Zwei.

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*Consiglio di leggere il capitolo con sottofondo la canzone nei media.*

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La curiosità è l'argilla con cui è formata tutta la conoscenza.
- Mark Evanie

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Asgard

Era sempre fastidioso vedere il fratello al centro dell'attenzione; lo irritava quel suo sorriso pieno di soddisfazione, lo faceva sentire solo ed insignificante anche se era un principe proprio come lui.

Ridicoli, si ritrovò a pensare mentre se ne stava seduto su un robusto ramo con le gambe distese.

Quello non era proprio uno dei suoi giorni più belli.

Quando quella mattina Thor aveva deciso di passare la giornata fuori dal Palazzo Reale, Lady Sif e i Tre Guerrieri decisero di seguirlo senza obiettare. Loki sarebbe rimasto nelle sue stanze a leggere un bel libro o ad esercitarsi nelle arti magiche, ma l'insistenza del fratello stravolse i programmi di quel giorno, rendendolo il più noioso di tutti.

Per intrattenersi, Loki muoveva le dita della mano davanti a sé, disegnando nell'aria linee luminescenti di colore verde; era un po' divertente perché dopo un paio di secondi le linee tendevano a dissolversi e quindi doveva sbrigarsi a disegnarne altre per mantenerle sempre in vigore. Suonava penoso come passatempo, ma cosa avrebbe dovuto fare su un ramo a cinque metri dal suolo, senza alcuna voglia di stare con i suoi compagni? A giudicare dalla posizione del Sole sarebbero dovute passare due ore e mezza prima del ritorno al Palazzo, quindi era indispensabile cercare uno svago per far scorrere il tempo più velocemente. Continuò con quel gioco, ma dopo cinque minuti fece scivolare la mano sulla gamba. Sbuffò: ormai la noia si era impossessata di lui e pregò che qualcosa di interessante accadesse all'istante...

E le sue preghiere vennero ascoltate.

*

Iniziò a camminare - con le gambe che le tremavano come due gracili ramoscelli - senza nessuna idea di dove stesse andando. Si stringeva le braccia e impugnava il soffice tessuto della vestaglia, era più o meno un modo per consolarsi, o addirittura per farsi forza.

I passi di Amelia erano piccoli e le pantofoline schiacciavano l'erbetta con insicurezza; dopo minuti iniziò a camminare con più decisione, ciò non toglieva il fatto che - da piccola codarda che era - stava morendo di paura.

Non c'era sensazione più brutta del totale disorientamento.

Le suole di gomma rimasero incollate al terreno quando la bambina udì delle voci in lontananza.

«Allora questo posto è abitato!» , pensò con un pizzico di speranza. Magari l'avrebbero potuta aiutare a ritrovare la via di casa, o un modo per ritornare nel suo mondo, se quello era un altro pianeta. Si scollò dal suo posto quando vide una figura avanzare davanti a sé. Corse verso un cespuglio e ci si nascose dietro, rincuorandosi del frastuono che aveva creato.

Da dietro le foglie, osservò quella che doveva essere una donna: era alta, i capelli corvini erano legati in una coda di cavallo, aveva un portamento maschile, tanto che portava pure una strana armatura completa di corazza e braccioli; i lineamenti erano severi, ma il naso all'insù e le labbra a cuoricino tradivano la sua aria mascolina. Nei suoi occhi si leggeva preoccupazione e di come essi scrutassero d'ovunque si deduceva che stesse cercando qualcosa, o qualcuno.

E se l'avesse sentita? Oh, era nei guai fino al collo. Cosa avrebbe pensato della bambina? L'avrebbe uccisa?

Nella visuale entrarono due uomini, uno incredibilmente grosso e forzuto, aveva la capigliatura e la lunghissima barba spettinate e del colore di una carota; l'altro era biondo, decisamente più in forma del primo, il suo era un portamento elegante e fiero, come quello dei cavalieri della Tavola Rotonda (Amelia amava quei racconti, ne leggeva a bizzeffe). Anche loro portavano l'armatura.

Wahnsinn | Thor FanFictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora