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Non importa quanto la vita sia difficile, non perdere la speranza

- Zayn Malik

La notte assopiva ancora la Città dei Lupi quando Rasha decise di non voler trascorrere un attimo di più a cercare inutilmente di prendere sonno. Scostò delicatamente il braccio di Malvern, che dormiva accanto a lei, dal proprio petto e si mise in piedi, indossando velocemente la vestaglia.

Aprì la portafinestra e inspirò a pieni polmoni l'aria fresca notturna, poi uscì sul balcone, accarezzando la Città con lo sguardo.
Mille case, mille vite che gravavano sulla responsabilità di Rasha.

Ancora una volta.

Ma quella volta non erano le responsabilità reali a schiacciarla sotto un enorme peso.
Era qualcos'altro.

Oltre la Città, al di là delle mura, alberi a perdita d'occhio. Tra quegli alberi c'era il covo dei Nuovi Ribelli. C'era il fight club di Bashèy. O meglio, l'ex fight club di Bashèy. La donna si era trasferita a corte per invito di Rasha: nell'ultimo anno era stata la figura più vicina ad una madre che la Regina avesse avuto. Le era sempre stata al fianco, aveva fatto il possibile per renderla felice.

E tra quegli alberi...
Tra quegli alberi c'era la figlia di Rasha.

Bashèy, che conosceva la coppia proprietaria della casa in cui Rasha aveva lasciato sua figlia, aveva chiesto in giro di una bambina abbandonata davanti alla porta di una certa Elise, ma era come se né lei né il marito e nemmeno la bambina fossero mai esistiti.

E forse sarebbe stato meglio così.

Nessuno - non Bashèy, non i Prescelti - riusciva a farle cambiare idea.
Soprattutto non Malvern... non dopo ciò che si erano detti.
Chiuse gli occhi, e i ricordi di due notti la avvolsero di colpo.
Quando erano andati a letto, Malvern aveva tentato di, oltre ad abbracciarla, infilare le mani sotto i suoi vestiti.

«Non puoi dare a me la colpa delle tue azioni!»
«"Non puoi dare a me la colpa delle tue azioni"? Ma ti senti quando parli?» Rasha scosse la testa con una risata amara. Fece un passo avanti verso il Re dei Lupi, puntando i propri occhi nei suoi. «Tu non sai niente, niente di quello che ho provato. Mi hai fatto avere una figlia e poi te ne sei andato. E non m'interessa se dici che "l'hai fatto per il mio bene", perché questo non giustifica le tue azioni. Mi hai lasciato la responsabilità di una vita umana, Malvern. Una vita di cui anche tu ti saresti dovuto occupare».

«Devo ripeterti che l'ho fatto perché ti amo?» Fu la risposta di Malvern. «E se anche tu mi ami, dovresti capirlo».
«Caz...» La Regina si morse il labbro. Dall'ultima volta che aveva parlato con Vynz - quando aveva scoperto cosa le aveva fatto l'uomo a sua insaputa - si era promessa di non parlare più con termini volgari, termini che proprio lui le aveva insegnato a dire. «Certo che ti amo», sibilò in risposta, «ma non posso capire come un uomo possa abbandonare la propria ragazza incinta per amor suo».

Il Re le rivolse un'occhiata severa. «Non è colpa mia se non lo capisci. Ti ho detto quello che dovevi sapere, non posso obbligarti a perdonarmi, ma saresti una stupida a non farlo».

Un brivido freddo si insinuò sotto la vestaglia, proprio come avevano fatto le dita di Malvern due notti prima.
Farò meglio a rientrare, si disse. Ma tornare a letto, dimenticandosi di quello che era successo? Impossibile.
Sarebbe andata nella sala addestramento a combattere per sfogarsi. Tornò in camera, richiudendosi la portafinestra alle spalle. Si sfilò la vestaglia e fece per gettarla sul letto, quando sentì un tocco leggero sulla propria spalla.

Wilderness. Strong HeartsWhere stories live. Discover now