8 Marzo 2024 18:06 pm
43°36'N 3°53'E
«Ti prego mon cœur, non andartene. Non è successo niente con quella ragazza». Non arrestai le mie falcate neanche quando cominciò a supplicarmi di restare. Sentivo le sue parole sfumarsi sempre di più, finché non mi ritrovai in strada.
Chiusi quel grande portone verde petrolio alle mie spalle con una tale forza da farmi temere che potesse cadere da un momento all'altro. Lo avevo varcato per l'ultima volta, non ci sarebbe stata un'altra occasione affinché potessi tornare lì. E a dirla tutta, non avrei neanche voluto il pretesto per tornarci.
Era finita.
Camminavo a passo spedito sul marciapiede facendo slalom tra le persone. L'intento era di allontanarmi il più possibile da quella villetta bianca che si trovava proprio nel centro della città. Avevo l'umore sotto i piedi e una gran voglia di buttarmi nel letto e restarci per le successive dodici ore.
Provai anche a deglutire ma quello era un groppo troppo grande da mandare giù. Mi strinsi addosso il trench beige per ovviare al vento che si stava alzando. Anche la brezza pomeridiana sembrava volesse schiaffeggiarmi per essermi fidata dell'ennesimo caso umano.
Mathieu, l'uomo più narcisista che avessi mai conosciuto. Anzi, non lo avrei neanche più nominato. Il suo nome sarebbe stato cancellato così come tutti i suoi fottutissimi tradimenti.
Quanto ancora devo soffrire affinché l'universo capisca che anche io merito di essere amata?
No.
No.
Io non cadrò mai più in questa grandissima truffa mondiale.
Ho chiuso con l'amore.
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𝒩𝐸𝐿𝐿𝒪 𝒮𝒯𝐸𝒮𝒮𝒪 𝑀𝒪𝑀𝐸𝒩𝒯𝒪,
𝒟𝒜𝐿𝐿'𝒜𝐿𝒯𝑅𝒜 𝒫𝒜𝑅𝒯𝐸 𝒟𝐸𝐿 𝑀𝒪𝒩𝒟𝒪
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8 Marzo 2024 12:06 am
42°21′37″N 71°03′28″W
«Bisturi» con gli occhi spalancati seguivo i movimenti esperti del dottor Atwood. Lui, insieme alla sue equipe erano i migliori chirurghi della città. Eppure quella volta stavano per fallire.
Dal torace aperto del paziente spostai l'attenzione su un'infermiera perché richiamato dalla sua voce.«Pressione in calo, battiti al di sotto di 40 al minuto»
Ero solo uno specializzando in medicina, avevo ancora tanto da imparare e altrettanto da studiare. Di certo non potevo operare ma partecipare, beh sì, quello mi era concesso. Compresi subito la gravità di quella situazione.
L'aria gelida della sala operatoria divenne sempre più pesante. Feci un passo indietro, per far si che i medici avessero tutto lo spazio necessario per muoversi.
Era freddo lì ma io stavo sudando. «Saturazione in calo» mi permisi di dire. Con un movimento perfettamente sincrono tutti i presenti ruotarono la testa verso il monitor.
Caso disperato lo avevano chiamato.
«Lo stiamo perdendo» disse qualcun altro.
Vidi piazzare gli elettrodi e premere con forza le piastre del defibrillatore per rianimare il povero malcapitato. Per quanto fosse concitato quel momento, calò il silenzio, mentre il monitor continuava a segnare una linea piatta.
Poi una voce fuori dal campo. «Ora del decesso, 12;15»
Uno degli specialisti - che a giudicare dai segni del tempo sul viso poteva essere sulla sessantina - mi appoggiò una mano sulla spalla appena dopo essersi sfilato i guanti. Doveva aver notato le gocce di sudore che scendevano in una corsa rapida dalla mia fronte, per essere infine assorbite dalla maschera chirurgica.
«Giovanotto, è finita. Il ragazzo se ne è andato, purtroppo capita nel nostro lavoro. Torna a casa e fatti una doccia, domani è un'altro giorno». Abbozzò un sorriso e mi oltrepassò.
Per quanto ci provassi a muoverli, i miei piedi erano ancorati al pavimento asettico della sala operatoria. Il bip continuo e acuto del macchinario stava diventando assordante, mentre sentivo la gola chiudersi sempre più.
Mi parlò un'altra voce, stavolta femminile. «Caro, non li possiamo salvare tutti...»
Abbassai lo sguardo su quella donna. La conoscevo, era la dottoressa che gestiva il reparto di medicina d'urgenza. Il mio sogno più grande.
Lei continuò. «Prima ti distacchi e meglio sarà. Dovrai essere una sorta di macchina che salva le vite. In sala operatoria serve sangue freddo, i deboli e i cuor di panna non vanno lontano».
Buona fortuna, disse prima di allontanarsi.
A quel punto, dopo aver riflettuto abbastanza, mi decisi a reagire. Abbassai la maschera, tolsi il camice verde e anche la cuffia per i capelli.
Lo farò. Pensai tra me e me.
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White Hibiscus
Подростковая литература~ New adult romance ~ 6°48′58″S 39°16′49″E Queste sono le coordinate che ti portano dritto al resort dell'amore. Chissà, potrebbe essere il posto giusto per incontrare qualcuno che ti faccia battere il cuore. Vieni a vedere se anche tu troverai q...
