1. Change of life

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Dalya's pov

Mi sveglio  senza essere sicura di cosa era appena successo. Richiudo gli occhi. No. Era stato solo un sogno. Solo un inutile, straziante sogno, di quelli che ti cacciano la speranza in testa e al risveglio ti fanno sentire triste. Sapevo che non sarebbe successo, e detestavo il mio inconscio che ancora mi ci faceva tanto sperare. Sperare che lei fosse ancora con me.   
Di nuovo per l'ennesima volta avevo sognato mia madre. Purtroppo mi ha lasciato quattro anni fa e da allora la mia vita è stata costantemente un continuo inferno.
Ogni volta che mi appare in sogno mi dice sempre che, nonostante tutti gli ostacoli, devo inseguire il mio sogno. Nonostante il sussegursi di disordini io devo uscirne vittoriosa.

Infatti, pochi giorni fa' ho fatto domanda ad una delle più grandi scuole di ballo e di recitazione di Londra: La London Accademy of Music and Drammatic Art.
Purtroppo so che papà non mi manderà.

'Papà'

Che parola grande e buffa per descrivere la persona che realmente è quell'uomo.
Nonostante tutto, nonostante saprò che lui farà di tutto per impedire il mio volere, io farò il possibile  per andarmene da questa casa, per andermene soprattutto da lui.
Nessuno ha la minima idea di come mi faccia star male e anche provandoci, non riuscirei più a sopportare ciò che mi succede costantemente.
Ho bisogno di svagarmi e cambiare aria per un bel po', ho bisogno di staccare la spina da questa cruenta e angosciante monotonia.


Appena scesa da quel letto ricco di abiti alla rinfusa,  mi avviai verso il bagno e mi sistemai un po' per rendermi un po' più  presentabile, dopodichè scesi quelle interminabili scale pronta per fare colazione.

"Giorno Meredith"

Vidi mia sorella intenta a bere il suo latte ed un sorrisino comparve nel mio  viso ed intenerita le lasciai un dolce bacio in fronte. Lei era la mia ragione di vita, a volte mi chiedevo come poteva essere possibile che una bambina di soli nove anni  dai lunghi capelli biondi e dagli occhi color ghiaccio potesse trasmettermi così tanta forza?

"Papà non c'è?"

Ruppi  il ghiaccio, e presi una tazza versando del caffè e continuando a tenere lo sguardo basso sulle mie mani.

"Non è tornato stanotte"

Sussurrò con nonchalance ma al contempo con un poco di  tristezza, e giocherellò con la tovaglia facendo in essa cerchi immaginari.

"Mh d'accordo non pensarci piccola, adesso finisci la tua colazione." Le sorrisi comprensivamente alzando lo sguardo per poi sospirare; anche se Meredith non andava d'accordo con papà gli voleva molto bene a differenza mia.

Riassunto della situazione? Beh: mio padre era un alcolista  drogato che passava la maggior parte delle notti fuori e solo dio sapeva che cosa combinava.

Scacciati via questi pensieri, mi avvicinai al lavabo stracolmo di tazze e piatti, e in un piccolo posticino libero poggiai la mia tazzina ormai vuota. Prima di domani dovevo sistemare tutto questo caos.
Un rumore inaspettato, d'un tratto, colse la mia attenzione ed io controllai prontamente l'esterno della porta e come ormai facevo solitamente afferrai la posta lasciata nello zerbino al di fuori d'essa.
Guardai fra le varie buste: tra bollette e vari buoni sconto l'occhio mi cadd in una busta indirizzata a me.
La girai fra le mie mani per vedere chi fosse il mittente ed entrai in casa chiudendo la porta con un lieve calcio.
Mi avvicinai a Meredith facendola sedere sulle mie gambe, ed insieme a lei aprii quella busta. In quel momento ero pervasa da tensione, ansia ed insieme a queste due emozioni si miscelava la paura.

"Signorina Cruz le comunichiamo che la sua domanda per l'iscrizione alla London Accademy of Music and Drammatic Art è stata accettata... " Brividi, tanti brividi invasero  il mio corpo soffermandosi sulla mia schiena, non riuscii a terminare la frase per le parole che non erano libere d'uscire fluidamente dalla mia gola. Non riuscii a realizzare ció che stava succedendo. Strinsi con un sorrisone in viso quella piccola bambina che mi ricambiò con tutto l'affetto possibile.

