Capitolo Quindici.

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Il gran giorno è arrivato.
Mi passo le mani sulla gonna turchese, cercando di asciugarmi i palmi sudati, mentre varco la porta d'ingresso.
Justin mi accompagna dentro togliendosi la giacca, per poi aiutarmi a sfilare il cappotto e a riporlo nell'armadio a muro in ingresso.

"Stai tranquilla" mi sussurra, dandomi una rapida stretta alla mano.
Ma non sono tranquilla. Proprio per niente.

Se per lo meno ci fossero anche i fratellini di Justin sarebbe meno imbarazzante, ma saremo solamente io, lui.. e i suoi genitori.
O almeno credo.

Un vociare sommesso mi investe mentre mi dirigo verso l'enorme salotto, continuando a stringere la mano di Justin.
La stanza, occupata solitamente da un divano bianco in pelle e una televisione a schermo piatto, munita di ogni genere di console e videogame che sia stato prodotto nell'ultimo decennio, è gremita di persone.

Per lo più uomini, a gruppetti, con indosso degli eleganti completi sui toni del nero, grigio e marrone.
Alcuni sono accompagnati da donne altrettanto affascinanti, alcune in età da marito e altre da fidanzato, in abiti firmati e tacchi vertiginosi.

"Cosa significa?" mi volto verso Justin, rendendomi conto di essere rimasta da sola.
Mi guardo attorno, aspettandolo, e vedo un'infinità di stuzzichini di ogni tipo ordinati su vassoi argentati e tavolini in cristallo sorretti da preziosi sostegni metallici.

Poco dopo Justin torna da me, visibilmente infastidito e mi trascina fuori dalla stanza.
Dischiude le labbra, come per dire qualcosa, ma poi si rimangia tutto, cambiando idea, pasandosi una mano tra i capelli.
"Mi dispiace" inizia, guardandomi negli occhi e mostrandomi quanto sia veramente dispiaciuto "mio padre ha avuto un impegno di lavoro e si è trovato costretto ad organizzare questo buffet improvvisato. Non ne sapevo nulla" indica la stanza alle sue spalle, sospirando.

"Ma vogliono conoscerti in ogni caso, quindi invece del pranzo li conoscerai al buffet. È un problema?"
I suoi occhi brillando mentre mi fa questa richiesta e il mio cuore perde un battito "Non c'è nessun problema, Juss. Anzi, così sarà anche meno imbarazzante" ridacchio, alzandomi in punta di piedi e facendo scontrare le nostre labbra.

È un bacio improvviso, dolce e delicato, che non dura più di un paio di secondi ma rilassa ogni mio muscolo.
Sono pronta a conoscere i suoi genitori.

Una decina di minuti dopo sto stringendo nervosamente la mano della madre di Justin "Chiamami pure Pattie" mi sorride, lasciando la presa e scostandosi di poco.

Poco dopo un uomo si fa avanti nella stanza, sfilandosi la giacca elegante e appoggiandola al bracciolo del divano.È alto e possente ma cammina con la stessa leggerezza di Justin quasi come se qualsiasi movimento fosse stato studiato alla perfezione e ripetuto migliaia di volte.

Ha lo sguardo sveglio e acceso e i capelli corti biondo scuro pettinati con cura sul capo.
Si avvicina e si volta verso di me, che sto inconsciamente trattenendo il fiato, porgendomi la mano "Sono Jeremy, il padre di Justin. Tu devi essere Summer, molto lieto di conoscerti."

Ha una voce calda e forte ma pacata, quasi priva di emozione, è come se stesse leggendo delle cifre o parlando d'economia invece che conversando.
Incarna perfettamente lo stereotipo dell'uomo d'affari.

"Molto lieta" rispondo cercando di apparire sicura e ricambiando la stretta vigorosa dell'uomo.
"E così come vi siete conosciuti tu e Justin?" rompe il ghiaccio Pattie, con voce ferma ma carica di aspettativa.
Non posso di certo raccontarle del nostro primo incontro, sarebbe alquanto imbarazzante.
Ci penso un attimo e un'idea mi balena in testa.

"Ad una festa" rispondo sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio,
Una festa a casa di Ben Damon." scorgo la madre di Justin irrigidirsi alla menzione di quel nome, ma mi sforzo di mantenere la calma.
"E come mai eri ad una festa da Ben Damon?" continua Jeremy stringendosi al fianco della moglie.
"Ci avevo accompagnato una mia amica, che non voleva andare da sola e per caso ci ho incontrato Justin.
Ci siamo presentati e abbiamo ballato un po assieme e poi abbiamo deciso di uscire." parlo in un soffio, cercando di smorzare la tensione creatasi.

Omettere la verità non significa mentire, vero?

Perché iniziare un rapporto con i genitori del proprio ragazzo con una bugia non è esattamente il massimo.
Jeremy annuisce, sorseggiando un calice di quello che presumo essere spumante e per poco mi rilasso fino a che la sua voce non mi sorprende di nuovo
"Dove hai detto che vivi?" mi chiede sollevando lo sguardo sui miei occhi.

"Cos'è? Un interrogatorio?" interviene Justin, visibilmente irritato.
"Sto solo facendo conversazione" si difende Jeremy, ma grazie al cielo Pattie decide di salvare la situazione
"Oh Jeremy non essere pressante." alza gli occhi al cielo, tornando a me e a Justin "probabilmente vorrete mangiare qualcosa, non vogliamo essere troppo di peso"
la vedo incenerire il marito con lo sguardo "ci vediamo più tardi ragazzi."

E con questo io e Justin rimaniamo da soli.
Beh non propriamente soli, siamo in mezzo a un ricevimento aziendale, ma finalmente posso rilassarmi.
Il peggio è passato, o almeno credo.

"Ti prendo qualcosa da bere" mi sussurra Justin muovendo qualche passo verso un tavolino in cristallo, per poi tornare con due calici colmi di vino bianco.
Lo ringrazio e ne bevo un sorso
"Forse un po di wodka sarebbe meglio se dobbiamo superare la giornata" ridacchia lui facendomi sorridere
"Oh dai per ora non è andata troppo male" gli tiro un pugno leggero sulla spalla e lo vedo annuire.
Posa il suo calice su un piedistallo dietro di lui e si avvicina a me, circondandomi i fianchi con le sue braccia muscolose.

"Sei davvero bellissima" mi sussurra accarezzandomi la guancia e stringendomi a lui.
In questo momento non desidero nulla più di un suo bacio, lo sento in ogni centimetro del mio corpo, come una scossa elettrica che mi attraversa, mentre poso le mie labbra sulle sue alzandomi in punta di piedi e tenendomi alle sue spalle per sostenermi.

Cerco di intensificare il bacio, lo bramo con tutta me stessa, mi dimentico di tutta la gente che ci circonda, dei suoi genitori che potrebbero comparire da un momento all'altro e lo bacio sempre più forte, sempre più intensamente.
Justin scivola via dalla mia presa e mi rivolge uno sguardo stremato
"Non credo di essere in grado di fermarmi, se continuiamo" mi sussurra sulle labbra.

Faccio un respiro profondo "Forse non voglio fermarmi" sussurro a mia volta, riportando le mie labbra sulle sue.

Spazio autrice.
Sono tornata!
Dopo una pausa purtroppo obbligata, sono tornata e scusatemi se il capitolo non è dei migliori ma mi ero un po persa nei meandri della storia e mi ci è voluto un po per trarre le fila.
Anyway spero che vi piaccia e se è così battete un like!
Non tarderà ad arrivare anche il prossimo!
Bacini a tutte♡♡

Non Sono Anoressica. || Justin Bieber FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora