Capitolo Ventitré

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Harry era in piedi sotto l'arco della porta della Signora Tomlinson, osservando Louis mettere a letto sua madre. Sorrise a tutto l'amore ed alla gentilezza che il castano stava dimostrando nei confronti della donna. Le sussurrò parole di conforto, calmando ogni singola ondata di preoccupazione si facesse strada attraverso il suo corpo. Carezzò via i soffici capelli dai suoi occhi mentre le diceva di riposarsi, Harry si sentì sopraffatto dall'amore.

Cercò di avvicinarsi per vedere meglio non appena Louis tirò fuori un paio di pillole da un contenitore chiaramente prescritto da un dottore ed aiutò sua madre ad ingerirle.

Cos'ha la madre di Louis?

Pregò che la malattia che aveva invaso il corpo di Jay se ne andasse. Pregò che sarebbe stata in grado di combatterla e di rimanere forte. Harry sapeva che Louis avesse bisogno di sua madre più di ogni altra cosa, specialmente dopo aver ascoltato i pensieri del Signor Tomlinson sul suo stesso figlio, ed aver visto la paura posta negli occhi di Louis da Jason.

Jason.

Harry percepì il proprio battito cardiaco accelerare al solo pensare a quell'uomo. Dov'era finito? Sarebbe tornato presto?

Indirizzò un'altra occhiata ai due nella camera da letto. sembravano completamente persi nel proprio mondo. Il panico che attanagliava il corpo di Louis era scomparso. Solo pochi momenti prima aveva detto ad Harry di andarsene, che lì non era sicuro. Ma ora; ora sembrava aver dimenticato tutto per concentrarsi su sua madre.

Harry voleva delle risposte. Aveva bisogno di risposte. Ed in più, aveva bisogno di portare Louis e sua madre via da quella casa e in salvo. Percepì il timore prendersi possesso del suo corpo e gli si strinse il cuore.

Come avrebbe fatto a salvare due persone da qualcosa di cui non sapeva assolutamente niente? In più, era solo un adolescente, non una specie di supereroe pronto a compiere imprese titaniche.

No, non era un eroe. Non aveva la superforza o qualsiasi altra abilità. Non aveva niente da offrire a Louis. Tutto ciò che sapeva era che durante il breve periodo di tempo trascorso con il ragazzo più basso, la sua intera visione del mondo era cambiata.

Non era più convinto che i suoi problemi a scuola fossero la fine del mondo. Infatti, aveva affrontato i suoi bulli; anche solo il pensare a Louis gli dava forza.

Era Louis, il superpotere di Harry. E forse, ma solo forse, ciò sarebbe stato abbastanza per salvare il ragazzo.

"Harry?"

Harry batté le palpebre ed abbassò leggermente lo sguardo per incontrare gli occhi blu dell'altro ragazzo, ora in piedi di fronte a lui.

"Andiamo," Disse. "Ha bisogno di riposare."

Louis scortò Harry fuori dalla stanza e chiuse piano la porta.

"Lei... lei starà bene?" Harry non poté fermarsi dal chiedere.

Louis non rispose. Al contrario, afferrò Harry per il polso e lo portò con se.

Harry era talmente perso nelle sue emozioni che non realizzò di star essendo trascinato al piano di sotto. Era completamente inconsapevole dei passi compiuti nello scendere ogni scalino. Non comprese quando la presa sul suo braccio si allentò finché non si ritrovò sulla porta d'ingresso.

"Mi dispiace così tanto di averti trascinato in tutto questo." Si scusò Louis, non guardando negli occhi smeraldini di Harry.

Harry finalmente accantonò i suoi pensieri. "Lou, non mi hai trascinato in niente. Mi sono intromesso di mia volontà. Volevo essere qui, con te. voglio aiutarti."

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