Reneesme
Ho sempre avuto una certa facilità con le persone.
Non saprei nemmeno dire da dove viene. Forse è colpa di mia madre, che mi ha insegnato fin da piccola a sorridere anche quando non avevo voglia. O forse è solo il modo in cui sono fatta: socievole, spontanea, capace di parlare anche con un palo della luce se necessario.
Sono quella che la gente cerca nelle feste, quella a cui racconti cose che non avevi intenzione di dire, quella che sembra sempre sapere come comportarsi.
Non mi vanto. È solo un dato di fatto.
Ho amici ovunque. In città, in spiaggia, tra i ragazzi più grandi e quelli più piccoli. Conosco i nomi dei baristi, dei pescatori, perfino del tipo strano che vende fiori vicino al porto e che nessuno considera mai.
Mi piace la gente. Mi piace capirla, ascoltarla, raccogliere i pezzi che si lasciano cadere mentre parlano.
Ma ogni regola ha la sua eccezione. E la mia eccezione ha un nome e un cognome.
Cedric Prescott.
L'unica persona che non ho mai sopportato.
Non fraintendetemi: non si tratta di una semplice antipatia. No. È qualcosa di molto più radicato, più viscerale, più... istintivo. Come se fossimo programmati per respingerci a vicenda fin dal primo respiro.
E la cosa peggiore? È sempre stato così.
Quando eravamo piccoli, non riuscivamo a stare nella stessa stanza per più di cinque minuti senza litigare. E non erano quei battibecchi infantili che finiscono con una risata. No, i nostri erano veri e propri duelli. Parole appuntite come lame. Occhiate che avrebbero potuto bruciare il legno.
Cedric era arrogante, impulsivo, troppo sicuro di sé. Sempre pronto a fare a modo suo, a provocare, a sfidare.
E io... be', io non ero certo il tipo da restare zitta.
Il risultato? Guerra.
Sempre.
Nessuna tregua. Nessun patto di non belligeranza.
Anche quando eravamo costretti a vederci – per colpa di mio fratello,che aveva ben deciso di scegliersi come migliore amico l'unica persona che non sopportavo,delle nostre famiglie, delle troppe estati condivise in questa maledetta cittadina – la tensione tra noi era una presenza viva. Un filo teso che bastava sfiorare per far esplodere tutto.
E non importa quanti anni siano passati.
Non importa che io sia cambiata, cresciuta, che abbia imparato a lasciar correre tante cose.
Con lui, non funziona. Non ha mai funzionato.
Cedric Prescott continua a essere l'unica persona capace di rovinarmi l'umore con una sola frase.
O con uno sguardo.
Sapete qual'è il problema?Che lui è consapevole di questa cosa,e a quanto dimostra gli fa pure piacere.
Con me è sempre stato uno stronzo di prima categoria, si divertiva a darmi nomignoli per darmi fastidio, come "Merida".Dio come lo odio.
Quando a otto anni decisi di chiedergli il motivo per il quale avesse deciso questo soprannome mi rispose dicendo che ero stronza e strafottente come lei, l'unica cosa che non avevo uguale quella principessa era il fatto che io non lo fossi ,almeno per lui, perché per mio padre e i miei fratelli lo sono sempre stata, ancora oggi a 17 anni mi trattano come se fossi oro puro.
Ha passato metà della sua infanzia a casa mia, nella stanza accanto alla mia, con mio fratello Axel, e se per loro è stata un'esperienza indimenticabile, per me è stato un incubo.
Adesso fortunatamente non c'è più, perché il signorino ha ben deciso all'età di 16 anni di immettersi in giro poco raccomandabile con i suoi amici, per poi pagare le conseguenze per tutti.
Che rincoglionito
Non lo vedo da ben due anni, e nonostante per me sia una festa, per mio fratello non lo è. All'inizio è stato male, adesso si è ripreso, ma si vede che gli manca. Ma ha deciso che se un giorno dovesse tornare, non riprenderà il rapporto con lui, perché si è sentito abbandonato dal suo unico vero amico, e deve essere stata una merda. Quindi lo capisco.
YOU ARE READING
Edge Of Hate
Teen FictionNeesme Torrance ha sempre odiato Cedric Prescott, e lui ricambia ogni sentimento con la stessa intensità. Da bambini, tra loro non è mai scattato nulla di positivo, ma quel rancore è solo la superficie di qualcosa di molto più profondo e tormentato...
