Capitolo 3

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E anche se abbiamo corso troppo
non ci mancherà mai il fiato
corriamo verso il futuro
e non scappiamo dal passato
ehi ehi ma non ci pensi mai!
Sull'orlo di un precipizio
a darci pacche sulle spalle
tenere dentro l'orgoglio
e tirare fuori le palle
ehi ehi ma non ci pensi mai!

La musica usciva dallo stereo dell'auto, e ci accompagnò fino all'ingresso di casa nostra.
Fedez continuava ad essere il mio cantante preferito anche a quasi diciannove anni. Era una cosa bella, secondo me. Lo ascoltava anche Pierfrancesco, e da più tempo di me.
Aprì con il telecomando il grande cancello grigio e entrammo.
Parcheggiò in garage e scaricammo i bagagli in casa.
La casa era su un solo piano.
C'era l'ingresso, un grande salone, la sala da pranzo con cucina aperta, due bagni e una camera per gli ospiti. La nostra camera da letto era sul soppalco in salotto.
Un porticato circondava la casa. E sempre all'esterno, avevo allestito una piccola zona per dedicarmi all'arte, con cavalletto, colori, pennelli, matite e tutto il necessario. Inoltre al piano terra avevamo allestito una piccola "zona palestra" con tanti macchinari.

Lasciai a lui il compito di scaricare la macchina, e entrai in casa, corsi su e mi lanciai sul letto.
Lo sentivo sbuffare. Risi.
"Vuoi una mano?" Gli chiesi, ma siccome non mi rispose, mi affacciai di sotto.
Mi stava guardando.
"Ah, hai già preso tutto. Sarà per un'altra volta..."
Silenzio.
"Sei stanco?"
Mi divertiva prenderlo in giro...
"Ora che salgo, vedrai chi sarà a ridere."
Corse verso le scale, questione di secondi. Saltai sul letto, mi nascosi sotto le coperte. A dir poco inutile.
Lo sentii quando con un balzo atterrò sul letto, provò a tirarmi via le lenzuola. No, di nuovo il solletico no. Cosa fare?
Non ebbi il tempo per pensarci, che me lo ritrovai addosso.
Ci mise un secondo a scoprirmi.
Le lenzuola non c'erano più. Erano per terra. Nulla più mi proteggeva.
Ero pronta a quella tortura.
E invece...

E invece iniziò a baciarmi, ero contentissima. E anche lui lo era, lo sentivo. Stavamo iniziando una nuova vita insieme, nulla sarebbe andato storto. Nulla che non avremmo potuto risolvere restando uniti.
Quella notte facemmo l'amore, e fu uno dei momenti più belli passati insieme, uno dei più bei ricordi.

La mattina ci svegliammo abbracciati e ricordo ancora ciò che mi disse, appena aprii gli occhi. Lui si era svegliato prima di me. Quando io mi svegliai, mi diede un bacio e me lo disse.
"Sei la prima ragazza che io ami sul serio, e probabilmente sarai anche lultima. Nonostante ti conosca ormai da molto tempo, non sono ancora abituato a te. Nel senso che, vederti ogni giorno provoca in me le stesse emozioni della prima volta in cui ti ho parlato.
E ricordi quando l'abbiamo fatto la prima volta? Tu mi dissi che era la tua prima volta. E beh, lo fu anche per me. Fu la prima volta in cui feci l'amore. Le volte precedenti si era trattato soltanto di sesso.
Ti amo, ecco tutto. Ricordalo sempre."
Finì di parlare, e io avevo le lacrime agli occhi. Riuscì a farmi commuovere. Mi diede un bacio sulla fronte, aveva anche lui gli occhi lucidi.
Quelle parole avevano un tono malinconico, ebbi paura che mi stesse nascondendo qualcosa. Anche per il modo in cui le disse. Aveva la voce rauca.
"Tutto bene?"
"Sì, tesoro." Mi disse.
Poi mi abbracciò forte, e non ebbi più dubbi che fosse sincero.

Non ci pensi mai ||Fedez||♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora