CAPITOLO 4 ⓡ

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Accesi la torcia, guardandomi intorno.
Era una stanza da letto, con un enorne baldacchino e un comodino sul lato destro.
Sopra la mia testa vi era un lampadario in vetro nero smerigliato, che probabilmente stava lì per bellezza, dato che i maggiordomi non volevano pagare le bollette dell'Enel.
Vicino alla porta d'entrata, che avevo già tentato di aprire inutilmente,
C'era un'altra porta che conduceva ad un lussuoso e spazioso bagno, con doccia e vasca.
Mi avevano chiuso a chiave, avevo dato calci e pugni, ma non avevo ottenuti risultati, apparte un gran male al piede e alla mano.
Restava solo la possibiltà di scardinarla trasformandomi in lupo.
Mi concentrai, immaginando di spezzare lentamente ogni singolo osso, per poi spostarlo e riformarlo.
Immaginai il pelo nero prendere il posto della pelle e il viso allungarsi per diventare un umido muso.
Ora che mi ero trasformata riuscivo a vedere la stanza nei minimi dettagli: trucchetti da licantropo.
Mi fiondai pesantemente contro la porta, stile placcaggio, facendo comparire su di essa piccole crepe.
Ce la potevo fare.
Continuai a colpire furiosamente la porta, quando con un sonoro "crack" la porta si sfondó.
Uscii velocemente nel corridoio, notando con orrore il tizio di prima che mi guardava furioso.
Gli occhi, di un innaturale color cremisi, brillavano irati.
Dovevo aver fatto troppo rumore.
Indietreggiai ringhiando.
-Tu...-
Sibilò.
-Torna immediatamente umana!-
Uno sputo mi schizzò nell'occhio destro.
Feci una specie di latrato di disgusto e con una zampa tentai di togliere la sua saliva dall'occhio. Senza riuscirci.
Evidentemente non se ne era accorto, perché continuava a guardarmi furiosamente.
Lo guardai, sfidandolo.
Sapevo che non bisognava scherzare con il fuoco, ma era più forte di me.
La libertà non mi sarebbe mai stata sottratta.
Sembrò improvvisamente rendersi conto di qualcosa.
Mi guardò ghignando.
-Immagino tu ti chieda come se la passano le tue amichette...-
Mi pietrificai.
Merda.
Sembrò notare il mio attimo di dura consapevolezza, esibendo un sorriso compiaciuto.
-Ecco, ora, se vuoi che nel tempo in cui starai qui nel castello non perdano braccia, gambe o qualche altro parte del corpo, ti conviene ritrasformarti e stare a cuccia. -

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