Uno scricchiolio parecchio forte, però, ci fa spezzare quell'abbraccio, ci fa spezzare la felicità, e ci fa fare un passo indietro. Mi giro  di scatto verso la porta principale e alla mia vista si presenta mio padre. Ridacchia, torna serio e resta appoggiato alla porta con un ghigno in faccia.

"Bimbe che avete da esultare?" Chiede con voce tagliente, ma ridendo al contempo segno che è davvero molto ubriaco. A volte mi mette davvero timore ma non posso sempre far calpestare la mia dignità in questo modo, perciò sospirando faccio un passo avanti affrontandolo una volta per tutte. Come dice quel detto: ' o ora o mai più'.

"Me ne vado da questa casa, parto per Londra" Annuncio incrociando le braccia sotto il seno e avanzando davanti Meredith fino a ritrovarmi a qualche metro di distanza da lui.
Forse questo non era  il momento molto adatto per dirglielo, magari si poteva parlare di ciò davanti ad una tazza di tè.
Ma solo dopo ricordo  che lui è mio padre ed è diverso dagli altri, è diverso dalla persone normali.

"Oh no, bimba fidati tu non andrai da nessuna parte"

Ridacchia facendosi sempre più vicino e di conseguenza chiudendo la porta con un forte calcio. Mia sorella piagnucola evidentemente spaventata dalle mosse di questo psicopatico che dovremmo definire come un padre.

"Questo è da vedere" Dico con tono di sfida maledicendomi mentalmente e, in compenso ricevo un forte schiaffo che mi fa cadere per terra. La mia bocca ha un sapore metallico e appena vedo Meredith all'apice dello spavento noto che del sangue fuoriesce dal mio labbro inferiore.

"Daly " Grida la piccola spaventata correndo in mio aiuto e sorreggendomi per far sì che mi alzi.

"Tranquilla piccola." Le dico invogliandola a salire  in camera con lo sguardo. Non voglio veda suo padre in queste vesti.
Ormai sono ripetitive le volte in cui mi fa del male fisico, va oltre gli schiaffi quindi ho fatto l'abitudine. Io, non lei. Resterebbe traumatizzata.
Più che fisicamente sto male interiormente, vedere il proprio padre trattarti così fa male. Tanto.

                 27 settembre 9:03 a.m

"Sorellina abbi cura di te, ti voglio tanto bene"
L'abbraccio forte mentre lei abbassa lo sguardo lasciando fuoriuscire dai suoi diamanti delle piccole lacrime. Mi si spezza il cuore a vederla in questo stato.

"Hey ci sentiremo ogni giorno, promesso!" Le accarezzo la guancia abbassandomi alla sua altezza e lasciandole un bacio.

"Ho paura di papà" Singhiozza avvinghiandosi al mio giubbotto e respirando affannosamente per via delle continue, interminabili lacrime.

"Piccolina tu devi stare tranquilla, lui non ti farà nulla e poi devi stare con la zia." Mi risponde annuendo e portando le sue labbra in un piccolo sorrisino.

"Adesso vado la zia mi sta aspettando proprio sotto, sai Liverpool da Londra dista un bel po'. Non aprire a nessuno e mi raccomando tieni d'occhio i nonni." Le raccomando e dopo averle lasciato un ennesimo bacio in fronte le faccio un piccolo occhiolino adocchiando zia Natalie già in macchina.
Lei è la sorella di mia madre, è come una seconda mamma. Amo il modo in cui si prende cura di me e di Mer, andrebbe in capo al mondo per noi per vederci felici ed io le devo davvero tanto.

"Tesoro,sei pronta?" Mi domanda mettendo in moto l'auto e aspirando la sigaretta fra le sue labbra.

"Si zia, sono solo un po' preoccupata." Sbuffo mettendo i piedi sopra il cruscotto e prendendo una chewing-gum.

"Stai tranquilla, se è per Mer ci penso io a lei." Mi rassicura con un sorriso. " Ti ho detto mille volte che devi levare piedi da lì" Mi rimprovera buffamente dandomi un leggero schiaffo sulla gamba.

"D'accordo zietta" Le sorrido teneramente.

N\A
Carissimi lettori,eccomi con una nuova storia! come vi sembra questo capitolo?Mi farebbe piacere esprimeste un vostro parere.
Premesso che gli altri saranno più lunghi e più descritti.
Come la prenderà il padre di Dalya quando scoprirà che lei lo ha disubbidito? Tenetevi aggiornati, prossimo capitolo molto presto!
Lots of love
Alessandra x

Kiss me, you fool  Z.M  #Wattys2016 (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora