Capitolo 1

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"'cause baby when I heard you
For the first time I knew
We were meant to be as one"

Blaine aveva sempre amato viaggiare. Da quando suo fratello Cooper era diventato famoso, molto spesso gli faceva visita con i suoi genitori; partivano dall'Allen County Airport, in Ohio, diretto verso il Los Angeles International Airport almeno una volta al mese, per poi alloggiare quasi sempre in uno dei tanti hotel della zona, poiché Cooper non apprezzava la loro presenza. Blaine si chiedeva sempre il motivo per cui i genitori si ostinassero a partire per andare a trovarlo, nonostante non fossero accettati.

In questi viaggi, tra un hotel e l'altro, Blaine si innamorò degli alberghi: l'odore delle camere, i letti rifatti, i cuscini, gli asciugamani, i saponi e gli shampoo. Gli capitava spesso di portare qualcuno di questi oggetti a casa. Non andavano solo a Los Angeles. Durante l'estate, la famiglia Anderson visitava gli stati americani e si erano spesso concessi viaggi intercontinentali, in direzione dell'Europa.
Se qualcuno avesse chiesto a Blaine cosa adorava di più dei viaggi, lui avrebbe sicuramente risposto "La mente libera da tutto, la possibilità di conoscere nuove culture, di fantasticare sui luoghi e sulle persone". Qualsiasi persona incontrasse, che fosse il barista, la receptionist o anche un semplice passante, lui cercava di immaginarne la vita all'infuori di quella determinata situazione. Così aveva conosciuto Kurt Hummel.

Una domenica pomeriggio, seduto in un ristorante di New York, mangiando un panino. Era rimasto abbagliato dagli occhi di un colore non definito di quel cameriere che poco prima gli aveva portato l'ordine. Lo osservava mentre si muoveva velocemente in mezzo ai tavoli, con la cravatta rossa che ogni tanto si spostava. Ogni tanto lo sentiva intonare il ritornello di qualche canzone famosa, con quella voce delicata, come se non volesse ferire nessuno. Blaine ne era rimasto incantato. Era sicuro fosse una persona amante dei musical, vestito sempre in modo elegante, seguendo la moda.
«Scusa! » lo chiamò Blaine, portando un braccio verso l'alto. Kurt si girò nella sua direzione e, una volta trovato il braccio del ragazzo, si avvicinò al tavolo all'angolo della sala. «Dimmi pure.»
Blaine sorrise. «Siediti un po'.»
«C-cosa?»
«Parliamo un po'. Come se fossimo vecchi amici.» Detto ciò, Blaine fece un sorriso raggiante, puntando i suoi occhi dritti in quelli del cameriere.
«Ehm, mi piacerebbe ma, ecco, non posso.- Kurt alzò le spalle -Tra un po' dovrebbe arrivare una collega, finisco il turno, poi chiamami e vengo.»
Kurt lo liquidò così, gli sorrise e si allontanò verso il bancone. Sicuramente vi sembrerà strano che Blaine avesse chiesto ad un perfetto sconosciuto di chiacchierare, ma era fatto così. Era un ragazzo molto estroverso, qualsiasi occasione era buona per parlare con chiunque. Prese il telefono dalla tasca ed inviò un messaggio a sua madre, informandola che lui sarebbe rimasto lì un altro po', concludendo invitandola ad aspettarlo per cena nell'hotel.

Attese così più di un'ora, seduto ad un tavolo posto all'angolo della sala. Si era innamorato di quel ristorante: amava le divise che indossavano i dipendenti, adorava il rosso che risaltava ovunque, tanto da sembrare un ristorante stile anni '50, adorava le frequenti esibizioni canore dei camerieri sul palco al centro della sala. Prestava attenzione a qualsiasi oggetto o movimento, uscendo da quello stato solo nel momento in cui il cameriere si sedette di fronte a lui. «Eccomi. Santana è arrivata solo adesso.» si scusò il ragazzo.
Blaine sorrise, prima di allungare una mano per prendere quella del ragazzo dagli occhi azzurri. «Blaine.»
«Ehm... Kurt!»
«Allora,- iniziò Blaine -sei di qui?»
«No, sono dell'Ohio. Studio alla NYADA.» rispose.
«Che coincidenza! Sono anche io dell'Ohio, di Lima. Frequento il McKinley, probabilmente lo conosci anche. Il Glee Club partecipa a molte competizioni...» Blaine disse quelle ultime parole con la voce molto bassa, causata dall'espressione sorpresa che aveva assunto Kurt.
«Frequentavo anche io quel liceo, mi sono diplomato due anni fa e adesso sono qui.» spiegò.
«Eri nell'anno di Rachel Berry?» chiese entusiasta Blaine.
Kurt sorrise. «Esatto!»
La conversazione andò avanti fino all'ora di cena. Parlarono di tutto: dal McKinley alla NYADA, dal teatro al cinema, fino a quando i due si scambiarono il numero. Salutandolo, Blaine uscì dal locale, per dirigersi all'hotel. Sempre con un sorriso stampato sul volto.

Blaine continuò a viaggiare dopo l'incontro con Kurt Hummel. Aveva incontrato tante persone diverse, ma nessuna era come Kurt. Era rimasto abbagliato dai suoi occhi blu misti a verde, dal suo sorriso dolce, dalla sua voce terribilmente delicata, fragile, e dalla sua pelle delicata, sicuramente molto curata. Spesso gli capitava di sognarlo: lo incontrava nei corridoi della scuola, frequentavano il Glee insieme, si dedicavano le canzoni a vicenda.

«Basta, Blaine. Non sarà così.» si diceva ogni volta che succedeva.

Non poté credere ai propri occhi quando lo vide entrare nel bar vicino la scuola. Pensava fosse un sogno, un'immagine datagli da quei ricordi sfocati che aveva di New York. Aveva capito che era tutto vero solo nel momento in cui aveva sentito la tenera voce di Kurt pronunciare il suo nome. Si era girato di scatto, come se aspettasse quel momento da tempo, e in effetti era vero. Gli sembrava di essere tornato nel ristorante della Grande Mela, con i camerieri vestiti di rosso, seduto all'angolo della sala, aspettando con impazienza il momento in cui avrebbe potuto parlare con Kurt.
«Perché sei tornato?» gli chiese raggiante di felicità.
«Mi hanno licenziato. Me ne sono andato dalla NYADA. Tutto ciò che ho si trova qui.» rispose, con un filo di voce. Il cuore gli diceva di prenderlo fra le braccia e baciarlo. L'istinto voleva che lo abbracciasse. E così fece. Lo accolse tra le braccia, stringendolo forte a sé, come se fosse una cosa fragile, che si sarebbe rotta al primo impatto con l'esterno.
«Grazie, Blaine.»
Blaine sapeva che Kurt ci sarebbe sempre stato. Per un lungo periodo era stato un semplice amico, ma poi era diventato qualcosa di più, ed entrambi se ne erano resi conto. Una volta terminato l'anno scolastico, Blaine partiva spesso con Kurt, proprio come faceva con i suoi genitori. Da una parte all'altra degli Stati Uniti, mai in Europa. Avevano deciso che quella sarebbe stata la meta una volta fidanzati ufficialmente, ed entrambi speravano che quel momento arrivasse presto.


Another's arms «Glee» (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora