2. Verba volant...

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"È fede in una magia:

che un aggettivo possa giungere dove non giunse, cercando la verità, la ragione;

o che un avverbio possa recuperare il segreto che si è sottratto ad ogni indagine."

Elio Vittorini - Diario in pubblico.


Prim entrò nella stanza con una tazza di tè fumante in una mano e il libro di storia stretto in braccio.

Allora, la Dichiarazione di Indipendenza fu firmata e sottoscritta nel 1776...

I suoi occhi vagarono da una parte all'altra dell'ambiente, in cerca di una sistemazione sulla quale appollaiarsi.

Lo sguardo le cadde sulla scrivania.

Il famigerato quaderno a quadretti era rimasto abbandonato lì sopra dal giorno precedente, una bic nera con il tappo tutto mordicchiato giaceva accanto a lui.

Quanto vorrei...

Scrivere.

Aveva una voglia matta di scrivere, ma aveva paura anche solo di pensarlo.

Senza rendersene conto, si era già accomodata sulla sua sedia girevole con il cuscino di stoffa blu, a gambe incrociate, la tazza a mezz'aria, il libro ancora stretto tra le braccia.

Gli gettò un occhio.

"Il 4 luglio, a Filadelfia, fu pronto un documento redatto da Thomas Jefferson..."

-Oh, andiamo, a chi interessa la storia quando...-

Quando posso scrivermela IO la storia.

Un brivido le corse lungo la schiena.

Osservò il quaderno, poi la penna lì accanto.

Al diavolo.

Lasciò cadere il libro di storia sul pavimento, senza curarsi minimamente della pagine accartocciate, ed afferrò la penna.

Quasi tremava per l'emozione.

Non era mai stata così impaziente di scrivere, e non riusciva a spiegarsene il motivo.

Era come se qualcosa la stesse spingendo verso la carta, qualcosa di magnetico, di intrigante, di incantato.

Buttò giù un sorso di tè e abbandonò la tazza sulla scrivania, accanto al quaderno.

Che cliché per una scrittrice.

Si chinò sul ripiano e posò con delicatezza la punta della penna sulla carta bianca, percorsa dalla griglia dei quadratini, tracciando un impercettibile puntino.

Runadium - La città delle stregheWhere stories live. Discover now