Capitolo 2.

42.2K 1.4K 63
                                    

Più mi allontanavo, più mi era difficile respirare.
Erano passate due ore da quando mi ero messa in cammino e sentivo un dolore lancinante al petto, la testa poi mi girava in modo impressionante.
Cosa mi stava succedendo?
Forse lanciarsi dalla finestra non era stata una buona idea.
Mi fermai prima di svenire ancora, le mie gambe non volevano più saperne.
Ero sicura di essere sulla strada giusta perché ci ero passata con Cage, mentre cercavamo Hayley e Roman.
Dovevo solo resistere per almeno altri quaranta minuti e sarei arrivata.

Stavo sudando freddo mentre mi muovevo a fatica nel silenzio più assoluto.
Improvvisamente venni scossa nel profondo...da un ululato rabbioso.
Fui assalita dalla paura, non ero in grado di trasformarmi né tantomeno combattere in quelle condizioni.
Non provai nemmeno a nascondermi, sarebbe stato inutile.
Rimasi ferma dov'ero con i muscoli che tremavano per il dolore che diventava sempre più insopportabile.

-------

Il mio cuore riprese a battere ad un ritmo quasi regolare quando la vidi comparire tra gli alberi.
Provai un senso di pace, ma durò soltanto un attimo, perché ero completamente fuori di me dalla rabbia.
Piombai su di lei senza rendermene conto, schiacciandola a terra sotto il mio peso.
Rimasi così per qualche minuto, solo per sentire il suo corpo sotto il mio, per aiutarmi a ritrovare la calma.
Era di nuovo con me.
Quando riuscii a guardarla vidi la paura e lo sconcerto sul suo bellissimo viso e qualcos'altro che conoscevo bene anch'io grazie a lei...il dolore.
Mi ricordai allora che non sapeva chi fossi e che probabilmente l'avevo spaventata a morte.
Per tranquillizarla le leccai la faccia, ottenendo in cambio una smorfia di puro disgusto. Iniziai a ridere per quanto mi fosse possibile, -emettevo più che altro dei singhiozzi- e pregando il cielo che non morisse d'infarto vedendomi tornare umano mi ritrasformai.
Restò sbigottita ma non si mise ad urlare come avrei creduto, era semplicemente arrossita da morire. Si dimenò sotto di me e allora capii perché le sue guance fossero tanto rosse...ero disteso sopra di lei, nudo.
A me la cosa non dava alcun disturbo ma alla piccola fuggitiva sì, perciò la bloccai e la tenni ferma, così che pagasse per la sua disobbedienza.
"Asher, lasciami!" Naturalmente non mi mossi di un millimetro.
"Cosa ti avevo detto?" Il mio tono era minaccioso, non avrei dovuto esserlo visto quanto doveva essere sconvolta, ma ero ancora incazzato.
"Va al diavolo!" Si voltò e la smise di guardarmi in faccia.
"Taissa non osare! Guardami quando ti parlo! Se mi avessi ascoltato nessuno di noi due si sarebbe sentito male maledizione!"
"Cosa...cosa significa?!"
"Significa che tu sei mia, e per la miseria prova la lasciarmi di nuovo e giuro che ti metto sotto chiave!"
Forse avevo esagerato un po'...ma non troppo. Non sopportavo l'idea di perderla.

-------

Sotto chiave? Ero per caso tornata nel medioevo?
"Guarda che certe cose sono passate di moda, togliti."
"A togliermi non ci penso proprio, non mi piace girare con tutto all'aria."
"Non l'avrei mai detto. Seriamente ho bisogno di alzarmi, mi stai schiacciando."
Finalmente sembrò preoccuparsi per i miei polmoni e facendo attenzione a tenermi appiccicata a se ci mise entrambi in piedi.
"Conosci altri licantropi per caso? Non hai quasi battuto ciglio quando mi sono trasformato."
Scoppiai a ridere.
"Puoi scommetterci, ne conosco molti, uno in particolare."
E non immaginava quanto.
"Come sarebbe? " quasi mi stritolava, ma non riuscivo a smetterla di ridere.
"Chi è questo stronzo? Lo ammazzo."
"Sono io lo stronzo."
"T..tu? Sei un licantropo?"
"Beh direi proprio di sì. "
Per convincerlo colorai i miei occhi del tipico colore ambrato che contraddistingueva tutti i licantropi.
"Cavolo, beh sono proprio fortunato, tutte le licantrope che ho conosciuto fin'ora erano più uomo di me."
Era sorpreso ma sembrava contento, in fondo gli avevo appena tolto un gran peso.
"Solo perché io sono stata trasformata, loro ci sono nate vedi non le insultarle."
Solitamente le licantrope erano molto..mascoline, e solo le poche che sopravvivevano alla trasformazione conservavano un aspetto più femminile.
"Sei stata trasformata?"
"Non essere così sorpreso, sono forte anche se non sembra e adesso levati, devo tornarmene a casa."
"Ti ho già detto che non vai in nessun posto che sia lontano da me, torniamo indietro che muoio di fame." si lamentò come un bambino.
"Te lo scordi."
Rimase a fissarmi per qualche minuto poi mi spinse lontano da lui.
"D'accordo allora... vai pure."
Senza nemmeno salutarmi si ritrasformò nel giro di un attimo, quando a me di solito serviva molto più tempo.
Gli feci un cenno e gli voltai le spalle incamminandomi, ma non riuscii ad andare lontano.
Il dolore che avevo sentito sino a prima che lui mi piombasse addosso tornò a tormentarmi.
Caddi sulle ginocchia con un gemito strozzato e poco dopo Asher era di nuovo al mio fianco: il dolore scomparve.

