Capitolo Nove.

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Scendiamo dalla ruota panoramica mano nella mano e io mi lascio trascinare da lui ovunque voglia andare.
La sensazione delle sue labbra sulle mie non abbandona la mia mente e uno stormo di farfalle invade il mio stomaco.

Fatico a rendermi conto di quello che sta succedendo attorno a me, sono come rinchiusa in una bolla che mi allontana da tutto e da tutti.
Cerco di risvegliarmi dai miei pensieri con fatica e mi soffermo con lo sguardo sulla mia mano stretta a quella di Justin. Percorro con lo sguardo tutto il suo braccio, la sua spalla, il suo profilo e raggiungo infine i suoi occhi.

Li scruto insistentemente soffermandomi a fissare i piccoli bagliori e luccichii che attraversano ogni tanto il suo sguardo accendendo particolarmente le sue iridi nocciola e una domanda mi balena nella mente.
Avrà sentito le stesse sensazioni che ho provato io?
O per lui è un bacio come un altro, magari neanche particolarmente bello?

Non posso ignorare ciò che so su di lui, insomma, le voci corrono e non ci è voluto molto perché sapessi che ha avuto un numero talmente grande di ragazze che io non lo posso nemmeno immaginare, e che persone con cui avevo parlato anche solo una o due volte venissero da me a consigliarmi di evitarlo.
Non sono il tipo di persona che da voce a questi pettegolezzi o che ci crede particolarmente ma non posso nemmeno evitare di ascoltare quello che mi viene detto, perché anche se quasi sempre la verità è distorta, una punta di vero è comunque presente.
La cosa migliore da fare è lasciare che le cose avvengano e non farsi troppe seghe mentali o lasciarsi condizionare da quello che la gente dice, ma comunque devo essere pronta a qualunque cosa e non lasciarmi trascinare troppo in qualcosa che magari per lui non è speciale quanto lo è per me.

'Summer? Summer, ci sei?' Justin schiocca ripetutamente le dita davanti al mio viso per attirare la mia attenzione.
Devo essermi persa un po' troppo profondamente nei meandri della mia mente.
Riporto lo sguardo sui suoi occhi e gli lascio un sorriso sincero, che viene subito corrisposto da lui.

'Io avrei fame, ti va se andiamo lì a prendere qualcosa?' mi chiede indicando un piccolo FastFood all'angolo decorato con festoni per bambini.
Annuisco con la testa e lo seguo all'interno, raggiungiamo al bancone dove ordina un Hamburger e una Coca per se ed una Fanta per me.
Ci sediamo ad un tavolo e mi stupisco un po' del fatto che non mi abbia nemmeno chiesto se volevo qualcosa da mangiare, così gliene chiedo il motivo.
Lui sembra un po' spaesato dalla mia domanda ma si affretta a rispondermi.

'Beh, ho dato per scontato che non avessi fame e ho pensato che se l'avessi avuta avresti chiesto qualcosa, non volevo farti pressione o impormi un po' troppo.
Avrei insistito perché trovo completamente sbagliato il tuo digiuno ma sono già riuscito a farti mangiare lo zucchero filato, quindi è già un piccolo traguardo.
Faremo le cose con calma, se ti fidi di me.' mi dice tutto d'un fiato per poi concludere con uno dei suoi splendidi sorrisi.

In effetti mi ero lasciata trasportare e avevo mangiato lo zucchero filato senza quasi rendermene conto, forse lui poteva davvero aiutarmi.
'Grazie Juss.' è tutto quello che riesco a dire prima che il cameriere ci interrompa per portarci le bibite ed il panino.
Justin paga il conto e inizia a mangiare mentre io sorseggio la mia Fanta.
'Di questo passo, nel giro di un mese ti avrò prosciugato il conto in banca.' mormoro, alludendo alle continue spese che compie quando è con me.
'Considerando che sei tu il motivo delle mie spese ne vale la pena.' risponde cercando di non soffocarsi con l'hamburger, facendomi arrossire.
Cos'era tutta questa dolcezza?

In poco più di una decina di minuti Justin finisce di mangiare, si alza e mi prende nuovamente la mano per portarmi su altre giostre.
Dopo che abbiamo fatto un giro su all'incirca ogni attrazione del Luna Park, sfilo il cellulare dalla tasca per controllare l'ora.
Le 20:37.
Ripongo il telefono nella tasca dei jeans e mi rivolgo a Justin.
'Juss, forse sarebbe meglio andare, si è fatto tardi.' lui annuisce e ritorniamo verso la macchina.
Mi apre la portiera e mi aiuta a salire, sono un po' impacciata nei movimenti a causa dell'enorme coniglio azzurro che ha vinto Justin per me al gioco delle lattine. Gliel'avrei impedito ma ha insistito talmente tanto che l'ho lasciato giocare fino a che non mi ha vinto questo morbidissimo peluche.

