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Drin drin... Drin drin... Drin drin. La sveglia segnava già le 06:30 e suonava senza sosta per ricordarmi che dovevo inevitabilmente alzarmi. Dopo aver conseguito il diploma decisi di frequentare l'università, superando i test con buoni risultati. I primi anni andarono discretamente, ma col passare del tempo il mio interesse crollò drasticamente e decisi di abbandonare gli studi. Avevo vent'anni quando mi resi conto che lo studio, per quanto mi impegnassi, non era il mio forte. Così pensai che sarebbe stato meglio incominciare a lavorare. <<Tesoro, noi potremmo parlare con il direttore dell'ufficio e magari potresti cominciare a lavorare insieme a noi!>> Mi disse un giorno entusiasta mia madre; non ci pensai due volte ad accettare quella proposta, l'idea di lavorare e guadagnarmi onestamente dei soldi mi elettrizzava. Trascorsi due, lunghi anni in quelle stanze grigie; una sera il direttore mi richiamò per l'ennesima volta mentre stavo sistemando le risme di carta nella stanza delle fotocopie. La sua voce era stridula e sgraziata; e rimbombava nell'ufficio ormai vuoto. <<Basta!>> Gli urlai lasciando cadere a terra la pesante risma di carta che tenevo tra le mani disseminando il pavimento di fogli bianchi. <<Mi licenzio!>> Presi le mie cose e uscii sbattendo la porta.

Senza lavoro, decisi di dare una mano a nonna Irma; la mia nonna materna. Era una sarta molto precisa e dolce; e grazie a lei imparai tutti i segreti per creare degli abiti su misura. Purtroppo nonna Irma era molto malata e pochi mesi dopo lasciò questo mondo. Il grande vuoto che mi lasciò dentro mi spinse a seguire le sue orme, così frequentai una scuola di cucito e cominciai a lavorare insieme ad una mia compagna di scuola, Luciana. All'inizio fu difficile guadagnare qualcosa, ma con l'impegno e la dedizione i clienti aumentarono di giorno in giorno. Quando Luciana e il suo ragazzo decisero di sposarsi io non solo ebbi l'onore di cucirle il vestito ma anche di farle da testimone. Le celebrazioni si svolsero in un soleggiato pomeriggio di primavera e tutto era perfetto. "Chissà se anche per me, arriverà questo giorno..." Pensai malinconica; nonostante il tempo, la ferita che mi aveva lasciato Lorenzo non era mai guarita ed anche se cercavo di nasconderla, essa riemergeva sempre e mi rattristava parecchio. Ma il lavoro, per fortuna, riusciva a distrarmi per la maggior parte della giornata.

Non ci volle molto, che la mia sartoria divenne la più famosa e rinomata d'Italia. La gente arrivava da ogni regione per farsi cucire abiti su misura, abiti da sposa, da cerimonia e così via. Con i soldi guadagnati ingrandii i locali e comprai nuovi strumenti per incrementare il lavoro; sotto di me, oltre a Luciana, lavoravano altre quattro sarte. Una sera mi arrivò una telefonata. <<Salve, parlo con Selene?>> Disse la voce dall'altro capo del telefono. <<Si sono io. Cosa desidera?>> <<Sono Flavio uno stilita, lavoro con diversi registi e scenografi a Roma e vorrei proporle un impiego come costumista. So che la sua sartoria e molto rinomata e sarebbe un onore averla nel nostro team...>> Non potevo crederci. Lavorare come costumista significava non solo creare degli abiti per il cinema e per il teatro, ma anche conoscere gente dello spettacolo. Continuammo a conversare al telefono per circa un ora, ero entusiasta della svolta che avrebbe potuto prendere la mia vita. Malinconicamente salutai la mia famiglia e i miei affetti più cari; le valigie erano pronte.

Avevo ventiquattro anni, un biglietto di sola andata per Roma e un futuro radioso davanti. 


Eccoci qua con il primo capitolo della seconda parte :) Vi sto incuriosendo almeno un po'??  Cosa ne pensate? Fatemi sapere con un commento se vi fa piacere, tante cose belle a tutti e buona domenica! :-*

Tell me your secret tonight || Lorenzo OstuniWhere stories live. Discover now