetti a tavola, dove mia nonna, mia madre e Bryan mi stavano aspettando. Mangiammo in molta allegria, Bryan era uno spasso, mia nonna rideva talmente tanto che diventava rossa, mia madre sputò la coca cola ben quattro volte a causa delle battute di Bryan, insomma é stato davvero il pranzo più bello che ricordavo, o forse lo era perché era il primo pranzo che facevo da quando avevo "perso" la memoria. Dopo aver finito il pranzo Bryan si alzò e si avvicinò a me. -Noi ormai ci conosciamo bene, é tanto che stiamo insieme, ho avuto tempo per riflettere, sono sicuro di me e sono sicuro del tuo amore. Jen, amore mio, vuoi sposarmi?-.

RevivalWhere stories live. Discover now