Molto probabilmente iniziavo a fare questo pensieri contorti per scordare del fatto che io ero la causa della sua morte e ogni volta che ci pensavo sentivo il mio cuore venire schiacciato da tutto il peso della situazione.

Mi distaccai da tutti i miei pensieri quando arrivai davanti a casa sua. La casa era di medie dimensioni, nulla di troppo costoso.

Essere lì, nel luogo in cui Louis era cresciuto mi faceva sentire a disagio. E il pensiero che prima faceva quasi sempre la strada che stavo percorrendo io per arrivare all'abitazione che avevo di fronte mi fece rabbrividire perché da quel giorno i suoi passi non calpestavano più quella via o il suo vialetto o il suo giardino o le stanze di casa sua.

Scossi la testa.

Da quando Louis non c'era più, parlavo poco e pensavo troppo.

Iniziavo a chiedermi cose che prima non mi sarei mai chiesta, ed era abbastanza strana come cosa.

Le mie gambe erano diventate rigide mentre camminavo attraverso il piccolo vialetto che portava davanti alla sua porta e mi sembrò l'azione più difficile del mondo alzare il braccio per cliccare il piccolo pulsante con sotto la scritta 'Tomlinson'.

Un suono metallico improvvisamente mi fece capire che ero veramente lì e che stavo per incontrare i suoi parenti. Iniziai ad avere paura.

Una donna giovane e bella aprì la porta soffermandosi sulla mia figura, ovviamente non mi conosceva.

Chiunque avrebbe potuto dire che la sua vita era perfetta, senza problemi, ma un dei piccoli residui di mascara ai lati degli occhi mi fecero capire che non era così. Molto probabilmente aveva cercato con le mani di togliere tutto il nero da sotto gli occhi prima di venire ad aprire la porta.

"Posso aiutarti?" Cercò di allargare il suo sorriso e io non potevo che pensare che fosse una donna forte.

"Si. Ero un'amica di Louis. Volevo solo passare di qui per..." Le parole mi morirono in gola. Dire ero mi aveva fatto allargare un crepa nel cuore e le mie lacrime iniziarono a lasciare i miei occhi. Perché ero così sensibile?

La donna mi guardò con compassione e mi fece entrare per una tazza di tè. Mi fece sedere sul divano e iniziai a fare come mi aveva detto Sam: inspirare e espirare, tante volte e profondamente.

Quando la madre di Louis ritornò mi offrì la tazza e io ne bevvi due lunghi sorsi.

"Mi scusi è solo che sono molto scossa."  Sussurrai abbassando il capo.

"Si, ti capisco." Mi disse lei.

"Era una brava persona." Le dissi cercando di non crollare di nuovo.

Inspira e espira, inspira e espira...

"Era anche gentile e sincero con tutti." Continuai.

La madre annuì semplicemente è mi rivolse un piccolo sorriso.
Finito il tè era giunta l'ora del braccialetto.

"Louis mi aveva dato questo tempo fa." Presi l'oggetto e lo mostrai alla donna. "È di sua sorella, volevo riconsegnarglielo." Alle mie parole la madre si illuminò.

"Me lo ricordo. Louis le aveva fatto un regalo, ma a lei non piaceva." Rise.

"Penso che sarebbe felice adesso di riaverlo." Mi indicò la sua cameretta , ma mi aveva avvertito che non aveva preso per niente bene la notizia.

Bussai leggermente sul legno di colore bianco della porta che poco dopo si aprì mostrando una piccola bambina di 5 anni.

"Chi sei tu?" Mi chiese con la voce incrinata.

"Sono un'amica di tuo fratello." Cercai di sorridere.
"Mi aveva chiesto di portarti una cosa." Le dissi.

Quando nominai suo fratello i suoi occhi iniziarono a brillare.

Mi fece sedere su un grande tappeto peloso dove c'era una fotografia che raffigurava lei è Louis insieme. Louis la stava prendendo in braccio e i loro sguardi felici erano puntati uno sull'altro.

"Cosa voleva darmi mio fratello?" Mi chiese timidamente. Io distaccai lo sguardo dalla foto e tirai fuori dalla tasca il suo braccialetto.

Lei lo guardò un attimo e separò leggermente le sue labbra, poi i suoi occhi divennero lucidi e io distaccai lo sguardo per non crollare di nuovo.

Lei si alzò piano piano e si avvicinò a me. Quando appoggiò le braccia sulle mie spalle e mi strinse in un abbraccio mi rilassai.

"Gli avevo detto che non mi piaceva." Mi disse lei piangendo.

"È che non mi piacevano le stelline." Mi disse. Mi parlava di quelle cose come se fossero state così fondamentali nella sua vita. Continuava a dirmi che solo i ciondoli con le stelle non le piacevano ma il resto si. Mi diceva che non voleva dirgli quelle cose. Per lei era così importante quel braccialetto. Forse pensava che la causa della sua morte fosse stato proprio quel bracciale.

"Adesso però mi piace molto, non volevo dirlo sul serio. Adesso sarà arrabbiato con me." Mi disse la piccola bambina.

"Ma no. Louis non è arrabbiato con te. Anzi è felice. Lo faresti più felice se indossassi il suo braccialetto." Le dissi. La situazione per me era così straziante e cercavo assolutamente di non mostrarmi debole davanti alla sua famiglia perché semplicemente non me lo meritavo, era tutta colpa mia.

Lei se lo infilò subito. Prese poi la fotografia e inziò a parlare con la figura di Louis.

"Guarda Lou Lou. Ho il tuo braccialetto. Ti prego non essere arrabbiato. Ti voglio bene."  Continuavo a piangere. Era convinta di poter comunicare con lui. Mi faceva così tenerezza.

"La tua amica é molto gentile. Ti vuole bene anche lei, lo so." Singhiozzai e la bambina mi sorrise. Se solo avesse saputo che io ero la causa della morte di suo fratello.

Dark Eyes  ➳ h.s.Where stories live. Discover now