"Taissa queste sono Megan e Amanda."
Asher mi indicò le due ragazze che si trovavano di fronte a noi.
Erano alte almeno quanto lui e sembravano altrettanto forti, ma erano simpatiche e se non volevo impazzire dovevo farmele amiche.
"Asher sparisci che ci serve un po' di tempo tra ragazze e tu hai delle faccende da sbrigare."
"Scordatevelo." sbraitò contrariato.
Invece loro lo presero a braccetto cacciandolo fuori dall'immensa cucina, mentre lui cercò di opporsi senza successo.
"Allora Tay, vogliamo sapere tutto di te, sei la compagna del nostro Alfa dopotutto."
"Compagna? No ragazze...avete capito male." mi difesi.
"Oh no tesoro, sei tu che a quanto pare non hai ben chiara la situazione."
Si guardarono complici ed io iniziai ad agitarmi.
Avevo considerato questa possibilità e se così fosse stato la mia vita avrebbe preso una piega completamente diversa da quella che avevo programmato.
"Ma forse è meglio se ne parli con Asher, potebbe strozzarci se parlassimo troppo, a volte è un po' irascibile."
Già, me ne ero accorta.
Mi riempirono di domande e spiegai loro che facevo parte di un piccolo branco in città, ma non entrai nei particolari.
Loro mi raccontarono che la villa apparteneva ad Asher e che il suo branco vi entrava e usciva a tutte le ore, come in una grande famiglia.
"Quindi fatemi capire, perché sostenete che io sia la compagna di Asher?"
Anche se avevamo parlato per quasi un'ora non riuscivo a non pensare a quello che mi avevano detto.
"Non hai per caso sentito dolore quando ti sei allontanata da lui?"
Oh sì.
Annuii.
"E poi quando ti ha ritrovata il dolore è sparito?"
Annuii di nuovo.
"Questo perché non voleva che lo lasciassi, cioè non che lo abbia fatto apposta, poi col tempo imparerà a controllarlo, ma per il momento è meglio se resti dove ti vuole."
Non potevo crederci.
Non solo il mio compagno non si era rivelato essere un pinguino, era addirittura un Alfa con una villa dieci volte più grande di casa mia.
Senza contare che sembrava un dio greco.
Certo, unica pecca era che sembrava essere un rompiscatole di prima categoria.
Potevo dire addio al mio sogno di viaggiare per il mondo.

"Avete finito di torurarla? Vi avverto che se la risposta è no me ne frego e ve la porto via lo stesso."
Asher entrò in cucina fresco di doccia con i capelli ancora umidi.
Oh Dio.
E non ero l'unica ad apprezzare...Megan aveva la bava alla bocca.
Per un attimo pensai di chiudergliela ma lasciai perdere quando lui mi prese per i fianchi sollevandomi dallo sgabello.
"Ti va un giro turistico?"
Improvvisamente senza saliva mi ritrovai ad annuire timidamente.

"Allora che te ne pare?"
Avevamo visitato tutta la villa che aveva un cinema sotterraneo, una piscina riscaldata e una palestra super attrezzata, per non parlare di tutte le camere da letto per i membri del branco.
"Niente male."
"Niente male? Sai quanto ci ho messo a progettarla?"
"L'hai progettata tu?"
"Si perciò non azzardarti a liquidarmi con un 'niente male.'"
"È splendida Asher, hai fatto un ottimo lavoro, complimenti." lo dissi con poca convinzione visto che mi aveva praticamente costretta.
In un secondo mi ritrovai tra le sue braccia, il suo viso affondato tra i miei capelli.
"Grazie."
Mi sentii subito in colpa, perché sembrava davvero importante per lui.
Nemmeno mi accorsi di averlo stretto a mia volta, aggrappandomi alla sua schiena.
Era folle perché lo conoscevo da meno di cinque ore ma ero stretta a lui come se fosse la cosa più naturale dell'universo.
Adesso capivo perché Cage e Ellie erano appiccicati dal primo giorno in cui si erano visti, non avevano altra scelta.
Non potevo lasciarlo.
Ma dovevo almeno scoprire che fine avesse fatto il mio branco.
"Asher...ti prego devi lasciare che vada a casa, devo assolutamente controllare che sia tutto apposto, prometto di tornare nel giro di alcune ore."
"No."
Sbuffai.
"Se non vuoi che vada da sola allora vieni con me! Ti prego."
"Va bene, ma andiamo domani mattina, per oggi ne sono successe abbastanza."
"Grazie." sfregai il viso contro il suo petto e aspettai che mi lasciasse.
"Ancora cinque minuti." si lamentò stringedomi ancora di più.
Non riuscii a fare a meno di sorridere.


Angolo autrice ♥

Saalve, nuovo aggiornamento -sono molto contenta perché i capitoli mi escono abbastanza lunghi- fatemi sapere che cosa ne pensate e ditemi, avete qualche idea su chi potrebbe interpretare i nostri protagonisti?

Capitolo revisionato: 19/05/2016

in my veins.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora