"E che cazzo!" esclamò di colpo Espero, facendo sobbalzare Duma che se ne stava placidamente steso a letto.
"Scusa..." aggiunse, notando la reazione di chi aveva accanto.
Le stanze del figlio di Lucifero erano a base circolare, seguivano la forma della torre su cui si distribuivano. La camera da letto mostrava un meraviglioso soffitto decorato a stelle, dipinto molto tempo prima dal precedente inquilino. In quel pomeriggio tranquillo, Duma si era perso ad ammirarlo ma era stato interrotto dal brusco commento della Sapienza. Al suo "scusa" aveva risposto con un poco elegante dito medio.
"Perdonami, Duma. È che mio padre ha fatto l'ennesima stronzata".
"Sta bene?" chiese Duma, segnando con le mani.
"Perché non dovrebbe? È che... ah, lascia stare. Andrò dopo a parlarci".
Duma non aveva detto altro. Si era limitato ad osservare Espero mentre si alzava dal letto e lentamente si rivestiva e si sistemava. Era uno spettacolo di cui non si stancava mai.
"Ti piace quel che vedi?" ghignò la Sapienza.
"Molto" ammise Duma, a gesti "A qualcuno potrebbe non piacere?".
"Dicono che somigli molto a mio padre...".
"Certo. E a tua madre".
"E vorresti scoparti pure lui?".
"Certo. L'unico a cui non piacerebbe fare sesso con Lucifero è Dio. E non ne sono del tutto sicuro...".
"Questo non dovevi dirlo" lo rimproverò velatamente Espero.
"Ma io non l'ho detto!" ghignò Duma, sempre parlando con i gesti.
"Giusto...".
"Posso farti una domanda?".
"Quante ne vuoi".
"Ma a lui importa?".
"A lui chi?".
"A Dio! A lui importa davvero qualcosa di noi? Perché ultimamente molti di noi angeli abbiamo comportamenti che davo per scontato che punisse. Come me e te, per esempio, che scopiamo regolarmente nell'ex letto di tuo padre!".
"Forse gli sta bene così. Con mia madre era stato piuttosto esplicito quando non si era comportata come lui voleva".
"Sì ma tua madre era diversa. Quella sì che voleva scoparsela Dio!".
"Duma!".
"Scusa. Ma è la verità".
"Verità o meno, certi discorsi è sempre meglio evitarli".
"Però... ecco... lui dovrebbe essere tipo mio padre, no? Padre di un po' tutti. Per te non vale perché hai un padre diverso ma TUO padre si preoccupa per te. Ti cerca, ti dà consigli, ti rimprovera...".
"Non mi ascolta quando fa immani cagate e cerco di fermarlo prima della catastrofe...".
"Anche. Ma insomma... esiste! È presente, nel bene e nel male. Io mi sento un po' trascurato. Ignorato. Forse è per questo che alcuni di noi sono andati oltre alle regole".
"Vuoi che ti punisca tramutandoti in demone?".
"No! Ma questo silenzio totale non me lo aspettavo!".
"Magari siamo noi che non facciamo abbastanza rumore...".
Duma sorrise. D'un tratto aveva una gran voglia di fare rumore...
Ahriman sedeva a un tavolo esterno del Kerigma con i suoi colleghi di lavoro. Era ormai consuetudine per loro trovarsi per un breve aperitivo e quattro chiacchiere prima del turno della sera. Azazel avrebbe voluto avvertire Lucifero di quella presenza ma non aprì bocca, non potendo parlare con un esiliato. Per il messaggero fu estremamente difficile il trattamento del silenzio con colui che in sostanza lo pagava proprio per parlare. Ma come si faceva a lavorare in una situazione del genere? Sospirò, mentre il proprietario dell'hotel camminava verso il giardino esterno per fumare.
Al tavolo di Ahriman si erano uniti alcuni angeli e demoni, tra cui Lilith, desiderosi di verificare che quella compagnia fosse migliore di quella che aveva provato a uccidere il principe qualche anno prima.
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Satan's Speech 3 -Judgment-
ParanormalC'era una volta il Diavolo. C'era una volta il re degli Inferi, Signore dei demoni e tentatore d'umani. C'era una volta, ma ora non c'è più. Non è più re, non è più un tentatore. Sognava una cosa soltanto: non avere più a che fare con gli umani. E...