Justin fa il giro della macchina per poi accomodarsi al posto del guidatore e avviare la macchina.
Non abbiamo più parlato del bacio e non ho nemmeno intenzione di farlo, sarebbe a dir poco, imbarazzante.
Mi tiene la mano perfino mentre guida, forse ha paura che scappi?

Fatto sta che la mia mano è rimasta allacciata alla sua per l'intera giornata, senza interruzioni.
Mi perdo a pensare e la voce di Birdy alla radio che riempie l'abitacolo mi aiuta a rilassarmi, fino a che non mi addormento.

JUSTIN POV.

È circa mezz'ora che Summer dorme e sono quasi arrivato a casa sua.
Ad ogni occasione, come un semaforo rosso o una strada rettilinea con poche auto in circolazione, mi giro a guardarla dormire.
Amo il modo in cui inarca le sopracciglia quando accelero un po' o rallento davanti ad un dosso e come poi le rilassa quando il sonno la abbraccia di nuovo.
Amo come arriccia il naso o storce la bocca se le sposto i capelli dietro le orecchie o se le accarezzo la guancia.
Amo quando è sveglia e cerca di nascondere i brividi se le mormoro qualcosa vicino alla pelle.
Amo come le sue guance si tingono di rosso ogniqualvolta le dico qualcosa di dolce.
E infine ho amato quel bacio.

Ovviamente non è stato il mio primo bacio o cose del genere, ma sono abituato a baciare le ragazze solo quando sono svestite nel mio letto.
Invece questa volta era più spontaneo, più genuino, le sue labbra erano dolci, sapevano di zucchero filato e lei, così innocente le ha posate sulle mie in un modo indescrivibile.
Non so dire che sensazione ho provato, posso solo dire che mi sentivo completo.
E quando ci siamo separati, non ne volevo ancora solo per cercare di andare più a fondo e magari di fare qualcosa di più oltre al bacio, ma ne volevo ancora perché le sue labbra hanno portato con loro una parte di me.

Il clacson dell'auto dietro di me mi risveglia dai miei pensieri e mi rendo conto che ora il semaforo è verde.
Riparto velocemente e cerco di concentrarmi sulla strada ma un mormorio alla mia destra attira la mia attenzione.
Giro il capo verso la direzione da cui proviene e trovo Summer che si strofina gli occhi cercando di svegliarsi e che con la voce ancora impastata dal sonno mormora'Juss, che ore sono?'
'Bensvegliata principessa.' rispondo prima di volgere lo sguardo verso il display dell'auto che riporta l'orario e la temperatura
'Sono le nove e quaranta, circa.' annuisce col capo e sposta lo sguardo fuori dal finestrino osservando le macchine che passano.
Io mi concentro sulla strada che ho davanti e sulle note della canzone trasmessa dalla radio.
'Juss?' richiama nuovamente la mia attenzione.
'Mmh' mormoro senza distogliere lo sguardo dalla strada.
'Tra quanto arriviamo a casa?'
'Ci siamo quasi, cerca di stare sveglia.' annuisce e ritorna a guardare fuori dal finestrino.
Dopo circa dieci minuti parcheggio davanti a casa sua, scendo dall'auto e aiuto anche lei a scendere. La accompagno fino all'entrata, ripesca le chiavi nella borsa e apre la porta in legno. Poi si volta verso di me per salutarmi.

'Grazie Juss, è stata una giornata pazzesca.' mi sussurra sorridendo.
Uno di quei sorrisi che ti si stampano nella mente e sai già che per le prossime ventiquattro ore ti resteranno impressi in testa.
'Grazie a te.' ricambio il sorriso e le lascio un bacio casto ad un angolo della bocca.
'Buonanotte Juss.' mormora entrando in casa e chiudendo la porta.
'Buonanotte bambolina.' le rispondo prima che la porta si chiuda del tutto.

Torno in macchina e riparto verso casa.
La strada è abbastanza deserta, ogni tanto passa qualche macchina, ma comunque c'è davvero poca gente in giro.
Il sorriso di Summer è ancora stampato nella mia mente, cerco di togliermelo dalla testa o farò fatica a dormire stanotte, e per farlo accendo la radio.
Una canzone di Usher riempie la macchina e fatico a trattenermi dal ballare.
Cerco di concentrarmi sulla strada ma la musica si pianta nella mia testa e non ne vuole uscire.

Inizio a canticchiare e mi distraggo dalla strada, un clacson improvviso riporta la mia attenzione davanti a me.
Cerco di frenare il più velocemente possibile ma ormai sono già addosso al camion e non posso fare altro che proteggermi la testa con le braccia attutendo lo schianto.

Non Sono Anoressica. || Justin Bieber FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora