Parte senza titolo 7

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Due gironi dopo fui dimessa e parlai con David spiegandogli che avevo preso la decisione di ritornare a casa mia, lui molto comprensivo capii e mi saluto con un abbraccio. Decisi di partire quel giorno stesso, Ian era partito ieri perché nella sua azienda c'era un problema e quindi è dovuto partire ieri per sistemare quel problema. É partito con la promessa di tornare più presto possibile, ma non sa che avevo deciso di ritornare a casa. Andai a prendere l'aereo, e mi addormentai, e così non sentii il peso del viaggio. Quando arrivai era presto, e sicuramente Ian lavorerà fino a tardo pomeriggio, così mandai un messaggio a mio fratello dove gli dissi di venire sulla spiaggia, non arrivò nessuna risposta, ma sapevo con certezza che sarebbe venuto da me.

Andai sulla spiaggia, lui già stava lì guardando il mare, con le ginocchia rannicchiate e la faccia in mezzo, mi ricordo che lo faceva sempre quando era preoccupato e non aveva più il controllo su ciò che stava succedendo. Silenziosamente avanzai verso di lui, senza farmi sentire, anche se era impossibile che sulla spiaggia mi sentisse. Quando gli arrivai vicino mi fermai proprio dietro di lui e gli dissi:

"Sei sempre stato il tipo che odia quando il mondo gli scivola dalle mani, non cambi mai."

Quando si girò a guardarmi, vidi nei suoi occhi l'amore che mi era mancato, i sorrisi, ma soprattutto le sue braccia, lo vedo anche imbarazzato, come se non sapesse cosa fare.

"Lo sai benissimo che se non ho tutto sotto controllo rischio di morire." disse ridendo.

Senza rispondergli mi sedetti al suo fianco, nella sua stessa posizione, mentre lui mi osservava. Era calato il silenzio su di noi, quando lui decisi di interromperlo.

"Mi ricordo quando eri piccola, eri una piccola scimmia." disse guardandomi, e accarezzandomi una guancia. "Mi ricordo che ogni volta che tornavo a casa tu ti arrampicavi su di me e mi abbracciavi forte forte, come se avessi paura che da un giorno all'altro me ne andassi, e poi con il passare del tempo è stato così"

Sapevo già doveva stava andando a finire questa conversazione e non mi piaceva questa piega, così stavo per interromperlo quando lui iniziò a parlare.

"Sono andato via senza pensare a te, ma pensavo che era la cosa giusta, penavo che tu eri al sicuro in quella casa, non sapevo niente di ciò che ti faceva, se no, non me ne sarei mai andato, mai." Disse asciugandosi una lacrima.

"Non sono stato un buon fratello, non sono riuscita a difenderti per ben due volte da quel pazzo, non ci sono stato quando Ian è stato uno stronzo e non ci sono stato quando sei partita ed eri sola, io non c'ero."

Lo fermai e iniziai a parlare io.

"Non è vero che non ci sei stato. Ci sei stato quando Ian mi ha fatto soffrire, ci sei stato quando quell'uomo mi ha sparto e quando per ben due volte sono stata all'ospedale, ci sei stato anche in questi pochi giorni quando sono partita, ci sei stato per telefono e appoggiando la mia decisione ci sei stato e io non so come ringraziarti, questa è la triste verità, ci sei stato anche nella merda più assoluta."

"Perché con te niente è merda, con te tutto è qualcosa che va vissuto, con te è tutto amore."

"Tante volte mi manca quando eravamo piccoli e mamma ci portava sulla spiaggia, ti ricordi?"

"Come dimenticarsi quei momenti. Ricordo che tu eri sempre quella più ribelle, che se mamma ti diceva di non fare il bagno tu già stavi in acqua e sorridevi al mondo intero."

"Tu, invece, sei sempre stato quello passivo, ubbidiente e stupido" dissi facendogli la linguaccia, ma in un minuto mi trovi sotto di lui, mentre mi le sue mani erano occupate a farmi il solletico, quando si fermò e mi guardo dritto negli occhi.

"Ti voglio bene sorellona mia"

"Ti voglio bene"

Non aggiungisi fratello o cose del genere, perché sapeva che i miei sentimenti erano confusi, ma mi guardò e sorrise, come se le mie parole fossero il mondo intero. Restammo li abbracciati a guardare il mare ancora per un po', quando poi decisi di andare da Ian a fargli una sorpresa. Entrai nella sua azienda, e mi fermò la segretaria.

"Mi scusi signorina dove vuole andare?"

"Mi scusi lei, ma io sono la moglie di Ian, dovrei parlargli, ma non gli dica che sono io."

La ragazza chiamò Ian, ma non riuscii a convincerlo a farmi entrare, così escogitai un'altra cosa. Entrai in una stanza buia, dove feci staccare la corrente, mentre la segretaria agitata andò da Ian dicendogli che proprio nella stanza dove c'ero io, c'era una persona che voleva lui e poi inventò una di quelle menzogne mega-galattiche. Dopo neanche 5 minuti lo sentii entrare e provò ad accendere la luce, ma quando capii che qualcosa non andava imprecò sotto voce, quando poi disse:

"Chi sei?"

Io ero seduta sulla sedia girevole, quando feci il numero della segretaria lei capì che poteva accendere la luce, e io mi girai. Quando mi vide venne verso di me a passi veloci e si butto in ginocchio davanti a me.

"Perché non mi hai detto che saresti venuta? Sarei venuto a prenderti!" disse tutto in un fiato.

"Ehi, calmati, sono ancora in grado di svolgere la maggior parte delle azioni."

"Non me ne frega niente, dovevi avvisarmi."

"Allora devo andare?"

"Ehi, calmati, ora non girare le mie paro-"

"Ti amo Ian" dissi così, mentre sul suo viso comparì un sorriso da mozzarmi in fiato.

"Oh Julia, quanto posso amarti."

Restammo abbracciati per dieci minuti quando poi decise di portarmi in giro. Attraversammo tutto l'ufficio, quando lui si girò e disse:

"Perché non vieni a lavorare qui?



VORREI SAPERE SE VI STA PIACENDO LA STORIA .... <3 


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