Di nascosto

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Quella sera guardammo degli stupidi programmi in tv, commentandoli come se ne capissimo qualcosa, mentre la metà non li avevamo mai visti e l'altra metà li avevamo sempre snobbati. Però lo trovammo stupidamente divertente, commentando anche sui personaggi che dopo pochi minuti avevamo deciso di aver perfettamente inquadrato.

La casa si riempì presto di risate, che man mano che si faceva notte non diminuirono, ma semplicemente divennero soffocate.

Ad un certo punto sentimmo bussare alla porta finestra del giardino. Dei colpi leggeri, ma decisi. Io guardai Giulio indecisa sul da farsi, lui alzò le spalle e andò verso la porta finestra. Lo sentii ridacchiare, aprire ed entrare in salotto con un sorriso divertito, mentre si spostava leggermente verso il divano.

Davanti a me stava Anna, in pigiama e con un bellissimo coniglietto di pezza stretto al petto. Aveva gli occhi lucidi ed il nasino rosso. Era tenerissima.

"Ciao Aria, posso entrare?", chiese timida.

"Beh, tecnicamente sei già entrata", rispose sorridendole Giulio. Lei gli restituì un sorriso tirato, sembrava molto nervosa.

Mi alzai e mi avvicinai a lei, accosciandomi per poterla guardare negli occhi.

"Amore, tuo fratello sa che sei qui?", lei sgranò gli occhi spaventata.

"NO!", gridò "lui...non dirglielo, lui si arrabbierà". Le tremolò il labbro e capii che era sull'orlo del pianto.

"No, no Anna prometto, non gli diremo nulla", poi alzai gli occhi su un Giulio molto perplesso.

"Ora Giulio ti farà del latte caldo, ti piace il latte caldo?", sorrisi rassicurante.

"Non sono mica una bambina", piagnucolò guardandosi i piedini che, mi accorsi, erano scalzi.

"Allora...", tentò Giulio, ma lei lo guardò allarmata.

"Ma se vuoi lo prendo, se...se ti fa piacere", Giulio sorrise.

"Mi piacerebbe, così lo prendo anche io".

"Anna", le chiesi dolcemente "perché sei qui?".

"Mattia mi ha sgridato ed io sono scappata sull'albero. Però avevo freddo e...e...ho pensato che tu eri stata gentile e allora sono venuta da te", abbassò ancora una volta lo sguardo "mi spiace" sussurrò.

"Non ti dispiacere Anna, hai fatto benissimo. L'albero è bello, ma fa davvero freddo".

Guardai mio fratello "Giulio andate a fare il latte, che io preparo il letto per Anna?", poi guardai la bambina "ti va di dormire qui Anna?".

Lei annuì scuotendo la testa contenta. Poi si intristì.

"Ma Mattia si arrabbierà".

"No, vedrai, Anna, ci penserò io a Mattia". Mi guardò sorridendo.

"Facciamo così, io intanto bevo il latte, poi mi dici che ha detto Mattia" e corse dietro a Giulio.

"Questa bambina è un terremoto", mormorai alla stanza.

Sospirai affranta. Avrei dovuto affrontare Mattia, spiegargli che sua sorella era scappata di notte, si era arrampicata sull'albero ed era venuta da noi.

E neppure ci piacevamo. Sarebbe stata dura.

Presi coraggio, uscii dal mio giardino, entrai nel loro e suonai nella speranza di non svegliare la nonna dei due ragazzi. Mi venne ad aprire un Mattia trafelato, gli occhi sbarrati dalla preoccupazione.

"ANN-", ma si bloccò davanti a me.

"COSA VUOI?", mi urlò cattivo. Chiusi gli occhi, cercando di ignorare il fastidio di essere aggredita così.

La stanza dei libri (in revisione)Where stories live. Discover now