6 - Da ubriaca scelgo di diventare una regina

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Mentre cerco con disperazione una risposta da dargli, mi accorgo di un particolare importante. L'assenza di una persona, in questa stanza. Una persona alta quanto una giraffa, che parla come uno uscito da un romanzo dell'Ottocento e coltiva pomodori.

«Ehi, non trovi strano che Sua Altezza Giraffina non sia ancora in piedi?»

Ash dà una scrollata di spalle. «L'ho incontrato due ore fa, in realtà, andando in bagno. Si lamentava di non stare tanto bene e che avrebbe passato la giornata a riposare.»

«Come?»

«Quello che ti ho detto, Scarlett. Meglio stargli lontani, oggi. Ci manca solo che ti contagi.»

Nella mia testa fa irruzione un ricordo. Io e Ash, da piccoli, che venivamo costretti ad andare dalla zia Katy quando mamma e papà avevano impegni. Detestavamo andare da lei. Capelli biondo platino, vestiti fucsia e tacchi a zeppa in cui non sapeva camminare. Masticava costantemente una gomma e fumava come una ciminiera. Stare da lei era una tortura. Molto spesso inventavamo malesseri improvvisi per sfuggirle. E penso sia quello che sta facendo il principe. Finge di stare male, perché oggi tocca a me farlo divertire a modo mio.

«Sta fingendo,» sibilo. In realtà, mi dà più fastidio di quanto dovrebbe. Non è che muoia dalla voglia di passare del tempo con lui, ma me lo deve. Un patto è un patto. E io non ho passato tre ore a guardare strane forme d'arte in un museo, per poi venire raggirata così.

Ashton poggia due tazze fumanti sul tavolo e si siede davanti a me. «Perché dovrebbe? Il principe è un ragazzo dai sani principi, onesto, elegante, generoso e gentile. Non potrebbe mai...»

Viene interrotto da qualcuno che spalanca la porta della nostra stanza. Sulla soglia, compaiono Aidan e Wes. Il primo ha una trombetta in mano, che continua a suonare senza tregua, il secondo un megafono. «Stasera alle otto festa al campus!» sbraita Aidan.

«Ciao, ragazzi,» saluta Wes, agitando per aria la trombetta.

Aidan mi fa l'occhiolino e poi si rivolge ad Ashton. «Non mancherai, vero?»

Ashton sta zuccherando il suo caffè. Gira il cucchiaino con gesti lenti e meticolosi. «Preferirei che un ictus improvviso mi riportasse tra le braccia del creatore, piuttosto.»

Wes ridacchia e aggancia il collo dell'amico con il braccio. «Andiamo, ci manca ancora metà dormitorio. A dopo, ragazzi.»

Sono l'unica a salutarli, in modo distratto. Allontano la tazza con uno scatto, facendo strabordare il caffè sul ripiano. Scatto in piedi, e ignorando le domande di Ashton, ritorno nella mia camera da letto.

Keelan è ancora immobile, a pancia in su. «Keelan,» lo chiamo.

Non risponde.

«Keelan,» dico a voce più alta.

Ricevo un mugugno in risposta.

Mi inginocchio accanto al letto e comincio a picchiettare sulla sua fronte con l'indice. «Principe.»

Fa una smorfia. «Sto dormendo, Signorina. La prego di lasciarmi riposare e smetterla di toccarmi in questo modo inappropriato.»

«Keelan, lo so che fingi di star male perché non vuoi venire alla festa di stasera, ma sappi che non funzionerà questa messa in scena.»

Per tutta risposta, sbuffa. «Sto davvero male. Ho bisogno di riacquistare le energie.»

Apre un solo occhio, forse per capire se me ne sto andando o se non ho alcuna intenzione di desistere. Trasalisce quando si accorge di quanto sia arrabbiata. «Non credo che la tua famiglia ti abbia cresciuto in questo modo, Principe. O sbaglio? Pensa a quanto sarebbe delusa. Hai promesso a una nobile fanciulla di accompagnarla a una festa, in uno scambio equo, un patto stretto fra persone oneste. E poi? Fingi di star male e manchi alla tua parte d'accordo.» Faccio schioccare la lingua contro il palato.

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⏰ Last updated: Mar 11, 2023 ⏰

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