Capitolo 2

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CAPITOLO 2





I suoi passi riecheggiavano leggermente nel silenzio del buio invernale, lasciandosi alle spalle orma dopo orma.

Gli piaceva l'inverno. Era la sua stagione preferita. A dire la verità tutte lo erano, ma l'inverno aveva quel non so che di speciale, di magico.

La notte poi era ancora meglio. Forse erano le strade deserte, illuminate solo dai lampioni, o forse era la neve per terra che assumeva le mille sfumature di tenebra, era bello e basta.

Anche le città gli piacevano. Le vie affollate di persone, il viavai dentro i negozi...

Caotiche, piene di vita, improvvisamente si svuotavano come ordinato da un'intelligenza suprema. In realtà era solo per il freddo.

Lui non lo soffriva molto, era sempre stato così sin da bambino. Lo testimoniava il fatto che, pure a quell'ora tarda, fosse in giro con addosso solo un maglione. E stava nevicando.

' Non forte come poche ore prima però ' pensò tra sé e sé. Si era portato un cappotto ma non lo stava usando per coprirsi, bensì per mettere al sicuro la macchina fotografica.

Era uscito per fare qualche fotografia al chiaro di luna, anche se non si era spostato molto da casa sua nell'evenienza che il tempo peggiorasse. La neve cadeva delicata e creava l'atmosfera ideale per gli scatti.

Camminava in silenzio per le strade, cercando di cogliere i più bei soggetti da immortalare.

I suoi capelli ricci oramai crespi, erano ricoperti da un vistoso strato di fiocchi ghiacciati ma non se ne curava, non erano importanti in quel momento.

Mentre si muoveva portò le mani alla bocca e vi soffiò contro scaldandole un pochino. Sopportava le basse temperature ma non ne era immune!

Gli occhi vagavano in tutte le direzioni alla ricerca di qualcosa che attirasse la sua attenzione, e la trovò.

Era uno dei vicoli laterali, poco illuminato, con un solo un lampione a metà verso l'interno, che lo rendeva tetro e inquietante. Era perfetto. Incuteva ansia a guardarlo e sperava di riuscire a cogliere quella sensazione.

Mentre si allontanava verso il centro della strada dietro di lui, il riccio svolse il fagotto in cui aveva racchiuso la macchina fotografica, si allacciò il cappotto al bacino e la accese. Un sonoro 'bip' risuonò allegro nell'aria. Si guardò attorno come se nella quiete avesse potuto svegliare qualcuno con quell'unico rumore.

Con sguardo assorto osservò la scena davanti a sè, mise a fuoco portandosi l'obiettivo all'occhio destro, e dopo aver scostato con un soffio una ciocca di capelli caduta in avanti, scattò. Click.

Si raddrizzò (aveva dovuto piegare leggermente il ginocchio per essere alla giusta altezza) e andò nella galleria per osservare che la foto fosse venuta bene. Si mordicchiò un labbro nell'attesa di aprirla. Non gli piaceva quando una foto non veniva come voleva lui. Era un po' fissato su quell'aspetto.

Quando l'immagine comparve sul display si accigliò. Emise un piccolo ma sonoro sbuffo facendo schioccare le labbra mentre le sopracciglia si arcuavano in un'espressione di disappunto. La foto era a posto se non per un minuscolo riflesso di chissà cosa, nella parte bassa dello schermo, che dava decisamente fastidio alla vista.

' Ci sarà qualcosa... una bottiglia forse ' pensò infastidito. Sollevò gli occhi dalla macchina fotografica per cercare di capire a cosa fosse dovuto ma non riuscì a capirlo da quella distanza così si avvicinò a grandi falcate osservando per terra. Scrutava con attenzione ogni centimetro di marciapiede, ma non riuscì a trovare niente di niente, e mentre si teneva indietro i capelli con una mano e gli occhi erano rivolti al cemento, si inoltrò di poco nel vicolo.

Under the December's snow | Larry Stylinson |Where stories live. Discover now