Portland, 28 gennaio
La neve cade lenta su Portland, ma non è pace: è sospensione. Le strade sembrano trattenere il respiro, immobili, inghiottite in un inverno che ovatta tutto. I fiocchi fluttuano nell'aria come lanterne spente, si adagiano sui tetti, cancellano le insegne dei negozi chiusi. Ogni rumore è spento, i passi sono echi sommessi nella quiete irreale.
Il cartello appeso alla porta d'ingresso ondeggia piano mentre chiudo con un clic secco. "Chiuso". Ultimo cliente andato, scaffali in ordine. Un altro giorno archiviato. Da archiviare. Da dimenticare.
E quando mi volto per andarmene, lo vedo.
Ryan.
Fermo, sull'altro lato della strada. La giacca troppo leggera per questo freddo, il berretto storto, i guanti consumati. E quel sorriso. Quello familiare, rotondo, quasi sfrontato. Quello che conoscevo a memoria — e che adesso vorrei strappare via dalla sua faccia.
Il cuore mi sobbalza, come preso a pugni. Lo ignoro. Almeno ci provo. Tiro la sciarpa più su, abbasso lo sguardo e tiro dritto. I miei stivali sprofondano nella neve fresca con un rumore sordo, ma non rallento. Non voglio sentirlo. Non devo.
«Emily,» dice.
Il mio corpo si irrigidisce, appena. Un istante. La sua voce ha ancora quel tono caldo, accogliente, come un camino acceso in una casa lontana. Ma io ho il gelo dentro.
«Ciao...» sussurro. Non alzo lo sguardo. Non aggiungo nulla. Non ho spazio per parole, né voglia.
Sento il suo respiro alle mie spalle. I suoi passi. Si muove. Piano. Non troppo vicino. Forse teme di rompere qualcosa. O forse pensa davvero di poter aggiustare tutto con due frasi ben piazzate.
Accelero.
Ogni passo è un confine che traccio tra noi. Ma ogni passo è anche un varco aperto ai ricordi. La notte tra Natale e Capodanno. Il matrimonio. Quelle ore recitate, quel gioco pericoloso di fingere ciò che forse solo io pensavo fosse vero.
Attraverso il ponte. Il fiume sotto è rigido, immobile sotto la sua crosta di ghiaccio. Mi fermo. Il fiato è corto, il petto pesante. La neve continua a cadere, mi punge la pelle, si infila sotto il cappotto rosso, scivola giù come dita gelide. È scomoda, ma necessaria. È reale.
Alle mie spalle, so che Ryan si è fermato. Lo percepisco. Come una presenza che non ha bisogno di fare rumore.
Sta aspettando. Una parola. Un gesto. Uno spiraglio.
Ma io sono solo muro.
Il vento mi sfiora il viso, sottile come una lama. Il silenzio è irreale, come se tutta Portland fosse diventata fragile, cristallina. Come noi, quando ancora ci illudevamo di poter funzionare.
"Basta un attimo e crolli. Ma non puoi. Non devi. Ricorda perché sei andata via."
Mi volto. Un secondo. Un frammento. Solo per guardarlo. I suoi occhi hanno ancora quella luce. Quella che un tempo mi faceva sentire vista. Accolta. Amata.
Ora è solo riflesso.
Solo illusione.
Torno a guardare avanti. E riprendo a camminare.
«Emily, aspetta...» La voce gli si spezza in gola. Non è un comando. È una supplica.
«No,» dico. Piano. Forse nemmeno mi sente. Ma forse va bene così. È la prima volta che lo dico. La prima volta che lo lascio andare.
Scendo dal ponte, lasciandomi alle spalle le sue parole. Sospese. Scongelate.
La città è muta. Nessun clacson, nessuna voce. Solo i miei passi e il cuore che ancora non sa come smettere di battere per lui.
Sento che è lì, fermo. Ancora in piedi. Forse pronto a inseguirmi. O forse finalmente stanco. Ma io non mi volto più.
Non voglio vedere cosa c'è nei suoi occhi. Non voglio che il suo sorriso riaccenda quel fuoco che ho impiegato mesi a spegnere.
La mia mano resta vuota. Nascosta nella tasca. Un tempo avrebbe trovato la sua, senza esitazioni. Ora resta sola. E va bene così.
La neve continua a cadere. Bianca. Ostinata. Portland è ferma, sospesa in un istante che non vuole passare. Congelata come l'acqua sotto il ponte. Come tutto quello che ho dovuto proteggere.
Chiudo gli occhi. Solo un attimo.
Un fiocco mi tocca la guancia. Si scioglie subito.
O forse era già una lacrima.
Come un ricordo che non vuole morire.
Come lui.
Ma io vado.
Un passo. Poi un altro.
E non mi volto più.
YOU ARE READING
Un inverno per due
RomanceEmily e Ryan si conoscono dai tempi del campo estivo, dove tra scherzi, sfide e risate, è nata un'amicizia profonda. Per Emily, però, Ryan è sempre stato qualcosa di più: il suo migliore amico... e il segreto del suo cuore. A venticinque anni, tra l...
