Non ti capisco

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Mi svegliai la mattina con una parte del corpo insensibile. Dopo essermi spaventata a morte, mi ricordai che accanto a me aveva dormito Anna. Mi girai. Era avvinghiata a me come un polipo ed altrettanto faceva con il suo coniglietto di pezza. Sorrisi dolcemente e le carezzai i capelli.

"Mamma...", mormorò nel sonno.

Mi irrigidii e guardai che ore erano sul cellulare, muovendomi il meno possibile per non svegliare la piccola.

Erano le dieci. Chiusi gli occhi. Poi li riaprii di scatto.

LE DIECI! Maledizione, dovevo andare a prendere Lorenzo alle undici! Avevo promesso che mi sarei fatta trovare alla stazione perché non aveva voluto prendere la macchina.

Se non fossi andata a prenderlo mi avrebbe ucciso. Sarei stata una donna morta entro stasera!

Mi sottrassi il più delicatamente possibile da Anna per non svegliarla e, muovendomi silenziosamente nella stanza, presi i vestiti ed andai in bagno a lavarmi. Ci misi un quarto d'ora, Lorenzo ed il ritardo erano una bomba armata e pronta ad esplodere. Mi vestii e scesi velocemente in salotto, infilandomi le birki's al volo, con una fetta biscottata in mano, saltellando come una stupida. Mi girai e trovai Lorenzo davanti a me.

Restai così come ero, un fenicottero folle con una fetta biscottata in mano.

Tolsi la fetta biscottata, poggiai la gamba e cercai di ricompormi per quanto possibile.

"Lore", sorrisi incerta.

"Quale parte di undici non hai capito, Ari?", disse lui alterato.

"Ma...ma sono solo le dieci, ho guardato il cellul-", mi affacciai e vidi Giulio trattenere le lacrime, soffocando le risate con le mani.

"Bastardo!", urlai scansando violentemente un divertito Lorenzo.

"Lo sai che poi si arrabbia! Sei un mostro e non meriti di vivere!".

"Ragazzi...", tentò Lorenzo.

"Mi hai toccato il cellulare stronzo!", lui continuava a scappare ridendo per il salotto, mentre Lorenzo ci guardava fra il disperato ed il divertito.

"Cosa vuol dire stronzo?" chiese una vocina assonnata dallo scalino del salotto. Ci immobilizzammo tutti. Anna era lì, con il suo pigiama ed il suo coniglietto, che si strusciava un occhio, tentando di tenere aperto l'altro.

Lorenzo guardò noi, io guardai lui e tutti guardammo Anna.

"Aria chi è questo, il tuo fidanzato? Non è vecchio?", subito arrossì.

"Scusi, non volevo dire vecchio". Lore sorrise.

La raggiunsi e mi inginocchiai, mettendole una ciocca rossa dietro l'orecchio.

"Ciao Anna, buongiorno, questo bellissimo ragazzo è mio fratello maggiore, Lorenzo".

Lei lo guardò sospettosa, si avvicinò e gli tirò la manica, così che si trovasse alla sua altezza. Lo fissò negli occhi.

"Sì, avete gli occhi uguali, però...".

"Però?", la invitai a continuare. Lei si avvicinò e mi disse a voce un po' più bassa.

"Però mio fratello è più bello, vero?". Quasi mi strozzai con la saliva, mentre Lorenzo mi guardava malizioso. Lo guardai malissimo.

"Sì certo piccola, tuo fratello è bello, come tutti i fratelli".

"No", scosse la testa "il mio è proprio bello". Sospirai, presa in trappola.

"Sì, tuo fratello è bello". Sorrisi e pensai che a pensarci bene lo era, peccato per il carattere, ma beh, non era un mio problema.

La stanza dei libri (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora