Dio, dammi un'altra occasione con lei. Giuro che se lei mi rivorrà, smantellerò la stanza rossa e riuscirò a diventare un uomo degno di lei.

Provo a richiamare Christian, ma il cellulare risulta spento. Riprovo, ma niente da fare. Ha addirittura spento il telefono pur di non sentirmi più. Le lacrime scendono sul mio viso. Un dolore opprimente mi pesa sul cuore. La telefonata di Christian è stata straziante. È un uomo distrutto e sono stata io a distruggerlo. Resto qui in disparte e cerco di calmarmi prima di tornare da Matt, non vorrei che lui mi vedesse in questo stato anche se credo che sarà inevitabile.

«Ana, stai bene?»

Ecco, appunto.

Faccio un respiro profondo e mi asciugo le lacrime. Mi volto verso di lui simulando un sorriso.

«Santo cielo, Ana, tu stai piangendo. È successo qualcosa? Tuo marito?» Si avvicina e mi preme le mani sulle braccia per confortarmi.

«Qualcosa a cui posso rimediare solo io.» Matt mi guarda, aggrottando la fronte.

«Posso fare qualcosa per aiutarti?»

«No, te l'ho detto, solo io posso fare qualcosa.»

«Scusa se mi permetto, ma uno che ti fa stare così non merita la tua considerazione.»

«Matt, non è come credi, sono io la responsabile. Sto facendo soffrire me stessa e l'uomo che amo e che... mi ama... lui mi ama tantissimo.»

«Tuo marito.»

«Sì.»

«Spero che si renda conto di quanto sia fortunato.»

«Sono io quella fortunata... se vorrà riprendermi.»

«Certo che vorrà riprenderti se non è stupido.»

«Oh, Matt, lo amo così tanto. Dio! Spero di non aver rovinato tutto. Spero che vorrà perdonarmi.»

«Non riesco ad immaginare che tu abbia fatto del male a qualcuno.»

«E invece dovresti. La dolce, gentile, responsabile Ana è stata così stupida da... scusa, non voglio tediarti con le mie lamentele...»

«Ma è stato per via del fatto che sei salita qui? Mi dispiace, io...»

«Oh, no. Non è così semplice. Tu non hai niente da rimproverarti.»

«Sì, invece, mi dispiace per prima, ma il fatto è che sto così bene con te. Dimmi che almeno possiamo essere amici, non voglio perdere una persona con cui posso parlare liberamente e sentirmi così a mio agio.»

«Matt, tu sei un ragazzo splendido, davvero. Meriti una donna migliore di me e ti auguro di trovarla presto. Anzi, sono sicura che troverai una ragazza meravigliosa che ti renderà felice. E sarà una donna fortunata.»

«Grazie, ma questo non ci impedirà di essere amici, vero?»

«Per il momento accontentiamoci di avere un buon rapporto di lavoro. Per l'amicizia vedremo in seguito. Adesso è davvero arrivato il momento di andare via.»

«Ti accompagno.»

«No. C'è Sawyer che sarà ben contento di farlo.»

«Ma...»

«No, Matt, per favore, lascia che vada a risolvere questa cosa. Ciao.»

«Ciao.» Mi risponde accompagnandomi alla porta, aspetta che Sawyer arrivi e gli chiede di badare a me perché sono agitata. Lo ringraziamo sia io che Sawyer e andiamo via. La mia guardia del corpo mi chiede se sto male, se ho bisogno di qualcosa o di andare in ospedale. Infine mi fa la domanda che avrebbe voluto farmi da subito. «Cosa è successo in quell'appartamento? Quell'uomo ha forse osato... Torno indietro e gli do una lezione.»

Cinquanta sfumature di un'amnesiaWhere stories live. Discover now